Se il vostro bebè piange, si dimena, diventa paonazzo e non riuscite a calmarlo in nessun modo, non abbiate paura, perché è tutto sotto controllo, soprattutto se il bambino è di nazionalità inglese, canadese o italiano: sono questi infatti, secondo una recente ricerca, i Paesi in cui i neonati risultano essere tra i più piagnoni del pianeta.

La ricerca dell’Università di Warwick, pubblicata su The Journal of Pediatrics, afferma infatti che i bambini piangono in maniera diversa da Paese a Paese. Lo scopo dei ricercatori era quello di capire quanto e come piangono i bambini nei primi tre mesi di vita e capire se esistesse un andamento tipico del pianto.

Lo studio ha preso in esame 8700 bambini, ai cui genitori, in tempi e luoghi diversi, è stato chiesto di cronometrare gli attacchi di pianto dei propri figli e ha messo insieme i dati raccolti negli ultimi anni dai pediatri di diverse nazionalità. La conclusione dell’esperimento è stato che nelle prime sei settimane di vita i bambini piangono tra i 117 e 133 minuti al giorno. E più si va avanti con l’età, più si riducono i minuti di pianto. Tra la decima e la dodicesima settimana di vita, infatti, la media di pianto ogni giorno si riduce a 68 minuti, fino a svanire del tutto.

Il risultato è lo stesso anche per il pianto eccessivo, definito così secondo i criteri di Wessel, il pediatra americano Morris Wessel che per primo lo descrisse negli anni Cinquanta con la regola che ancora oggi viene indicata come regola del 3: un bambino è un superpiagnone se piange per più di tre ore al giorno, per più di tre giorni a settimana, per più di tre settimane di seguito.

Il pianto dei bambini è comunque una cosa soggettiva e può dipendere da vari motivi: fame, colichette, sonno, ecc. I neonati piangono in modo diverso perché sono diversi. La nazionalità gioca comunque un ruolo importante. Secondo gli autori dello studio infatti influisce per vari motivi: il diverso modo di accudire i bambini, abitudini diverse per quanto riguarda la nanna e l’allattamento. Alcune ricerche dicono infatti che i bambini allattati al seno piangono più degli altri nei primi tre mesi di vita. Anche la genetica sembrerebbe influire sul pianto.

In questa particolare classifica stilata dai ricercatori i bambini che piangono più di tutti sono risultati essere quelli canadesi, seguiti dagli inglesi. Ai bambini italiani invece il gradino più basso del podio. Tra quelli che piangono meno ci sono invece i neonati danesi, tedeschi e giapponesi.

Ma gli studiosi tranquillizzano, ricordando che il pianto è un indicatore di buona salute. Il pianto, infatti, indica anche un progredire dello sviluppo cognitivo del piccolo. Pertanto i genitori possono stare tranquilli, dovranno solo stringere i denti sicuri che, al massimo nel giro di qualche settimana, anche il pianto più disperato terminerà. Nel frattempo si consoleranno sapendo che laddove non ci siano problemi seri, piangere è un segno di vitalità.

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