Con il termine emolisi si intende la rottura (la lisi, appunto) dei globuli rossi, le cellule del sangue. Le malattie emolitiche del feto e del neonato sono caratterizzate da una progressiva distruzione dei globuli rossi che si verifica quando non c’è compatibilità tra il sangue del figlio e gli anticorpi della madre.

In particolare, sulle cellule del sangue del figlio possono essere espresse delle proteine – gli antigeni – riconosciute come estranee dagli anticorpi materni, in quanto non presenti nella madre, e per questo vengono attaccati e distrutti i globuli rossi fetali o del neonato.

Quali sono le malattie emolitiche neonatali?

In base alla gravità delle manifestazioni cliniche è possibile distinguere tre principali forme di malattie emolitiche fetali e neonatali:

  • l’idrope fetale, che determina scompenso cardio-vascolare e un accumulo eccessivo di liquidi. È la forma più grave della malattia e può essere mortale;
  • l’ittero grave del neonato, che è causato dalle elevate concentrazioni di bilirubina che viene rilasciata come conseguenza della rottura dei globuli rossi. Può portare all’insorgenza dell’encefalopatia neonatale e causare letargia e manifestazioni neurologiche e muscolari;
  • l’anemia congenita del neonato, che è la forma meno grave e con decorso più favorevole anche in assenza di intervento terapeutico.

Le cause delle malattie emolitiche

Durante la gravidanza, gli anticorpi della madre vengono trasportati attraverso la placenta ed entrano nella circolazione del feto. Ciò è necessario perché, al momento della nascita, i neonati hanno un sistema immunitario primitivo e ancora debole e la presenza degli anticorpi materni garantisce che, nel frattempo che svilupperanno un sistema immunitario più forte, abbiano una maggiore protezione.

Le malattie emolitiche del feto e del neonato sono causate da un’incompatibilità tra gli anticorpi materni e gli antigeni sui globuli rossi del figlio. Le cause principali sono:

  • l’incompatibilità del gruppo sanguigno Rh tra la madre e il feto, che resta la causa più frequente delle malattie emolitiche fetali e neonatali. Raramente però si verificano alla prima gravidanza, ma avviene che, con il primo figlio, il sistema immunitario materno si sensibilizza contro l’antigene Rh diverso (madre Rh negativo e figlio Rh positivo) e poi, con il secondo, si ha una produzione massiccia di anticorpi che causa la lisi dei globuli rossi fetali;
  • l’incompatibilità materno-fetale ABO, che è la più frequente causa di malattie emolitiche fetali e neonatali nel mondo occidentale, ma solo in rari casi è grave. Si verifica un’incompatibilità tra madre di gruppo O e figlio con gruppo A o B. I globuli rossi fetali vengono attaccati dagli anticorpi materni anti-A e anti-B.

Malattie emolitiche: sintomi e conseguenze

Dopo il parto, i neonati con malattia emolitica possono presentare sintomi quali:

  • gonfiore;
  • pallore o colorito giallo (il cosiddetto ittero);
  • fegato o milza ingrossati;
  • anemia;
  • accumuli di liquido nell’organismo (l’edema).

Malattie emolitiche neonatali: cure e trattamenti

In caso di diagnosi di malattie emolitiche, il trattamento può avvenire:

  • prima del parto, anche attraverso trasfusioni di sangue al feto;
  • dopo il parto, possono essere necessarie altre trasfusioni per il neonato o si può intervenire sull’ittero, quando presente.

Dopo il parto, il bambino può avere l’ittero, che è conseguenza del rilascio della bilirubina dopo la lisi dei globuli rossi e causa la colorazione gialla della pelle e della sclera degli occhi del bimbo. Livelli tropo alti di bilirubina nel sangue possono, talvolta, causare danni cerebrali. Per ridurre la concentrazione di bilirubina il neonato può essere trattato con la fototerapia, ovvero viene esposto a delle luci particolari.

Sono previsti dei trattamenti anche per la madre: prima del parto, possono assumere corticosteroidi per favorire il completo sviluppo del feto e prepararlo a un eventuale parto prematuro.

Inoltre, per prevenire lo sviluppo di malattie emolitiche, possono essere somministrate alle madri con Rh negativo iniezioni di immunoglobuline Rh0(D) dopo circa 28 settimane di gestazione e di nuovo entro le 72 ore successive al parto. Queste immunoglobuline sono anticorpi che rivestono eventuali globuli rossi fetali Rh positivi (quindi con antigene diverso dalla madre) entrati nella circolazione materna, in maniera tale che non vengano riconosciuti come estranei dal sistema immunitario della madre e non scatenino la formazione di anticorpi anti-Rh.

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  • Neonato (0-1 anno)