
L'isterectomia è la rimozione dell'utero ed è un intervento serio con gravi conseguenze che deve essere valutato attentamente prima di essere ese...
A causa dell'ostruzione dell'orifizio cervicale il sangue delle mestruazioni non fuoriesce verso l'esterno ma si accumula all'interno dell'utero; scopriamo quali sono le conseguenze sulla salute e la fertilità .
Si tratta, come riportato in questo studio pubblicato su ScienceDirect di una lesione ginecologica benigna le cui implicazioni, sia a livello di sintomi che di conseguenze, variano a seconda dell’età , delle caratteristiche del ciclo mestruale, dalla velocità con cui il sangue si accumula e dalle possibili infezioni che si possono sviluppare.
L’American Journal of Obstetrics & Gynecology definisce l’ematometra come l’accumulo di sangue mestruale all’interno della cavità uterina. Questo accumulo si ha, come precisato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità , quando il regolare deflusso è ostruito a livello dell’utero, della cervice o della vagina.
Di per sé l’ematometra, come precisato dal portale Fertilitypedia, può rappresentare un grande ostacolo per il raggiungimento di una gravidanza. Molto, però, dipende dalla causa sottostante:
L'isterectomia è la rimozione dell'utero ed è un intervento serio con gravi conseguenze che deve essere valutato attentamente prima di essere ese...
L’ostruzione del canale di deflusso del sangue responsabile dell’ematometra può essere parziale o completa e può interessare qualsiasi elemento del tratto genitale inferiore. La causa può essere congenita o acquisita:
È stato segnalato come siano in aumento i casi di ematometra acquisito per effetto della maggiore frequenza di un improprio curettage e come conseguenza dell’aumento dei tassi di parto operativo (il parto vaginale, come descritto dal Manuale MSD, per il quale è prevista l’applicazione del forcipe o della ventosa alla testa del feto per gestire la seconda fase del travaglio) nei Paesi in via di sviluppo. Inoltre, l’ematrometra è una delle complicanze della chirurgia isteroscopica con un’incidenza dell’1-2% dei casi.
I sintomi comuni dell’ematometra sono l’assenza del ciclo mestruale (amenorrea) primaria (quando il ciclo mestruale non c’è mai stato) o secondaria (interruzione di un ciclo mestruale prima presente) e dolore addominale. Tra i sintomi è da considerare anche l’aumento del volume dell’utero che risulta essere teso ed elastico
Nelle giovani donne la presenza di crampi addominali episodici e l’amenorrea primaria spesso suggerisce la possibilità che vi è in presenza di un’ematometra in via di disviluppo. Se l’occlusione è incompleta, invece, possono esservi delle macchie di sangue di colore marrone scuro. A volte si può avere anche una ritenzione urinaria e dismenorrea. Nelle donne in postmenopausa, invece, l’ematometra può essere del tutto asintomatico e pertanto restare sconosciuto.
Per la diagnosi è utile un esame ecografico: l’ecografia transaddominale consente di esaminare le occlusioni de tratto genitale, mentre l’ecografia transvaginale permette una valutazione più approfondita in quanto permette la visualizzazione della cavità endometriale. In alternativa l’esame viene condotto tramite il sondaggio della cervice attraverso un particolare dilatatore metallico. Nel caso di causa dubbia o sconosciuta è raccomandato l’esame di campioni bioptici del canale endocervicale e dell’endometrio per escludere condizioni maligne responsabili dell’endometria.
Oltre al dolore e all’assenza del flusso mestruale, con tutto quello che ne consegue anche in termini di fertilità , l’ematometra può essere responsabile di piometra, un’infiammazione determinata dall’accumulo di pus all’interno della cavità uterina. Tra le complicazioni provocate dall’ematometra va considerata anche la dilatazione dell’utero con conseguente compressione degli organi del tratto urinario.
La gestione dell’ematometra dipende dall’intensità dei sintomi, dall’età della paziente e dal sollievo ottenuto risolvendo l’ostruzione responsabile dell’accumulo di sangue mestruale. Il trattamento prevede l’isterectomia addominale per la dilatazione dell’orifizio cervicale.
Nei casi in cui la dilatazione non fosse risolutiva, si rivela utile per preservare la fertilità , come riportato in questo studio, l’inserimento di uno stent vascolare all’interno della cervice uterina.