Anche nel 2023 sarà possibile usufruire del bonus nido, sostegno fondamentale per molte famiglie in difficoltà economica che hanno bisogno di mandare i propri figli a scuola sin da quando sono piccolissimi, specialmente se non hanno nonni vicini a cui fare riferimento. A beneficiare del provvedimento potranno essere i genitori che scelgono per i propri figli sia istituti pubblici sia privati, ma anche chi ha bambini al di sotto dei tre anni che hanno patologie croniche e che per questo non possono frequentare ma hanno bisogno di ricevere assistenza domiciliare.

Come indicato sul sito dell’Inps, il provvedimento è stato introdotto attraverso la legge n.232 dell’11 dicembre 2016, dove si è stabilito che fosse possibile ricevere un contributo fino a 1.000 euro per il pagamento delle rette. La norma è stata poi modificata parzialmente nel 2019, anno in cui l’importo massimo è salito fino a 3 mila euro, a condizione di avere un reddito Isee fino a 25.000 euro.  In caso di Isee fino a 40 mila euro, invece, l’aiuto può arrivare fino a 2.500 euro.

Non viene negato l’aiuto nemmeno a chi ha un guadagno annuale superiore ai 40 mila euro: in questo caso i genitori riceveranno l’importo minimo, pari a 1.500 euro.

La misura è strutturale: il governo ha destinato per questo scopo 552 milioni di euro per il 2023, non servono rinnovi annuali attraverso la Legge di Bilancio.

Il bonus asilo nido non scatta in automatico, ma può essere ottenuto presentando apposita domanda: chi ne ha diritto riceve un contributo annuale, suddiviso in undici mensilità. Farne richiesta è davvero semplicissimo: basta infatti accedere al sito dell’INPS tramite lo SPID, la CIE o la CNS e accedere alla sezione “Bonus nido e supporto domiciliare“. A quel punto si visualizzerà una procedura guidata contenente tutte le istruzioni, facile anche per i meno esperti.

Chi dovesse avere scelto una scuola privata per il proprio figlio dovrà indicare nell’istanza il nome dell’istituto, oltre al codice fiscale della struttura e l’indicazione relativa all’autorizzazione ottenuta. È infatti necessario che questi luoghi abbiano ricevuto un permesso ad hoc per operare da parte dell’ente locale competente.

Chi invece avesse bisogno di un supporto presso la propria abitazione dovrà allegare un certificato firmato dal pediatra di riferimento, che avrà il compito di indicare le motivazioni per cui il bambino non ha la possibilità di frequentare la scuola per tutto l’anno.

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