
Il ciclo mestruale accompagna una donna durante tutto il suo periodo fertile, dura in media 28 giorni e si divide in tre fasi, che iniziano dal pri...
Molte donne provano un dolore più o meno intenso a ridosso dell'arrivo del flusso mestruale: vediamo quali possono essere i motivi e quali le terapie.
Piacevoli non sono per nessuna, ma per alcune donne le mestruazioni sono un vero incubo: sbalzi d’umore, stanchezza cronica, manifestazioni cutanee e malessere generale.
E poi il dolore: forte in molti casi, fortissimo in altri. Si chiama tecnicamente dismenorrea e indica proprio il dolore che precede e accompagna il flusso mestruale. Un dolore che si presenta, più o meno puntuale, ogni mese, per tutta la durata della vita fertile di una donna.
Con il termine dismenorrea si indicano condizioni fisiche diverse tra loro, per cause che le provocano e per i sintomi con cui si manifestano. Per inquadrare questo problema è utile fare una prima distinzione fra due eventualità:
Entrambe le condizioni vengono approfondite attraverso un esame medico, che può stabilire se ci si trova in presenza di alterazioni fisiche che portano a provare dolore oppure no.
Spesso questo tipo di dismenorrea inizia con la pubertà e si manifesta con un dolore simile a quello delle coliche. Interessa principalmente il basso ventre, da dove si irradia verso i reni e arriva fino alle cosce. Questo dolore compare poco prima o durante il flusso mestruale e aumenta di intensità fino all’arrivo del flusso, per poi farsi più leggero con il passare dei giorni. È dovuto in gran parte ai cambiamenti ormonali che interessano il corpo della donna durante l’intero ciclo mestruale.
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Dopo alcune ore il dolore “tipo colica” lascia il posto ad un fastidio diverso, che interessa l’addome e dura anche un’intera giornata o anche per alcuni giorni. Oltre al dolore alla pancia possono presentarsi altri sintomi come nausea, vomito, mal di testa, mal di schiena, disturbi del tratto gastrointestinale, comparsa di brufoli, irritabilità, tristezza, sbalzi di umore. L’insieme dei sintomi che accompagnano l’arrivo delle mestruazioni viene definita sindrome premestruale (Pms).
A differenza del dolore da mestruazioni che si può ricondurre a una patologia fisica la dismenorrea “primaria” può essere provocata da diversi fattori. A essere colpite da questo tipo di dolore sono soprattutto le donne che non hanno mai avuto figli (nullipare) e che hanno un’alta sensibilità al dolore, oppure che hanno subito traumi psicologici o di natura sessuale. Anche la familiarità con la dismenorrea è associata ad una più alta predisposizione a sperimentarla a propria volta.
La diagnosi della dismenorrea primaria non è immediata, dal momento che è necessario effettuare specifici esami dell’attività ormonale dell’ovaio e dell’ipofisi della donna. Con l’analisi dei risultati il medico può poi prescrivere una terapia mirata a base di ormoni, oppure può agire sui sintomi consigliando l’assunzione di farmaci per lenire il dolore.
Anche alcune condizioni fisiche possono essere alla base delle mestruazioni dolorose, e in questo caso si parla di dismenorrea secondaria. Tra le più comuni si trovano anomalie a carico della conformazione dell’utero, che può presentarsi antiflesso o retroflesso, il prolasso utero-vaginale e la presenza di fibromi o polipi uterini. Anche la presenza di un’infiammazione vaginale può provocare dolore.
Tra i motivi per cui una donna può soffrire di dolore mestruale dovuto a cause fisiche si trova poi l’endometriosi, che consiste nella presenza di tessuto endometriale al di fuori della sede corretta (cioè l’utero). Tale tessuto, infiammandosi nei giorni delle mestruazioni anche fuori dalla sua sede, provoca un forte dolore. Tale dolore, purtroppo, viene ancora troppo spesso ricondotto ad una “eccessiva” sensibilità della donna e la diagnosi viene così rimandata, con conseguenze anche gravi per la salute della donna che ne soffre. Riconoscere al più presto la presenza dell’endometriosi è invece fondamentale per scongiurare ulteriori complicazioni e per poter curare il forte dolore.
L'endometriosi consiste nella crescita di tessuto endometriale in sedi anomale, provoca dolore e infertilità. La tempestività della diagnosi è f...
Per la dismenorrea secondaria arrivare a una diagnosi può essere piuttosto complesso: il dolore non andrebbe mai sottovalutato, e andrebbe indagato con una visita ginecologica approfondita (che preveda all’occorrenza anche un’isteroscopia). In questo modo è possibile evidenziare le cause fisiche che la provocano e programmare eventuali interventi farmacologici o chirurgici. La terapia proposta andrà ad agire quindi sulla causa della dismenorrea, quando possibile.
Molte donne riscontrano una netta diminuzione del dolore delle mestruazioni dopo il primo parto, poiché normalizza eventuali aderenze dell’utero.
Per alleviare il dolore delle mestruazioni che non sono dovute a un’anomalia fisica possono essere utili i farmaci analgesici o antinfiammatori. Anche l’assunzione della pillola anticoncezionale ormonale riduce sensibilmente il dolore del ciclo mestruale. Si può intervenire anche preventivamente con alcuni accorgimenti come evitare l’assunzione di alcol e cibi grassi nei giorni che precedono l’arrivo del ciclo, dal momento che sono associati ad un aumento del dolore.
Anche seguire una dieta alimentare corretta è utile a molte donne per combattere il dolore del ciclo.
Se il dolore delle mestruazioni ha una causa fisica, invece, questa andrà valutata dal medico per trovare la terapia migliore. In caso di endometriosi, ad esempio, può essere opportuno effettuare degli interventi laparoscopici per rimuovere il tessuto endometriale ectopico.
Articolo originale pubblicato il 19 settembre 2018
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