Durante l’allattamento possono insorgere numerosi problemi che lo rendono particolarmente difficoltoso: alcuni si risolvono spontaneamente in poco tempo, altri invece permangono e possono dare origine a un dolore e a complicazioni tali da rendere impossibile la suzione del bambino.Vediamo quali sono i 5 problemi più frequenti che possono insorgere durante l’allattamento.

1. L’ingorgo mammario

Soprattutto nelle prime fasi dell’allattamento può capitare che il seno diventi gonfio, arrossato e dolente, e che il flusso di latte si arresti: si parla in questo caso di ingorgo mammario, ed è un disturbo abbastanza frequente. L’ingorgo mammario è causato da un incompleto svuotamento dei dotti galattofori che, per aumento della pressione al loro interno, rende difficoltosa la fuoriuscita del latte.

Per porre rimedio a questo inconveniente si possono usare i seguenti accorgimenti:

  • Impacchi caldo-umidi. Prendete un asciugamano di spugna e immergerlo in acqua molto calda, strizzatelo e applicatelo sul seno. Copritelo poi con un foglio di cellofan e rimanete in questa posizione per una decina di minuti. Se l’ingorgo è lieve, questo rimedio è di solito sufficiente.
  • Rimedio della bottiglia. Prendete una bottiglia di vetro, come quelle del sugo di pomodoro, della capacità di circa 700 ml e con l’imboccatura piuttosto ampia; riempitela con acqua bollente lasciando che si riscaldi bene. Svuotate la bottiglia tenendola con un asciugamano per non scottarvi, raffreddate l’imboccatura sotto il rubinetto e applicatela all’areola. La bottiglia aderirà quasi ermeticamente perché l’aria calda al suo interno, raffreddandosi lentamente, esercita sulla pelle una pressione negativa che determina un leggero effetto di aspirazione. Dopo qualche minuto comincia la fuoriuscita del latte. È possibile ripetere l’operazione finché il seno è più morbido; quindi si può procedere alla spremitura del latte usando il tiralatte. Si può prevenire l’ingorgo mammario del terzo o quarto giorno dopo il parto facendo attenzione a far attaccare in maniera corretta il neonato alla mammella così che poppi bene sin dall’inizio.

Se si dovesse verificare l’ingorgo, sappiate che questo problema si risolve spontaneamente entro un paio di giorni. Si può continuare ad allattare facendo attenzione ad attaccare bene il bambino alla mammella. Se il dolore è particolarmente intenso per alleviarlo si possono usare foglie di cavolo cappuccio, un rimedio che pare funzionare meglio degli impacchi di ghiaccio e di altri trattamenti. Come usare il rimedio del cavolo cappuccio:

  • Schiacciare la foglia di cavolo con un matterello se è troppo rigida e non si adagia bene su tutta la superficie della mammella.
  • Avvolgere il seno con le foglie di cavolo e lasciarle agire per 20 minuti per due volte al giorno. Questo metodo dovrebbe funzionare dopo due o tre applicazioni. Alcuni dicono di applicare le foglie dopo ogni poppata ed aspettare che esse avvizziscano. Ci sono però alcuni dubbi sull’uso troppo assiduo delle foglie di cavolo in quanto si pensa che esse possano diminuire la produzione di latte.
  • Smettere non appena l’ingorgo si allevia e le mammelle non danno più fastidio.

2. Le ragadi al seno

Le ragadi sono dei piccoli tagli localizzati al bordo dell’areola o sul capezzolo, che rendono molto dolorosa la poppata nel corso dell’allattamento. Tuttavia, usando semplici accorgimenti, è facile prevenirli e curarli:

  • Correggete la posizione di attacco del bambino al seno, che è quasi sempre la causa prima delle ragadi.
  • Evitate di usare detergenti specifici o prodotti topici. È dimostrato che l’uso di detergenti specifici, creme protettive, pomate o garze cicatrizzanti non previene e non cura le ragadi, anzi il loro odore particolare può essere sgradevole per il neonato che quindi rifiuta il seno. È sufficiente lavare il seno con un detergente neutro non profumato prima e dopo la poppata.
  • Iniziate la poppata dal seno sano, passando all’altro quando il riflesso di eiezione del latte è già iniziato.
  • Esponete il seno all’aria per qualche tempo tra una poppata e l’altra. D’estate se possibile esponete il seno al sole, d’inverno può andare bene anche asciugarlo per qualche minuto con il phon.
  • Portate delle coppette antiragadi tra una poppata e l’altra, che tengono il capezzolo e l’areola asciutti e separati dai vestiti, protetti da una cupola traforata che permette l’areazione.
  • Evitate l’uso dei paracapezzoli, che impediscono al bambino di succhiare correttamente e inibiscono il riflesso che stimola la lattazione.

3. La mastite

La mastite è un’infezione dei dotti galattofori, favorita dalla presenza di ragadi e dall’ingorgo mammario. Trattando correttamente queste due prime condizioni si può evitare l’insorgenza di questa complicazione che di solito colpisce un solo seno, che appare gonfio, arrossato e dolente.

Il più delle volte con l’infiammazione compaiono anche febbre e malessere generale. Si cura con antibiotici e svuotando il seno dall’eccesso di latte. Molti antibiotici sono compatibili con l’allattamento, per cui si può continuare ad allattare il bambino anche durante la terapia: in ogni caso sarà il medico a indicare il trattamento migliore.

4. Il capezzolo introflesso

La presenza del capezzolo introflesso può rendere impossibile l’allattamento. A volte il capezzolo “fuoriesce” spontaneamente nel corso della gravidanza. È anche possibile intervenire con alcune tecniche e manovre utili per preparare il seno e favorire anche la fuoriuscita del capezzolo.

Esiste anche un apposito apparecchio che, applicato al seno durante la gravidanza e eventualmente anche prima della poppata facilita la fuoriuscita del capezzolo rendendo quasi sempre possibile l’allattamento.

5. Il bambino “non si attacca”

Alcuni bambini non vogliono attaccarsi al seno, nonostante tutti gli accorgimenti possibili, mentre succhiano normalmente dal biberon. Di solito si tratta di bambini che per un certo periodo, magari perché la mamma non è stata bene oppure si è dovuta allontanare, hanno preso il latte dal biberon o che, per insufficienza di latte materno, sono in allattamento misto.

Succhiare dal biberon è più facile che dal seno e può succedere che il piccolo si accorge di fare fatica, si spazientisce, piange e non si attacca. In questo caso, dopo aver fatto alcuni tentativi, si dovrà raccogliere il latte con il tiralatte e darlo poi al bambino con il biberon. Una procedura piuttosto scomoda ma vale la pena di portare pazienza, perché il bambino goda dei vantaggi nutrizionali del latte materno almeno finché è più piccolo.

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