Crescere è un viaggio bellissimo. Uno di quei viaggi che non solo chi lo vive, in questo caso i neonati, possono godersi al massimo, ma pure chi li osserva da fuori intraprende con un entusiasmo unico. I genitori che guardano con orgoglio le piccole, grandi conquiste motorie dei loro bimbi in realtà assistono a un processo incredibile, che rientra nel piano dello sviluppo psicomotorio del neonato.

Un’evoluzione che mescola capacità cognitive, neurali e fisiche in un percorso che porta i neonati a tirare su la testa, afferrare le cose, sedersi, stare dritti sui piedini a seconda dall’età in cui si trovano.

Abbiamo chiesto alla nostra community quali sono le conquiste motorie dei loro bambini che ricordano con più affetto. Perché, appunto, sono state le prime a cui hanno avuto la fortuna di assistere da spettatori privilegiati. Ci è servito per ricostruire un piccolo calendario di tutti gli step che i neonati vivono dalla nascita al primo anno di vita. Senza allarmismi: ogni bambino ha i suoi tempi in un range che si allarga e restringe a seconda dei casi e deve preoccupare solo in certi casi. Vediamo insieme quali.

Lo sviluppo psicomotorio del neonato, le fasi nel primo anno di vita raccontate dai genitori

Grazie alle risposte arrivate durante una sessione di ASK dedicata a questo tema sul nostro profilo Instagram, abbiamo individuato alcuni dei traguardi di cui sono protagonisti i neonati sin da piccolissimi, a partire dal primo mese di vita. Ognuno ha una valenza enorme e non solo dal punto di vista fisico: nascondono processi cerebrali dall’impatto incredibile sullo sviluppo del bambino, che gettano le basi per le sue competenze future come quelle linguistiche e, appunto, motorie.

Prendersi i piedini!

Un piccolo passo per il bimbo, un grande passo per l’evoluzione dell’umanità intera. Ed è proprio il caso di dirlo. Alla fine del secondo mese la scoperta di manine e piedini è per il neonato un vero e proprio tesoro. Non è affatto strano vederlo mentre si guarda le estremità con enorme curiosità! La percezione del proprio corpo è un passo molto grande verso l’auto-affermazione, che il piccolo poi fa evolvere davanti allo specchio, quando riconosce il suo riflesso dentro lo specchio. E ha un valore non solo motorio ma anche psicologico.

Alzare il collo.

Tirare su la testa appoggiandosi sulle braccia.

Gli esercizi che il neonato può fare con l’aiuto dei genitori sono detti Tummy Time: sostanzialmente lo si mette a pancia in giù per stimolarlo nei movimenti come quelli della testa. Intorno a un mese il neonato sa già muoverla da un lato all’altro, ma il sostegno gli è dato principalmente dai genitori o chi lo tiene in braccio. Intorno ai 4 mesi, il primo traguardo: anche grazie all’esercizio del Tummy Time, il piccolo saprà tenere la testa sollevata mentre è a pancia in giù. E intorno ai cinque mesi di vita, imparando anche a stare seduto, riuscirà a sostenerla perfettamente senza fatica.

Afferrare un sonaglino.

Afferrare a 2 mesi!

I neonati imparano a esercitare il riflesso di prensione palmare e plantare da piccolissimi, a partire dai due mesi di vita. Quando il piedino o la manina di un bambino che ancora non afferra gli oggetti in modo consapevole si stringe intorno a qualcosa (ad esempio, il dito di mamma o papà), si parla appunto di riflesso. Un gesto involontario che però nasconde un mondo fatto di reazioni cerebrali e di risposte del sistema nervoso. Come riporta un approfondimento della Stanford University, i riflessi dei neonati (come quello di Moro per cui i neonati rispondono in qualche modo ai suoni forti) raccontano molto di quello che sarà il suo percorso entro i primi tre anni di vita. La mancanza di questi riflessi è già di per sé un segnale forte che qualcosa non va a livello neurologico. Un’attenta osservazione della loro presenza è il primo passo dei genitori.

Prendere in mano da solo il suo peluche e cercare di sostenere con le mani il biberon!

La vera evoluzione si ha quando il neonato impara ad afferrare gli oggetti in modo consapevole. Questo vuol dire che ciò che nasce come un riflesso intorno ai due mesi si evolve naturalmente in un barlume di scelta, di decisione del piccolo a cui segue un’azione (ad esempio afferrare un giocattolo o tenere da solo il biberon).

Rotolarsi per afferrare qualcosa.

Quando ha iniziato a sostenere la testina. E quando poi ha iniziato a rotolare!

Anche il rotolarsi da pancia in giù a pancia in su è una conquista non indifferente che nasce come riflesso. All’inizio, intorno ai 4 mesi, i neonati tendono a farlo inconsapevolmente, sulla base di quanto riescono a sollevare la testa e di quanto sono allenati i muscoli. Rotolando anche per gioco allenano una grande quantità di tessuti, che gli serviranno per tutte le altre conquiste motorie successive.

Strisciare e mettersi le mani in bocca!

Strisciare! Come un serpente, ed era super veloce!

Gattonare a 7 mesi e camminare mantenendosi agli oggetti a 8.

Così come il “rotolamento”, anche strisciare ha un suo perché! Fondamentale, quasi come il gattonare che può arrivare in una fase subito successiva (anche se non tutti i bimbi necessariamente gattonano prima di camminare). Insieme allo stare seduto da solo e al muoversi con più facilità nello spazio, il piccolo impara a usare muscoli nuovi tipo quelli delle braccia. Il crawling, che include gli step del rotolarsi, dello strisciare e, infine, del gattonare, sono propedeutici spesso alle bellissime passeggiate che farà tutto solo una volta che saprà padroneggiare anche la nuova conquista dello spostarsi sui propri piedini.

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  • Neonato (0-1 anno)