Anonimo

chiede:

Salve. da poco ho scoperto di essere rimasta incinta, nonostante prendevo la pillola. Ho già un figlio di 6 anni e mezzo, sono ragazza madre, suo padre non lo ha riconosciuto. Sin da piccola, a causa di un mio parente che abusava di me, ho cominciato a soffrire di ansia, finché nel 2007 ho cominciato ad avere attacchi di panico, crisi di abbandono e agorafobia. Fino ad ora, non mi sono mai trovata bene con uno specialista, ho solo uno psichiatra che mi prescrive i farmaci da prendere. Da 6 mesi sto insieme ad una persona, e da poco sono rimasta incinta. Lui non vuole tenerlo, e a pensarci bene nemmeno io lo voglio. Ma non riesco ad affrontare l’ivg. Il pensiero di dovermi allontanare da casa per stare dalla mattina alla sera in ospedale mi fa stare malissimo. Se devo fare visite le faccio tutte vicino a casa. Volevo sapere se mi presento in ospedale, per l’ivg, e mi prende un attacco di panico, cosa succede? Mi possono somministrare il valium e poi anestetizzarmi? Allo stesso tempo penso, che se dovessi tenerlo, come faccio a fare le ecografie e le visite? E il giorno del parto oltre al dolore, mi si scatenerebbe un attacco di panico da paura. È possibile affrontare l’ivg con tutti i problemi che ho? Grazie

Gentile signora, da quanto racconta gli attacchi di panico di cui soffre sono particolarmente invalidanti; sia nel caso decidesse di fare un’Ivg che se decidesse di tenere il bambino, sarebbe opportuno parlarne con il suo ginecologo di fiducia e con lo psichiatra che la segue per i farmaci, per trovare insieme la soluzione più adeguata per tamponare e possibilmente evitare eventuali crisi d’ansia.
In linea più generale credo che sarebbe utile comprendere quali sono le radici di questo malessere e come può prendersene cura. Il farmaco sicuramente è un valido aiuto nel tamponare una crisi ma non è risolutivo del problema, in quanto fornisce una sorta di coperchio ad una pentola che bolle. I migliori auguri

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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