L'ordine di nascita dei figli determina la loro personalità?Cosa dice la scienza

Dal 1874 ad oggi gli studi scientifici effettuati sono stati molti ma gli esiti sono stati differenti. La domanda primaria è sempre una: l'ordine di nascita dei figli può influire sulla loro personalità?

Fratelli e sorelle: è possibile che l’ordine di nascita di un bambino determini la sua personalità? Questa è una delle domande che, nel corso degli anni, gli psicologi e gli scienziati si sono posti sui primogeniti e i secondogeniti.

Essere il primo figlio cosa comporta e come fa sentire i successivi fratelli? Scopriamolo attraverso delle ricerche scientifiche che durante gli anni hanno valutato i probabili cambiamenti e i tratti determinanti della personalità dei bambini.

L’ordine di nascita determina la personalità dei bambini?

Due figli, due universi? Quando nel lontano 1874 Francis Galton (intellettuale e lontano cugino di Darwin) pubblicò, a seguito di una ricerca condotta, il suo libro: English Men of Science: Their Nature and Nurture, notò qualcosa di strano tra i suoi soggetti: ovvero i primogeniti erano sovra rappresentati.

Questo dimostrò come i figli maggiori avevano molte più possibilità di successo in famiglia e nella loro vita in generale rispetto ai secondogeniti: a loro veniva attribuita una migliore educazione da parte dei genitori, così come la possibilità di vedere pagata la loro istruzione o, ancora maggiori attenzioni e responsabilità da parte della famiglia di origine. Certo, parliamo dell’epoca vittoriana dove il “primo figlio” era considerato l’erede principale se non l’unico. Il sistema di distribuzione alla base di questo processo si chiamava primogenitura.

A parte alcune famiglie reali, la primogenitura oggi non è più una regola che si attua nei paesi occidentali. Infatti, dal secolo scorso, la maggior parte delle famiglie dei paesi industrializzati si è convinta che l’amore, l’attenzione, il tempo e l’eredità dovrebbero essere divisi equamente tra i figli.

Ma questo non comporta l’esclusione, seppur in minima parte, che tra il primo, il secondo e i successivi figli si hanno punti di partenza leggermente diversi. La domanda, in tal caso è: quali conseguenze abbia esattamente sulla personalità dei bambini?

Primogenito o secondogenito? Gli effetti sulla personalità

Alfred Adler, psichiatra e seguace di Freud, credeva che l’arrivo di un fratello minore significasse la detronizzazione del primogenito. Introdusse, così: l’effetto dell’ordine di nascita nel dominio della psicologia della personalità.

Secondo lo psichiatra, il figlio maggiore si identifica di più con gli adulti presenti nel suo ambiente, sviluppando un maggiore senso di responsabilità ma anche più nevrosi. A differenza del primogenito, il fratello più giovane ha invece maggiori possibilità di essere viziato dalla famiglia e dall’ambiente in cui vive, sviluppando spesso anche molta più creatività.

E cosa dire dei bambini di mezzo“? Ovvero, coloro i quali nascevano tra il primo e il terzo fratello. Adler identificava in loro un’emotività più stabile nonché maggiore indipendenza. In pratica, ha detto Adler:

Sono gli operatori di pace, abituati a condividere fin dall’inizio.

Dalle ricerche condotte da Galton e Adler ad oggi, sono state fatte molte meta-analisi, studi psicoscientifici riguardo l’influenza che nascere per primi o per secondi plasmi le personalità dei bambini.

Infatti, gli studi e le pubblicazioni, anche popolari, che esaminano il numero di effetti dell’ordine di nascita sono migliaia. Tutte queste ricerche hanno contribuito a diffondere l’idea che il posto in famiglia determina chi sei.

Due studi sui tratti della personalità dei bambini

Alla fine del 2015 sono stati pubblicati due studi scientifici che riprendevano, in parte, i dati raccolti negli anni dalle precedenti ricerche effettuate sui tratti della personalità tra i primi e i secondi figli.

Nel primo studio, gli psicologi hanno analizzato sia i dati sui tratti della personalità, sia la posizione familiare di 377.000 alunni delle scuole secondarie negli Stati Uniti. Il team di ricercatori ha trovato alcune associazioni tra ordine di nascita e personalità, ma queste risultavano essere minime e seppur statisticamente significative, prive di significato.

Il secondo studio, invece, ha cercato associazioni tra personalità e ordine di nascita nei dati di Stati Uniti, Gran Bretagna e Germania su un totale di oltre 20.000 persone, confrontando bambini di famiglie diverse e fratelli della stessa famiglia. In questo caso, i ricercatori non hanno trovato nessuna correlazione tra il posto “occupato” da una persona nella famiglia e i tratti della sua personalità.

Anche se i dati empirici raccolti in entrambi gli studi mostrano, in linea generale, che non vi è nessuna relazione tra primogenito e secondogenito e lo sviluppo della personalità di ambedue i bimbi, gli autori nutrono poche speranze nel liberare il mondo dalla convinzione che l’ordine di nascita determina la personalità di una persona.

Uno dei motivi per cui questa credenza è così radicata, suggeriscono gli autori, è perché è  facilmente confusa con l’età. Per esempio, i bambini più grandi si comportano in modo diverso dai bambini più piccoli, magari risultando più cauti o più ansiosi ma questo dipende dall’età anagrafica e non certo dall’ordine di nascita.

Il genitore potrebbe suggerire al bambino maggiore di essere più responsabile e al secondo figlio di ascoltare il fratello più grande. Così facendo, anche se non ci sono differenze nella personalità, si potrebbero imporre differenze nel comportamento. Ciò che ne consegue è un’espressione di quel ruolo, non certamente del carattere del bambino.

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