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Un esame obiettivo eseguito alla nascita per valutare la vitalità e la funzionalità degli organi del neonato. Conosciamo meglio storia e validità dell'indice di Apgar.
Lo sforzo del parto, infatti, non è rischioso solamente per la donna (che riceve tutta una serie di controlli legati all’espulsione della placenta a seguito del secondamento e alle eventuali lacerazioni provocate dal passaggio del bambino), ma anche per il piccolo che viene quindi sottoposto a una serie di controlli di routine. Si sente infatti spesso parlare dell’indice di Apgar (o punteggio di Apgar), ovvero il risultato della valutazione di alcuni parametri sulla vitalità del neonato e l’efficienza delle principali funzioni dell’organismo.
Il bambino, infatti, arriva dalla condizione di feto, attraversando un cambiamento molto particolare che lo sottopone a stress e dinamiche che potrebbero compromettere (parzialmente o definitivamente) le funzionalità, arrivando anche a mettere a rischio la sua sopravvivenza.
Un fenomeno, quello della mortalità perinatale, al quale spesso, almeno nell’opinione pubblica, non si dedica la giusta attenzione, ma che in Italia riguarda lo 0.24% dei casi. Numeri che sono drasticamente crollati nel corso degli ultimi decenni soprattutto grazie a un’assistenza sempre più competente e qualificata.
Al di là di questo rischio estremo, ogni bambino passa dal vivere immerso nel liquido amniotico (e a respirare e a mangiare tramite la placenta) a respirare, piangere e mangiare in modalità completamente differenti. Il tutto tramite un passaggio stressante (il parto) che, durando diverse ore, è rischioso anche per il bambino.
Per questo appena nato vengono verificate le sue condizioni vitali. L’indice di Apgar è un metodo rapido per controllare dopo 1 minuto e dopo 5 minuti dalla nascita, che i parametri vitali siano corretti.
L’indice di Apgar nasce dall’omonima anestesista (Virginia Apgar) che l’ha ideato nel 1952 come metodo per valutare la necessità di rianimare il bambino. Questo strumento si compone di cinque parametri da valutare il cui risultato dipende dall’età gestazione e dal peso alla nascita.
Ogni parametro viene valutato con una gamma di punteggio da 0 a 2, dove il punteggio più alto è quindi quello di 10. La valutazione viene eseguita dopo 1 minuto dalla nascita e dopo 5 minuti; se necessario viene ripetuto anche successivamente per controllare che le procedure di rianimazione stiano sortendo gli effetti sperati. I risultati da 7 a 10 sono considerati generalmente normali, da 4 a 6 c’è un rischio moderato, mentre risultati da 0 a 3 indicano gravi problemi di salute.
L’indice di Apgar viene spesso utilizzato per fare valutazioni sui rischi legati alla paralisi cerebrale, allo sviluppo neurologico e alle possibili difficoltà di apprendimento.
In realtà il punteggio di Apgar ha una validità limitata per gli esiti a lungo termine e non può essere utilizzato per effettuare previsioni di mortalità o per stabilire la diagnosi di asfissia.
C’è inoltre spesso il problema di una valutazione soggettiva da parte dei differenti operatori sanitari che si occupano di assegnare il punteggio. Senza dimenticare come il punteggio può essere influenzato non solo dal peso alla nascita o dall’età gestazionale, ma anche dall’assunzione di alcuni farmaci in gravidanza, dal tipo di anestesia seguito, dall’uso di droghe o, ancora, da eventuali anomalie congenite.
Sono cinque i parametri dell’indice di Apgar che vengono osservati e valutati dagli operatori sanitari, ovvero: colore della pelle, frequenza cardiaca, risposta riflessa alla stimolazione del naso, tono muscolare e respirazione.
Il cognome dell’anestesista che ha ideato questo sistema di valutazione è anche l’acronimo inglese dei parametri utilizzati: Appearance (il colorito), Pulse (la frequenza cardiaca misurata sul polso), Grimace (il riflesso agli stimoli), Activity (l’attività muscolare), Respiration (la frequenza e lo sforzo respiratorio.
Il personale medico incaricato esegue un esame obiettivo con il quale valuta i cinque parametri, attribuendo a ciascuno di essi un punteggio che va da 0 a 2. La somma di questi punteggi permette di comprendere lo stato di salute del neonato e valutare qual è il suo adattamento fuori dall’utero e se ha subito conseguenze dal parto.
Per quel che riguarda il colorito, viene assegnato un punteggio pari a 0 quando è completamente cianotico o pallido, di 1 quando è cianotico sulle mani e sui piedi ma roseo sul resto del corpo e di 2 quando è, invece, completamente roseo.
Per questa valutazione viene dato un punteggio pari a 0 in caso di polso assente e di 1 se ci sono meno di cento battiti al minuto. Per una frequenza superiore ai 100 battiti al minuto, invece, il punteggio di Apgar è di 2.
Stimolando il naso del neonato se non si ottiene nessuna risposta il risultato attributo è pari a 0, mentre è di 1 se il bambino fa delle smorfie e di 2 se reagisce con colpi di tosse e starnuti.
In caso di deboli movimenti degli arti (o di assenza degli stessi), al parametro del tono muscolare viene riconosciuto un punteggio di 0. Il punteggio è invece di 1 se vi è una minima flessione delle gambe e delle braccia. Il punteggio è invece di 2 se i movimenti sono attivi e regolari.
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In caso di respiro assente viene riconosciuto un punteggio di 0; se è irregolare o lento un punteggio di 1, mentre è di 2 se vi è un pianto vigoroso.
Va comunque chiarito che un indice di Apgar basso non è sinonimo di morte o di danni cerebrali certi. C’è indubbiamente un rischio maggiore, avendo i neonati subito eventi stressanti degli organi vitali, ma le moderne terapie e la tempestività degli interventi può essere completamente risolutiva e non lasciare conseguenze di alcun tipo sul bambino.
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