Parlare di anemia associata a un neonato può sollevare diverse preoccupazioni nei genitori, specie considerando che parliamo di una malattia che riguarda il sangue e il trasporto di ossigeno. I pediatri, infatti, spiegano l’anemia come la “ridotta capacità di trasporto dell’ossigeno nei diversi distretti corporei e all’instaurarsi di meccanismi di compenso, che sono rispettivamente direttamente proporzionali alla gravità della condizione e alla velocità con cui si instaura l’anemia stessa”.

Trattandosi di materia complessa, delicata e molto articolata, abbiamo intervistato la dottoressa Pilar Nannini, specialista in Pediatria generale, alla quale abbiamo chiesto di spiegarci cos’è l’anemia in un neonato, come e perché si manifesta e, infine, quali sono i trattamenti previsti per questo tipo di patologia.

Dottoressa, iniziamo con il chiederle una definizione di anemia:

L’anemia viene definita come valori di emoglobina o di ematocrito inferiori di almeno due deviazioni standard rispetto ai valori medi per sesso ed età. Questo per dire che c’è un’ampia variabilità dei valori nell’ambito della vita del bambino, dalla nascita fino a che non diventa adolescente. Ci sono delle tabelle a cui bisogna fare sempre riferimento.

Per facilitare la comprensione della definizione possiamo semplificare la deviazione standard indicandola come un indice statistico utilizzato per stimare la variabilità di un fenomeno. Torniamo però all’argomento che ci interessa, ovvero l’anemia nel neonato, andando a conoscerne i sintomi e le principali cause.

Anemia neonato: sintomi

Dottoressa Nannini, quali sono i sintomi con i quali l’anemia si manifesta in un neonato o in un bambino?

Dipende un po’ dal tipo di anemia, diciamo che i sintomi dell’anemia sono dovuti alla ridotta capacità di trasporto dell’ossigeno, che viene sempre espletato dall’emoglobina, e comprendono: letargia, pallore, tachicardia, ma anche irritabilità e a volte riduzione dell’appetito. Possiamo anche aggiungere il rallentamento nella curva di crescita e soffi cardiaci che prima non erano stati riscontrati durante le visite di routine dal pediatra.

Ci sono altri fenomeni legati alla presenza dell’anemia?

Quando invece ci sono i segni di un’anemia emolitica, emolisi, di distruzione dei globuli rossi che contengono l’emoglobina, al posto del pallore abbiamo l’ittero, ovvero la colorazione giallastra della cute, aumento delle dimensioni di fegato e milza e urine con colorazione molto più intensa.

Anemia neonato: tipologie

Quali sono le tipologie più comuni di anemia che possono riguardare un neonato?

La classificazione e l’algoritmo che sono utili per capire il tipo di anemia e le cause, vanno a valutare anche le altre linee cellulari. Quindi oltre la riduzione dell’emoglobina ci sono anche diminuzioni delle piastrine, piuttosto che dei globuli bianchi. Quindi andiamo a capire se questa anemia è associata una riduzione di piastrine e di globuli bianchi e in questo caso si parla di pancitopenia.

Anemia neonato: cause

anemia neonato

Perché si verifica questa condizione? Quali le cause che la determinano?

Le cause possono essere congenite oppure acquisite e per capire le cause dell’anemia bisogna andare ad analizzare anche le altre linee cellulare. Se siamo di fronte a un aumento delle piastrine o a una diminuzione delle piastrine con valori della linea cellulare bianca (i globuli bianchi) nella norma oppure all’aumento dei globuli bianchi e piastrine nella norma.

Le cause sono innumerevoli e le forme più frequenti in età pediatrica sono quelle del neonato e del lattante dove il neonato nelle prime settimane di vita ha una riduzione progressiva dei valori di emoglobina. Questa raggiunge il valore minimo intorno ai sei mesi di vita o prima nel caso di un neonato pretermine, soprattutto se ha un’età inferiore a 32 settimane di gestazione.

Quali le cause più frequenti nei neonati?

Altre cause di anemia nel neonato, soprattutto nel primo mese di vita, e sono quelle più frequenti che allarmano di più. Sono le anemie dovute da infezioni e da farmaci oppure da deficit da B12 nelle mamme vegane non in controllo nutrizionale.

Ci sono anche tutta una serie di anemie congenite rare che interessano il neonato, ma una delle più note è la cosiddetta anemia emolitica. Di cosa si tratta?

È un altro tipo di anemia nel neonato, che è causa di ittero neonatale; quella più comune è l’anemia emolitica da incompatibilità dei fattori RH oppure AB0 del sangue. È dovuta da un’aumentata distruzione dei globuli rossi, perciò si forma questo ittero dovuto all’accumulo di bilirubina.

Nella maggior parte dei casi si risolve in poco tempo eventualmente con una fototerapia e può essere dovuta anche a, per esempio, il cefaloematoma, la tumefazione esterna del cranio del neonato formatasi durante il parto e dovuta a raccolta ematica tra il periostio e le ossa, durante il parto.

C’è un legame tra peso ed età del bambino con lo sviluppo e la gravita dell’anemia?

Tanto è minore è il peso alla nascita e precoce l’età di gestazione tanto più precoce può essere l’anemia. Quindi prima dei sei mesi nei neonati pretermine e intorno ai sei mesi nei neonati a termine. Ed è un’anemia fisiologica, nel senso che nella maggior parte dei casi non necessita di trattamento né di supplementazione di ferro o di acido folico, mentre i prematuri a seconda dei fattori che possono contribuire all’anemia, sono anche più esposti alle infezioni e a deficit nutrizionali come ferro e acido folico. Pertanto in alcuni casi è più sicuro dare una supplementazione nei primi mesi di vita.

Inoltre c’è anche la cosiddetta anemia da carenza di ferro.

Questa riguarda i bambini più grandi e ha un picco di incidenza intorno a 1-2 anni e poi intorno agli 11-14 anni. Questa spesso è dovuta a un ridotto apporto di ferro che deve essere indagato in quanto può esserci un malassorbimento, una celiachia o, nel picco dagli 11 ai 14 anni, un bambino che si muove molto, che è sottoposto ad allenamenti continui oppure ci sono situazioni, come nel caso del bambino lattante, l’allergia alle proteine del latte vaccino, che è molto diffusa, oppure anche situazioni ereditarie come la talassemia o l’anemia mediterranea, condizione genetica ereditaria, anche se non è propriamente da carenze di ferro.

Anonimo

chiede:

Anemia neonato: terapia

Come spesso accade anche per l’anemia nel neonato la terapia dipende sia dal «tipo di causa che dalla valutazione degli altri fattori presenti oppure no».

Parliamo di un fenomeno che si può trattare?

Sì, viene trattato proprio nell’isola neonatale dove il neonato viene mantenuto nella culletta e si dà indicazione di un’adeguata somministrazione di latte, quindi il bambino deve crescere, e poi la fototerapia.

In cosa consiste la fototerapia?

È un trattamento nel quale si mettono i bambini sotto la lampada in una culletta con i raggi ultravioletti.

Questo è l’unico trattamento previsto per la cura dell’anemia nel neonato?

Il primo trattamento dell’ittero nell’età neonatale è la fototerapia; solo nei casi in cui i livelli di bilirubina dovessero superare alcuni valori limite allora si passa all’exsanguino-trasfusione, ma è una cosa molto rara.

L’anemia neonatale si manifesta da subito o può manifestarsi anche successivamente?

Si manifesta intorno al primo o secondo giorno di vita, quindi dopo le ventiquattro ore di vita fino alle due settimane successive. Poi il bambino, aumentando di peso, e dando il tempo di smaltire la bilirubina, la situazione, se non ci sono cause congenite sottostanti, dovrebbe risolversi nelle settimane successive.

Dottoressa Nannini, ci sono modi di prevenire l’anemia o di ridurne la gravità?

Le cause gravidiche vengono valutate dal ginecologo e quando è possibile sì; nel caso di incompatibilità dei fattori RH viene già fatto un trattamento adeguato alla mamma di immunoglobuline. Alla nascita, invece, è sempre un po’ difficile da prevenire, in quanto si valuta la modalità del parto e quella ovviamente incide e ci sono situazioni nella maggior parte dei casi che non è possibile evitare.

La prima cosa rimane un’adeguata alimentazione e supplementazione materna durante il periodo gravidico: la mamma deve avere un quadro nutrizionale con un’alimentazione con adeguate scorte di ferro e B12, altrimenti il bambino è più a rischio di anemia.

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