
Il periodo del puerperio può essere emotivamente impegnativo, anche a causa di commenti e osservazioni di parenti e amici. Per non fare danni, ecc...
9 mesi d’amore, ma anche 9 mesi di continue domande e possibili paure. Cos’è l’ansia in gravidanza e come fare per calmarla? Ecco i consigli dell’esperta.
Aspetti un bimbo? Sono tante le emozioni che invadono la mente e il corpo di una donna quando scopre di essere incinta, ma non tutte sono necessariamente positive. Quando si provano stati d’animo che non fanno stare bene, che intaccano la felicità, che stressano la gestante sin dalle prime settimane si parla di ansia in gravidanza. È un fenomeno molto più diffuso di quanto si crede, che si manifesta attraverso forme di timori, agitazioni e paure vere e presunte.
Per far sì che meno donne ne soffrano, abbiamo chiesto alla dottoressa Daria Russo, psicologa clinica, quali sono i rimedi per combattere efficacemente l’ansia in gravidanza.
Una donna che appura di essere incinta, lo scopre innanzitutto attraverso i mutamenti del corpo. Difficilmente si riesce ad accettare con serenità la metamorfosi fisica e i vari stati di disagio, come gonfiori e nausee. La dottoressa Daria Russo osserva:
L’ansia in gravidanza è proprio quella sensazione che alcune donne provano mentre osservano il proprio corpo cambiare, iniziano a temere di non riconoscersi e di non avere la capacità di supportare i cambiamenti e la gravidanza con tutto quello che richiede. Le future mamme si ritrovano a vivere l’ansia a causa dei loro pensieri e delle loro preoccupazioni.
Pensieri e preoccupazioni, dunque, che portano la gestante a chiedersi se il proprio fisico tornerà mai quello di una volta, se il proprio compagno l’accetterà e l’amerà come sempre e in tutte le fasi della gravidanza, se sarà in grado di essere una buona mamma. E tanti altri “se” che innescano il senso di disagio e inadeguatezza di fronte a una situazione più che naturale.
La donna in gravidanza si ritrova a comprendere per la prima volta il significato di “perdita di controllo” in quanto la pancia prende le redini, i ritmi. Allo stesso modo anche l’aspetto ormonale influisce sull’ansia che la donna si trova a vivere.
A questi si associano paure e timori di conoscenti future madri, neomamme e persone che credono di dover dire, sempre e comunque, la propria opinione, suscitando così una spirale di emozioni e apprensioni eccessive.
Il periodo del puerperio può essere emotivamente impegnativo, anche a causa di commenti e osservazioni di parenti e amici. Per non fare danni, ecc...
Se alle persone esterne si può porre rimedio, non ascoltandole e, nei casi peggiori, allontanandole, ben più difficile è il compito di placare i propri pensieri. Ci sono vari modi per calmare l’ansia in gravidanza, ma il primo è certamente quello di vivere serenamente questo momento di cambiamento, senza farsi coinvolgere da inutili preoccupazioni e, quando proprio non si riesce a sostenere il mutamento, parlarne con qualcuno, da un amico a una figura specializzata.
Vivere 9 mesi di ansie e frustrazioni non fa bene alla mamma ma nemmeno al bambino! Dice la dottoressa Russo:
Studi dimostrano che quello che proviamo, sia che siano emozioni positive che negative, arrivano al feto. Gli alti livelli di ansia di una futura mamma possono diventare anche un fattore di rischio sulla possibilità di portare a termine la gravidanza stessa, essere causa di preeclampsia e comportare maggior rischio di parto prematuro. Qualora la gravidanza fosse portata a termine, l’ansia potrebbe provocare una nascita a basso peso corporeo. È importante anche pensare al periodo di gestazione e come l’ansia durante i diversi periodi di gestazione possa influenzare in modo diverso il feto. Qualora lo stress prendesse piede in una fase avanzata, ricerche dimostrano che il bambino presenta un maggior rischio di sviluppare malattie neuropsichiatriche e metaboliche.
Quali sono i sintomi (e la cause) della condizione, che può verificarsi a partire dalla metà della gravidanza, nota come gestosi o preeclampsia.
È sbagliato credere che il feto, dunque, non si accorga dello stato ansioso della sua mamma. Tutta colpa del cortisolo, un ormone prodotto eccessivamente in caso di stress. Il cortisolo quindi potrebbe incidere negativamente, ma non è l’unico fattore da tenere sotto controllo.
Ricerche – conclude Russo – dimostrano che anche l’adrenalina e la noradrenalina possono provocare un afflusso di sangue sballato all’utero. Ancora lo stress in gravidanza può portare a dei rischi di disturbi psichiatrici nel corso di vita del bambino e la possibilità che questo possa avere difficoltà nello sviluppo psicomotorio.
Articolo originale pubblicato il 14 marzo 2019
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