Dal momento della sua formazione (il concepimento) fino alla nascita (il parto) il feto cresce, si sviluppa e si muove all’interno di un ambiente particolare come quello uterino. Successivamente si trova a doversi confrontare con un ambiente nel quale è circondato da una serie di stimoli, fisici, sensoriali e ambientali nuove che non ha mai conosciuto.

Nonostante questo, c’è nel neonato una sorta di “capacità innata” di reagire a determinati stimoli che mettono in atto involontariamente delle reazioni muscolari e fisiche o movimenti spontanei.-

È il campo dei riflessi neonatali, risposte a stimoli che vengono analizzate nei primi mesi di vita per verificare, come riportato dallo Stanford Medicine Children’s Health, il corretto e sano funzionamento del cervello e del sistema nervoso. Tra questi occupiamoci del riflesso di Landau, cosa indica, come si analizza e quando è considerato patologico.

I riflessi neonatali

Riflessi-neonatali
Fonte: iStock

Il Cleveland Clinic definisce i riflessi del neonato come le risposte muscolari involontarie del bambino alle stimolazioni. Si tratta di reazioni muscolari specifiche che il neonato mette in atto senza esercitare un controllo su di esse; non è quindi la sua abilità personale ma sono utili per individuare eventuali anomalie del sistema nervoso.

Questi movimenti spontanei, infatti, non sono controllati dal bambino e la loro presenza (o assenza) mostra che vi è un regolare sviluppo iniziale del bambino. Il portale MedlinePlus, infatti, spiega come molti riflessi scompaiano con la crescita del bambino mentre altri permangono fino all’età adulta. Laddove i riflessi infantili permangano oltre l’età in cui dovrebbero scomparire, potrebbero essere indicativi di un danno al cervello o al sistema nervoso ed è il motivo per cui su di essi viene posta molta attenzione.

Alcuni esempi? Il riflesso di Moro e il riflesso di suzione. Nel riflesso di Moro se vi è un rumore improvviso il neonato allarga le braccia, le dita delle mani e piange. È un riflesso che scompare entro i primi 6 mesi e la cui assenza può indicare la presenza della Trisomia 21 (la Sindrome di Down).

Il riflesso di suzione (o riflesso di Epstein) si verifica quando il neonato viene sfiorato a un angolo della bocca ed egli tende a voltarsi verso quella direzione aprendo completamente la bocca. È legato alla necessità del bambino di alimentarsi e calmarsi quando percepisce la presenza del seno materno, del biberon o del ciuccio. Si sviluppa tra la trentaduesima e la trentaseiesima settimana di gestazione, motivo per cui i bambini prematuri possono avere una suzione debole o immatura.

Entriamo ora più nel dettaglio nel riflesso di Landau andando a individuare cosa indica e perché è importante.

Riflesso di Landau: cos’è e come si manifesta

Il riflesso di Landau viene definito in questo paper scientifico come l’estensione cranio caudale per cui il neonato allunga il capo, il tronco e le gambe quando lo si sostiene per il tronco in posizione prona orizzontale sospesa. Quando improvvisamente gli si abbassa il capo il bambino flette l’intero corpo.

In questo studio si riporta come questo riflesso possa essere provocata nei neonati sani dall’età di 3 mesi ed è presente nella maggior parte dei casi dal sesto al dodicesimo mese per poi diventare difficile da stimolare dopo il primo anno di vita.

Riflesso di Landau e sviluppo motorio

L’Internationale Vojta Gesellschaft e. V. spiega come il riflesso di Landau è una delle sette prove posturali che possono essere applicate in età neonatale. Si tratta di un insieme di posture e movimenti riflessi provocati da un cambiamento della posizione del corpo del bambino che si modificano a seconda del livello di sviluppo raggiunto. In uno sviluppo normale queste posture e movimenti corrispondono al livello di sviluppo che il bambino ha raggiunto a livello della mobilità fisica e dello sviluppo della locomozione.

Il riflesso di Landau si svolge in quattro fasi: dalla prima alla sesta settimana, dalla settima settimana al terzo mese, al sesto mese e all’ottavo mese. In ciascuna fase il bambino viene posto in posizione orizzontale prona tenendo con la mano sotto l’addome e si individuano i movimenti:

  • nella prima fase ha il capo leggermente abbassato, il tronco lievemente flesso e gli arti superiori e inferiori in flessione;
  • nella seconda fase l’estensione nucale è simmetrica, il tronco ha una leggera posizione flessa e vi è la flessione degli arti superiori e inferiori;
  • nella terza fase gli arti inferiori sono in leggera abduzione con flessione, quelli superiori sono mantenuti in posizione sciolta e vi è, dopo il settimo mese, una diminuzione della flessione degli arti inferiori;
  • infine nella quarta fase gli arti superiori sono in flessione leggera e quelli inferiori in estensione leggera.

Le anomalie del riflesso di Landau

L’assenza del riflesso di Landau è stata osservata in associazione a condizioni di debolezza motoria che possono essere dipesi da paralisi cerebrale, ritardo mentale e nelle malattie dei motoneuroni. Tutti i riflessi, in ogni caso, vengono analizzati non solamente per la loro presenza o assenza, ma anche dal punto di vista qualitativo andando a valutare come vengono eseguite, anche se involontariamente, le varie reazioni muscolari.

La valutazione dei riflessi deve essere contestualizzata nell’anamnesi specifica del neonato e monitorata a distanza di breve tempo per verificare se e come evolve. Nei bambini prematuri, infatti, è frequente la motilità sia ridotta durante il primo trimestre, che vi sia un grado di ipertonia tra il terzo e il sesto mese e che possano non gattonare; la conferma diagnostica di un problema neurologico va confermata con ulteriori accertamenti e non è il singolo riflesso a confermare la presenza di una determinata patologia.

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  • Neonato (0-1 anno)