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I ricercatori di uno studio scientifico del Karolinska Institutet su 208 bambini, allattati al seno, hanno scoperto che i primi mesi di vita del neonato sono fondamentali per il corretto sviluppo del sistema immunitario.
Un team di ricercatori del Karolinska Institutet, attraverso un studio pubblicato sulla rivista scientifica Cell, ha evidenziato una connessione tra il latte materno, i batteri intestinali benefici e lo sviluppo del sistema immunitario nei primi mesi di vita del neonato.
Molte malattie come allergie, asma e malattie autoimmuni causate da un sistema immunitario sregolato, possono essere ricondotte a eventi decisivi nei primi mesi dopo la nascita del bebè. Oggi, questi meccanismi che fanno da base nello sviluppo del sistema immunitario non sono stati compresi del tutto.
L’incidenza di malattie autoimmuni come l’asma, il diabete di tipo 1 e il morbo di Crohn sono in aumento nei neonati e nei bambini in fase scolare in alcune parti del mondo. Lo studio mette in risalto una verità già nota al mondo accademico, ovvero che il rischio di sviluppare tali malattie è per la maggior parte determinato da eventi precoci della vita.
Un chiaro esempio è l’esistenza di una relazione di causa-effetto tra l’uso precoce di antibiotici e un rischio maggiore di sviluppare l’asma. Così come è evidente anche che l’allattamento al seno protegge dalla maggior parte di questi disturbi.
L’autore dello studio, il Dott. Petter Brodin, pediatra e ricercatore presso il Dipartimento della salute delle donne e dei bambini del Karolinska Institutet, ha affermato:
Una possibile applicazione dei nostri risultati è un metodo preventivo per ridurre il rischio di allergie, asma e malattie autoimmuni più avanti nella vita, aiutando il sistema immunitario a stabilire i suoi meccanismi regolatori.
Riteniamo, inoltre, che alcuni meccanismi identificati dallo studio possano eventualmente portare ad altri tipi di trattamento per tali malattie, non solo a una profilassi.
Il team di studiosi del Karolinska Institutet e delle Università di California Davis, Nebraska, Lincoln e dell’Università del Nevada, hanno analizzato come il sistema immunitario del neonato si adatta e viene modellato dai numerosi batteri, virus, sostanze nutritive e altri fattori ambientali a cui il bambino è esposto nei suoi primi mesi di vita, dimostrando, anche da precedenti ricerche, che i bifidobatteri sono comuni nei bambini allattati al seno in paesi con una bassa incidenza di malattie autoimmuni.
Il latte materno è ricco di oligosaccaridi del latte umano (HMO), ovvero zuccheri complessi che i bambini non riescono a metabolizzare da soli. La produzione di tali zuccheri HMO è associata al vantaggio evolutivo di nutrire specifici batteri intestinali che svolgono un ruolo importante nel sistema immunitario del neonato stesso e i bifidobatteri appartengono a una di queste classi batteriche.
Il Prof. Brodin ha spiegato:
Abbiamo scoperto che i bambini la cui flora intestinale può abbattere gli HMO hanno meno infiammazioni nel sangue e nell’intestino. Questo, è probabilmente dovuto alla capacità unica dei bifidobatteri di abbattere gli HMO di espandersi nei lattanti e di avere un effetto benefico sullo sviluppo del sistema immunitario nei primi anni di vita.
La ricerca scientifica ha preso in esame un campione di neonati (208) nati al Karolinska University Hospital tra il 2014 e il 2019 allattati al seno dalle rispettive madri, ricevendo anche altri bifidobatteri.
Dai risultati è emerso che questi bimbi avevano livelli intestinali più elevati delle molecole ILA (acido indolo-3-lattico) e Galectina-1.
La molecola ILA è necessaria al fine di convertire le molecole di HMO in nutrimento. Mentre, la Galectina-1 è importante per l’attivazione della risposta immunitaria alle minacce e agli attacchi. Rappresenta, secondo gli studiosi, un meccanismo critico per preservare i batteri con proprietà benefiche e antinfiammatorie nella flora intestinale.
Ai neonati studiati presso il Karolinska University Hospital, sono stati aggiunti anche una seconda coorte sviluppata dall’Università della California in cui i bambini erano stati divisi in due parti:
Entrambi i gruppi sono stati analizzati per l’infiammazione enterica. Ad oggi, i ricercatori sperano di seguire più a lungo i bambini che hanno preso parte allo studio per scoprire chi, tra loro, svilupperà eczema atopico, asma e allergie. In conclusione, il Prof. Brodin ha detto:
Stiamo pianificando un nuovo esperimento utilizzando la sostituzione batterica per vedere se possiamo aiutare tutti i bambini ad avere un inizio immunologico più sano nella vita. Inoltre, stiamo lavorando con altri ricercatori per confrontare lo sviluppo del sistema immunitario nei bambini svedesi con i bambini che crescono nelle zone rurali dell’Africa sub-sahariana, dove l’incidenza delle allergie è molto più bassa.
Articolo originale pubblicato il 18 giugno 2021
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