Ci passiamo tutte, non solo nei primi mesi della nostra esperienza di maternità. Frasi inopportune, caustiche, insinuanti. Commenti giudicanti nascosti tra le righe di affermazioni banali o, più semplicemente, cose dette in totale buona fede ma capaci comunque di farci sentire inadeguate, sotto accusa, sole e incomprese.

Frasi apparentemente insignificanti che magari noi stesse abbiamo detto tante volte, in passato, a chi è stata mamma prima di noi. Basterebbe una dose generosa di empatia, e la pratica sempre valida di restare in silenzio quando quello che siamo tentate di dire non ci sembra in fondo necessario, utile o costruttivo.

Sul tema si potrebbe scrivere un trattato enciclopedico, ma ecco quali sono, secondo me, le 5 cose da non dire a una mamma.

1. Dovresti prenderti del tempo per te

Intanto, questa affermazione sottintende una serie di non detti che la mamma in questione potrebbe fraintendere, e per i quali potrebbe risentirsi: cose del tipo “hai un aspetto trascurato, sei intrattabile, sei isterica o esaurita”. Meglio, decisamente, offrirsi di dare una mano in maniera concreta, oppure invitare l’amica-mamma al cinema, a fare un aperitivo o una passeggiata.

2. Ai miei tempi si faceva così

È una tendenza che si ripresenta in qualche modo in ogni generazione: la certezza che “prima” le cose andassero meglio, e che sarebbe di certo opportuno o consigliabile tornare alle “sane e vecchie abitudini” di una volta. In realtà, molte delle vecchie convinzioni e credenze in fatto di puericultura, educazione, salute (e molto altro) sono state messe in discussione, e spesso sovvertite, dai progressi della medicina, della ricerca, della conoscenza in senso lato.

Negli anni cambiano drasticamente il costume, la mentalità, la sensibilità generale. La nostalgia è un sentimento umano e per certi versi importante e prezioso, ma non ha senso paragonare la realtà attuale a quella di tanti anni fa, né pretendere di usare il passato come un parametro di riferimento per le scelte e i comportamenti delle mamme di oggi.

3. Allatti (ancora) al seno?

Non esiste, forse, un argomento più intimo, personale e delicato dell’allattamento al seno. Non perché sia un tabù, ovviamente, ma perché allude a una scelta privata e in alcun caso sindacabile. E spesso, per alcune donne, rappresenta un tema spinoso, che si porta dietro rimpianti e nodi irrisolti. Lo stesso vale per le madri che scelgono di allattare “a lungo”, o che lo fanno in pubblico, o che magari allattano in tandem due fratellini di età diverse. Non sono affari vostri, evitate commenti, allusioni e domande indiscrete.

4. A quando un fratellino?

Dovrebbe essere davvero superfluo sottolineare quanto possano essere invadenti e inopportune le domande su una seconda maternità. Non solo perché ci sono coppie che magari un secondo bambino lo vorrebbero, ma proprio non riescono ad averlo o non sono in condizioni economiche o lavorative per programmarlo, ma anche perché un figlio dovrebbe essere sempre una scelta il più possibile libera e consapevole, e non certo un “obbligo” morale per “fare compagnia al primogenito”.

Senza contare che la mamma che abbiamo di fronte potrebbe essere reduce da una esperienza straziante come l’aborto, e il nostro sarcasmo non sarebbe certamente di aiuto.

5. Non cammina/parla/scrive ancora?

Aggiungendo poi la chiosa che dovrebbe rassicurare: “tranquilla, ognuno ha i suoi tempi”. Specialmente in una madre alle prime armi, allusioni ai presunti “ritardi” nello sviluppo di suo figlio possono essere fonte di grande ansia e preoccupazione, anche se edulcorate o smorzate da distinguo e rassicurazioni.

Quando poi siamo di fronte a commenti e considerazioni che in realtà servono più a sottolineare la propria competenza come genitore rispetto alla presunta inadeguatezza altrui, è evidente che si tratta a maggior ragione di una delle cose da non dire a una mamma.

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