Siamo stati abituati a pensare che i primi ricordi legati all’infanzia iniziano a partire dai 3 o 4 anni di vita ma, un nuovo studio pubblicato su Current Biology, dimostra che la capacità di ricordare e apprendere nei bambini inizia molto prima, addirittura già intorno ai 3 mesi di vita.

Come si sviluppa, dunque, la memoria? Scopriamolo attraverso la ricerca sviluppata dai ricercatori dell’Università di Yale sulla mente dei più piccoli.

I bambini iniziano a ricordare già a 3 mesi. Lo studio sullo sviluppo della memoria

È possibile ricordare prima dei 3 anni di vita? A quanto pare sì, e a dirlo è la scienza con uno studio approfondito sullo sviluppo della memoria nei bambini. La ricerca sembra sottolineare che già dopo i primi 3 mesi di vita, il bambino inizia ad apprendere le informazioni e, quindi, a immagazzinare ricordi e a sviluppare una memoria.

Per arrivare a tale conclusione, un team di ricercatori dell’Università di Yale ha utilizzato l‘imaging cerebrale per osservare l’attività e il riconoscimento della forma nei neonati e nei bambini piccoli.

Lo studio ha come obiettivo quello di fornire le prove concrete sulla capacità di assorbire le informazioni in tenera età. Gli studiosi hanno, così, raccolto dati di imaging cerebrale da 17 bambini di età compresa tra i 3 mesi e i 24 mesi. Attraverso l’uso della risonanza magnetica funzionale (fMRI), i bambini sono stati indotti a osservare modelli in sequenza e oggetti colorati.

I test effettuati sui bimbi si sono concentrati sull’attività dell’ippocampo di ogni partecipante, (ovvero un’area del cervello nel lobo frontale importante nell’apprendimento e nella memoria).

I risultati dello studio: i bambini apprendono le informazioni a 3 mesi

Attraverso questo esperimento, i ricercatori sono stati in grado di notare se un bambino aveva attività cerebrale durante la visualizzazione degli oggetti.

Dai risultati ottenuti si è scoperto che l’ippocampo era molto attivo e che i neonati di 3 mesi apprendevano già le informazioni ricevute.

Questo risultato è sorprendente dato che è difficile per gli adulti avere memoria dei ricordi legati alla primissima infanzia. In più, oltre a fornire una maggiore comprensione della capacità dei bambini di elaborare le forme, i risultati dello studio sottolineano anche l’importanza dell’apprendimento dei bambini per lo sviluppo del linguaggio.

Perché da adulti non si ha memoria di questi primi ricordi?

Questo studio si aggiunge all’attuale comprensione che si ha dello sviluppo della memoria nell’infanzia e sottolinea che il cervello può iniziare a memorizzare alcuni ricordi specifici fin dalla più tenera età.

La Dott.ssa Sakina Butt, neuropsicologa pediatrica presso il Johns Hopkins All Children’s Hospital, ha affermato:

Ricerche precedenti relative alla preferenza facciale dei genitori hanno dimostrato che gli esseri umani mostrano prove di apprendimento precoce e riconoscimento nella prima infanzia. Questo studio fornisce ulteriori prove per supportare i bambini che possono imparare in un modo che non è stato studiato prima.

Il non avere memoria dei ricordi infantili in età adulta prende il nome di amnesia infantile, ovvero l’incapacità degli adulti di ricordare gli eventi legati ai primi anni di vita.

Prima dello studio, si credeva che tale “amnesia” fosse dipesa dal non completo sviluppo dell’ippocampo nei bambini. Ora che questo studio mostra che l’ippocampo è attivo già in tenera età, l’incapacità di ricordare degli adulti potrebbe essere probabilmente correlata alla mancanza di memoria esplicita all’inizio della vita. La Dott.ssa Butt ha detto:

La memoria esplicita implicava il richiamo cosciente di eventi precedentemente vissuti o informazioni apprese. Sebbene il cervello di un bambino sia in grado di elaborare la memoria implicita dalla nascita, l’elaborazione della memoria esplicita raggiunge la maturità funzionale più tardi nell’infanzia.

La ricerca fornisce molti dettagli sulla capacità di un bambino di acquisire informazioni. Di conseguenza, i genitori dovrebbero cercare di ottimizzare le loro esperienze, senza però caricare troppo la memoria. Non si tratta di convincere i bambini a leggere prima o di essere più bravi a scuola. Si tratta, piuttosto, di allargare i propri orizzonti e far vivere il bambino in un ambiente ricco, circondato da tanti nuovi dettagli ed esperienze diverse.

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