
Riflessi del neonato: quali sono e a cosa servono
Ogni neonato alla nascita ha una serie di comportamenti innati che gli consentono di sopravvivere. Sono i cosiddetti riflessi arcaici primari. Scop...
Molti bambini sentono l'esigenza di mettere il dito in bocca. Perché? Vediamo quali sono le conseguenze e i consigli per togliere il vizio; e infine, cosa è preferibile tra dito in bocca e ciuccio (o nessuno dei due).
L’abitudine a mettere il dito in bocca è legata al riflesso di suzione e inizia a consolidarsi già in gravidanza: dopo il primo trimestre il bambino mette le dita, e in particolare il pollice, in bocca. La suzione può essere nutritiva e non nutritiva. La prima è volta a garantire al bambino il nutrimento, è strettamente connessa alla deglutizione e alla respirazione.
La seconda può comparire nel sonno e avviene in modo spontaneo e intenzionale, può essere stimolata dall’inserimento di un dito o un altro oggetto in bocca. La sua funzione è quella di regolare la respirazione, il battito del cuore, la digestione, l’alternarsi di stati di sonno e di veglia, di scaricare la tensione e contrastare il dolore.
Ogni neonato alla nascita ha una serie di comportamenti innati che gli consentono di sopravvivere. Sono i cosiddetti riflessi arcaici primari. Scop...
La conseguenza più importante dell’uso prolungato del dito in bocca è una certa deformazione del cavo orale. Questa potrà risolversi da sola quando il bambino sospende questo tipo di suzione non nutritiva. Infatti, i bambini non solo succhiano il dito, ma lo spingono contro il palato e questo, a lungo andare, può causare danni al palato con una conseguente deformazione dell’arcata dei denti.
Secondo le principali raccomandazioni e documenti internazionali l’età limite entro cui il dito in bocca non provoca danni è quella di 3 anni. A quest’età, d’altra parte, la maggior parte dei bambini riescono ad abbandonare questa abitudine da soli.
Se invece un bambino a 4 o 5 anni non riesce a rinunciare al dito in bocca (come al ciuccio) probabilmente ci troviamo di fronte a un disagio emotivo più importante che è sfociato in una dipendenza, o a comportamenti ambigui dell’adulto che non lo hanno aiutato a smettere; a quel punto ci si potrà rivolgere a un professionista.
Ma fino a 3 anni viene considerato perfettamente normale il desiderio del bambino di tenere continuamente il dito in bocca (o il ciuccio). Spesso accade che i bambini smettano da soli da un momento all’altro, solitamente intorno ai 3 anni; e per i più “lenti” non dopo i 4. Per quanto riguarda invece la suzione nutritiva e l’attaccamento al seno, non si corre nessun rischio in relazione a un’eventuale deformazione del cavo orale.
Le domande che riguardano la salute di un figlio hanno bisogno di risposte certe. Ecco quelle dell’esperto per evitare di incorrere in disinforma...
L’abilità del bambino di autoregolare il proprio comportamento, rimandare la gratificazione o sopportare le frustrazioni, si sviluppa dai 2 ai 3 anni.
Questa è l’età in cui i bambini osservano e imitano gli adulti e i bambini più grandi di loro. E molti abbandonano l’abitudine di mettere il dito in bocca perché vogliono comportarsi come “i grandi”. Per quelli che ancora non lo fanno spontaneamente, ecco alcuni consigli per togliere (da soli) il vizio del dito in bocca.
A partire dal sesto-settimo mese iniziano a spuntare i primi dentini. Ecco come riconoscere i sintomi e gestire i fastidi tipici di questa fase.
Le suzioni del dito, del ciuccio e del seno (quella non nutritiva) svolgono la funzione di autoregolazione del comportamento del neonato; rispondono a un bisogno innato di consolazione e conforto; ma possono avere, come abbiamo visto, conseguenze sul suo sviluppo psicomotorio.
La suzione del dito viene gestita dal bambino in modo autonomo e ha l’effetto positivo di incrementare la sua capacità di regolare gli stati di sonno e di veglia. Spesso viene giudicata male e se ne estremizzano le potenziali conseguenze (che riguardano un numero basso di casi).
Secondo alcuni, l’utilizzo del ciuccio potrebbe essere utile prima di addormentarsi per diminuire il rischio della morte in culla (SIDS); ma anche questo strumento ha i suoi contro.
Ma allora, qual è preferibile tra i due? L’ideale sarebbe crescere un bambino che sappia stare senza l’uno o l’altro, togliendogli il dito e non dandogli il ciuccio quando è ancora piccolo (poi diventa più difficile). Ma come in tutte le cose, bisogna trovare una giusta misura per ogni bambino: quello che va bene per uno, potrebbe non andare bene per un altro.
Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere gratuitamente i nostri EBOOK dedicati a concepimento, gravidanza e genitorialità.
La celiachia nei bambini si manifesta durante lo svezzamento, quando avviene il primo contatto con alimenti contenenti glutine. Abbiamo chiesto al ...
Giocare è una cosa seria e le attività sensoriali aiuteranno il bambino nell'esplorazione del mondo che lo circonda con affidabilità, curiosità...
Nella scelta dei prodotti destinati all'alimentazione del neonato e del bambino, l'attenzione è rivolta alle etichette alimentari: uno studio most...
Il metodo Suzuki è conosciuto in tutto il mondo per l'insegnamento della musica ai bambini. Ecco i benefici e il ruolo attivo dei genitori.
Utile, pratico, comodo e indispensabile: il piatto con ventosa è l'aiuto in più per genitori e bambino; disponibile in diversi modelli e tipologi...
La Pandemia ha modificato le abitudini alimentari ma anche il sonno dei bambini: come ristabilirlo? I consigli degli esperti per creare una sana ro...
Quali sono le migliori marche da acquistare? Ecco tutto quello che c'è da sapere sui vantaggi e gli svantaggi dei pannolini biodegradabili.