Divertirsi insieme al proprio bebè è per i genitori importante per accrescere e sviluppare un sano rapporto di complicità e affetto ma, spesso, ci si chiede a che età i bambini iniziano a giocare da soli? Come specificato da pediatrics:

Il gioco consente ai bambini di usare la loro creatività mentre sviluppano la loro immaginazione, nonché la loro forza fisica, cognitiva ed emotiva.

È, dunque, importante per un sano sviluppo del cervello tanto che l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani riconosce nella Convenzione il gioco come un diritto fondamentale di ogni bambino per il suo enorme valore nello sviluppo mentale, fisico, sociale ed emotivo. Per tutte queste motivazioni, lasciare che il bambino impari a giocare da solo è necessario. Scopriamo qual è l’età più giusta per farlo.

A che età i bambini iniziano a giocare da soli?

È attraverso il gioco che i bambini in tenera età si impegnano e interagiscono nel mondo che li circonda. Quando il bambino gioca da solo, scopre molte competenze che non sapeva ancora di possedere e usa capacità decisionali tutte sue. Questo comporta un’accrescimento e una solidità nell’autostima e sviluppa nel piccolo il senso dell’organizzazione e il pensiero critico e osservativo.

Lasciare che giochi da solo, quindi, è per i genitori un atto di amore e fiducia verso il piccolo. Uno dei timori che spesso hanno i genitori a tal proposito riguarda l’età più giusta per lasciare che il loro bebè giochi in autonomia. Alcuni logopedisti e terapeuti della Little Wonders Pediatric Therapy suggeriscono, di seguire le linee guida per capire attraverso l’età del bimbo in quale fase di gioco rientra.

Le fasi dello sviluppo del gioco dalla nascita ai 4 anni

Come si evolve il gioco nella vita del bambino? È da qui che bisogna partire per capire le diverse fasi dello sviluppo del gioco per i più piccini di casa. Dalla nascita e fino ai 4 (e più) anni, il bambini affronta diversi step nel gioco.

Il gioco solitario: dagli 0 mesi ai 2 anni

Si parte dagli 0 mesi fino ad arrivare ai 2 anni di età. In questo lasso di tempo il bambino sta esplorando il suo mondo in quella che viene definita: prima fase di sviluppo del gioco.

Il comportamento dei piccolo è quello di avvicinare gli oggetti alla bocca o di trasportarli da un luogo all’altro man mano che crescerà. Nella sua primissima fase di gioco sarà felice di giocare in modo indipendente.

Il bambino spettatore e il gioco parallelo: dai 2 anni

In questa seconda fase, se il bimbo è in compagnia di altri bambini coetanei potrebbe essere incuriosito dal loro gioco ma continuare, comunque a giocare da solo. Fino ai 2 anni si diverte a giocare in modo funzionale come, per esempio, lanciare una palla. Intorno la fine dei due anni, però, il bimbo inizierà a entrare in un’altra fase, detta di gioco parallelo: ovvero, continua a giocare da solo ma usando abilità di gioco più sofisticate.

Inoltre, sempre intorno ai 2 anni, il bimbo inizierà a “fingere di giocare”. È una parte importante dello sviluppo del gioco perché il bambino userà le abilità linguistiche di cui ha bisogno per comunicare con gli altri.

Il gioco associativo e la fase imitativa: 3-4 anni

In questa fase il bambino inizierà a prestare più attenzione agli altri bambini che avrà intorno. Se, per esempio, un altro bimbo inizierà a spingere una macchinina per la stanza, il bambino potrebbe fare lo stesso (inizia così la fase imitativa). Dai 3 anni in poi, i bambini iniziano a scambiarsi i rispettivi giocattoli.

Il gioco cooperativo: dai 4 anni in poi

In questa “ultima” e importante fase, il bambino gioca attivamente con gli altri bambini. Si sviluppa il senso di condivisione e partecipazione. Si gioca insieme per costruire qualcosa come un castello con i Lego o fare la battaglia con i soldatini.

In questa fase, il bambino non dovrebbe essere più geloso dei suoi giochi e, conseguentemente, non dovrebbe più strapparli dalle mani del suo amichetto. Sempre in questa fase, i bambini iniziano a comprendere le “regole” del gioco e a seguirle.

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  • Bambino (1-6 anni)