Finalmente da giugno 2022 l’attribuzione del cognome paterno al nascituro non è più automatica, ma bensì i genitori posso scegliere di attribuire un solo cognome o entrambi i cognomi.
È un grande traguardo per il nostro Paese.
I genitori potranno accordarsi, senza troppe formalità, di attribuire il cognome paterno o il cognome materno o entrambi nella sequenza preferita. Qualora non ci sia accordo tra i genitori, ci si dovrà rivolgere al Tribunale.

La legge sul doppio cognome

Il cognome di un individuo, insieme al suo nome, è il fulcro (così si legge nelle premesse della sentenza della Cassazione) “dell’identità giuridica e sociale, collega l’individuo alla formazione sociale che lo accoglie tramite lo status filiationis” Per questo motivo “Il cognome deve, pertanto, radicarsi nell’identità familiare e, al contempo, riflettere la funzione che riveste, anche in una proiezione futura, rispetto alla persona”.

Prima della pronuncia della sentenza della Corte Costituzione, pubblicata a maggio 2022, era prassi che ad ogni nascituro, nato anche fuori dal matrimonio ma riconosciuto dal padre, fosse attribuito il cognome paterno.

La Cassazione ha ribadito come “La proiezione sul cognome del figlio del duplice legame genitoriale è la rappresentazione dello status filiationis: trasla sull’identità giuridica e sociale del figlio il rapporto con i due genitori. Al contempo, è il riconoscimento più immediato e diretto «del paritario rilievo di entrambe le figure genitoriali»”.

La Cassazione ha dichiarato alla l’illegittimità costituzionale:

  • dell’articolo 262 del Codice Civile che recita “Il figlio assume il cognome del genitore che per primo lo ha riconosciuto. Se il riconoscimento è stato effettuato contemporaneamente da entrambi i genitori il figlio assume il cognome del padre”;
  • della relative norme in materia di Diritto del minore ad una famiglia, Regolamento per la revisione e la semplificazione dell’ordinamento dello stato civile;
  • dell’articolo 299 terzo comma del Codice Civile;
  • dell’articolo 27 comma 1 della Legge 184/1983.

e ha stabilito che il figlio assume i cognomi dei genitori.

Anonimo

chiede:

Questo significa che la decisione della Cassazione si applica solamente ai nuovi nati e trova applicazione nel momento del riconoscimento di tutti i figli, sia quelli nati all’interno del matrimonio che fuori di esso e i figli adottati. Inoltre che in automatico i figli assumono il cognome di entrambi i genitori dando a loro la possibilità di scegliere l’ordine o l’attribuzione di uno solo dei due cognomi, o quello paterno o quello materno. In caso di mancato accordo nell’attribuzione dell’ordine dei cognomi o di quale cognome dare al figlio si ricorre all’intervento del giudice “in conformità con quanto dispone l’ordinamento giuridico”.

Il nascituro può assumere anche un cognome paterno e/o materno in modo diverso dai propri fratelli/sorelle.

Le tappe che hanno portato al riconoscimento di legittimità del doppio cognome ai figli

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Fonte: iStock

Per arrivare a questa novità, vi è stato un lungo percorso giurisprudenziali durato diversi anni, partendo già dal 2016, anno nel quale la Corte Costituzionale riconosceva la possibilità a una coppia italo-brasiliana residente a Genova di dare al figlio anche il cognome materno oltre a quello paterno.

In questa sentenza si riconosceva l’illegittimità della norma che non consentiva ai coniugi di comune accordo di trasmettere ai figli, al momento della nascita, anche il cognome materno. L’uso della congiunzione anche fece pensare, convertendolo nella prassi comune, che il cognome materno potesse essere solamente aggiunto a quello paterno, ma senza sostituirlo e solamente se i genitori ne avessero fatto espressa richiesta.

Inoltre, analizzando le norme in materia di possesso di stato (l’insieme di fatti attraverso i quali si giunge al riconoscimento di una specifica situazione giuridica), dal 2013 difficilmente si troverebbero indicazioni alla figura paterna come riferimento per la famiglia. Negli ultimi dieci anni, quindi, è maturata la consapevolezza di come il riferimento familiare fossero entrambi i genitori e non solo il padre.

Questo a conferma di una coscienza in divenire che la sentenza di maggio 2022 della Cassazione ha “solamente” esplicitato e formalizzato. Anzi, la Corte Costituzionale stessa già nel 2004 (Ordinanza 13298/2004) era giunta alla conclusione per la quale nell’ordinamento giuridico italiano non esiste una disposizione diretta per cui ai figli legittimi debba essere attribuito il cognome paterno.

Nel 2006 (Pronuncia 12641/2006) la Corte di Cassazione precisava che i genitori devono avere la facoltà di scegliere quale cognome trasmettere ai propri figli, senza alcun automatismo o privilegio. Questo sia quando l’attribuzione del cognome paterno possa rappresentare un danno al minore che quando il cognome materno è radicato nel contesto sociale in cui il figlio vive.

Nei primi mesi del 2023 a Milano già il 16% delle coppie ha scelto il doppio cognome per i propri figli.

Cosa cambia dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul doppio cognome

La Corte di Cassazione, con la sentenza 131/2022, si è pronunciata, ma nella pratica cosa cambia per le coppie che hanno un figlio e vogliono attribuirgli sia il cognome paterno che quello materno, solo quello materno o solo quello paterno?

L’attribuzione del doppio cognome è automatica qualora ci sia l’accordo dei genitori. Se non sussiste l’accordo, ci si dovrà rivolgere al Giudice.
Anche per i figli adottati vale lo stesso principio. Coloro che hanno il doppio cognome, dovranno poi firmare nei documenti ufficiali con
entrambi i cognomi.

La sentenza della Corte Costituzionale sul doppio cognome ai figli è entrata in vigore il 1 giugno 2022 con la relativa pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Da questo momento i nuovi nati avranno la possibilità di ottenere il doppio cognome secondo la volontà dei genitori (o solo uno dei due), mentre per i nati prima di questa data laddove si desideri attribuire il doppio cognome bisognerà farne esplicita richiesta. Va precisato che tecnicamente le sentenze della Corte Costituzionale che riconoscono l’illegittimità di una norma sono retroattive, ma in questo caso potrebbe risultare un problema la revisione di tutti i cognomi dei cittadini italiani. Anche in questo senso la legge richiesta al Parlamento dovrà pronunciarsi.

Ci sono anche altri aspetti che dovranno essere definiti, e uno di quelli più urgenti è comprendere come i neonati di oggi, che avranno figli in futuro, gestiranno i rispettivi doppi cognomi, visto che sarebbe impensabile l’opzione di attribuire i doppi cognomi della madre e i doppi cognomi del padre, poiché si troverebbero con quattro cognomi. Sono quindi diversi gli aspetti ancora da definire sui quali, anche con una certa urgenza, dovrà intervenire il Parlamento per sanare il vuoto normativo seguendo le indicazioni della Corte Costituzionale.

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