
I neonati hanno un loro modo di comunicare, sia verbalmente, che con il corpo. Ecco come rispondere e favorire il linguaggio dei neonati.
Quali sono i più importanti bisogni del neonato tra 0 e 6 mesi? Ecco cosa ne pensa il metodo Montessori e i miti da sfatare.
Come è facilmente intuibile, un neonato ha bisogno innanzitutto di essere nutrito e di dormire molto. Ma, ovviamente, un accudimento attento ai bisogni del bambino non si riduce all’allattamento, al riposo e al cambio del pannolino.
Il neonato necessita dell’affetto e del contatto fisico con la mamma, per rievocare il calore, i suoni e gli odori dei momenti trascorsi nella pancia. Il bambino spesso comunica attraverso il pianto, e si calma al contatto fisico quando la mamma lo prende in braccio, o semplicemente quando sente la sua voce o vede il suo volto.
I neonati hanno un loro modo di comunicare, sia verbalmente, che con il corpo. Ecco come rispondere e favorire il linguaggio dei neonati.
Un altro importante bisogno è quello di una routine ripetitiva, che può significare semplicemente avere il proprio peluche preferito accanto, fare il bagnetto alla stessa ora, così come mangiare e riposare negli stessi momenti. Queste piccole abitudini aumentano la sicurezza del bambino.
Anche quando è molto piccolo il neonato ha bisogno della relazione con gli altri; per il bambino questo significa potersi soffermare sui volti e sugli elementi dell’ambiente intorno a sé. Anche una semplice passeggiata al parco è utile perché lo rilassa e lo aiuta nello sviluppo.
Se tutti questi bisogni vengono soddisfatti, a 3 mesi il neonato è in grado di acquistare sicurezza e spirito di osservazione. Tra i 4 e i 6 mesi svilupperà la capacità di relazionarsi agli altri ed esplorare l’ambiente esterno.
Ecco quali sono i più importanti bisogni del neonato da 0 a 6 mesi:
I bambini di poche settimane hanno bisogno soprattutto del contatto con la mamma, di mangiare e dormire molto: sono queste le loro principali attività (e bisogni). Il bambino a questa età inizia a seguire il volto della mamma, e quando piange è possibile calmarlo prendendolo in braccio o allattandolo (contatto fisico).
Il primo contatto pelle a pelle tra il neonato e la mamma offre molti benefici a entrambi: ecco quali sono e perché andrebbe garantito sempre.
Dai 3 ai 5 mesi il bambino fa progressi in ambito motorio: riesce ad afferrare alcuni oggetti e portarli alla bocca. Il bisogno di contatto è sempre forte: il bambino sorride spesso alle persone, e lo fa in modo spontaneo, e inizia a riconoscere i volti che gli sono familiari. Il bambino reagisce alla voce della mamma (bisogno di relazione con la mamma) e riesce a seguire gli oggetti in movimento (bisogno di esplorazione).
A 6 mesi il bambino ha compiuto dei progressi a livello motorio: riesce a stare seduto e a controllare la testa, mettersi su un fianco, ad afferrare gli oggetti e portarli alla bocca. A questa età il bambino ha bisogno di esplorare l’ambiente e le sue stesse capacità attraverso i canali sensoriali.
C’è un’evoluzione anche in ambito relazionale: il bambino riconosce i volti e modifica il comportamento in relazione alle persone. Gioca con i genitori, mostra gioia e curiosità per tutto; per esempio, mostra interesse per i cibi solidi, oltre al latte materno. Infine, il bambino esprime il bisogno di comunicare, infatti inizia a sviluppare la lallazione.
Secondo la pedagogia montessoriana il bambino attraversa alcuni periodi sensitivi, che riguardano la sensibilità all’ordine, al linguaggio, al movimento e l’amore per l’ambiente.
I bisogni fondamentali del neonato sono il contatto stretto con la mamma, l’aderenza ai ritmi biologici del bambino, l’ordine, uno spazio a disposizione in cui muoversi e poter osservare, il bisogno di esplorare l’ambiente con i 5 sensi.
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Per il metodo Montessori l’adulto si fa guida nella scoperta del mondo da parte del bambino; rovesciando prospettiva, spesso è anzi il bambino stesso a guidare l’adulto verso ciò di cui ha bisogno. Se i genitori osservano ciò che al neonato piace e attira la sua attenzione possono capire meglio i suoi bisogni.
Per far sì che l’ambiente risulti piacevole per il bambino è poi necessario essere presenti per far sentire sicuro il bambino; dargli modo di interagire con gli altri e l’ambiente esterno ma senza sovraccaricarlo di stimoli, lasciandolo invece libero di esplorare secondo i suoi tempi e ritmi.
Sui bisogni del neonato esistono alcuni “miti” da sfatare e luoghi comuni del tutto infondati. Abbiamo visto che tra i bisogni fondamentali del neonato c’è quello del contatto fisico e in particolare del contatto con la mamma. A questo proposito, capita spesso di sentire dire che un neonato non va tenuto troppo in braccio perché altrimenti si vizia; oppure che non va fatto dormire coi genitori. Si tratta di credenze non solo false ma spesso anche dannose.
Il neonato, infatti, non si vizia perché è ancora troppo piccolo. D’altra parte il contatto con la mamma gli fa bene, perché in questo modo riesce a sentire il suo affetto e lui stesso riesce a trasmetterlo alla mamma. Anche il cosleeping dovrebbe essere una scelta libera e dettata dai bisogni del neonato, che non ha particolari controindicazioni.
Un ultimo mito da sfatare riguarda il pianto dei neonati. Spesso poi si sente dire che i bambini piangono perché hanno fame (o sonno). A volte è vero, ma molto spesso il neonato piange perché si annoia e semplicemente vorrebbe fare qualcosa di interessante. Per questo è opportuno variare gli stimoli che aiutano il bambino a rispondere al suo bisogno di relazione con gli altri e a conoscere l’ambiente esterno.
A volte basta semplicemente fargli cambiare visuale, vedere un volto nuovo o ascoltare dei suoni piacevoli.
Articolo originale pubblicato il 20 novembre 2020
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