Se per gli adulti il singhiozzo è solitamente niente di più che un fastidio, nei lattanti e nei bambini più piccoli può rappresentare anche un motivo di preoccupazione. Il singhiozzo nel neonato, come riferito in questo studio, si verifica molto frequentemente e in alcuni casi può influenzare la respirazione in modo clinicamente significativo.

Di per sé è un fenomeno del tutto fisiologico caratterizzato, come spiegato dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, da una contrazione involontaria, improvvisa e ripetuta del muscolo diaframma seguito dalla contrazione delle corde vocali e della glottide. Questo si verifica per effetto della stimolazione del nervo frenico e del nervo vago e determina il caratteristico suono hic che può durare minuti o anche ore.

Il portale WebMD spiega come il singhiozzo nel neonato è essenziale per lo sviluppo del cervello e della respirazione; è quindi qualcosa di fisiologico e utile allo sviluppo, ma in alcuni casi può essere il segno di un disturbo sottostante da approfondire e trattare.

Le cause del singhiozzo del neonato

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Fonte: iStock

Il singhiozzo si verifica già a partire dal terzo mese di vita fetale tanto che molte donne possono percepire questa contrazione. Non ci sono spiegazioni univoche sul significato del singhiozzo nel neonato, ma sembrerebbe essere un meccanismo mediante il quale l’organismo consente l’espulsione dell’aria in eccesso nello stomaco. Sembrerebbe quindi un riflesso con il quale il neonato riesce a ingerire più latte durante le poppate.

La Società Italiana di Pediatria (SIP) indica come possibili cause del singhiozzo nel neonato l’immaturità del suo sistema digestivo, la voracità con cui i neonati assumono cibo (e quindi introducono molta aria), le crisi di pianto e i repentini sbalzi di temperatura.

Nei bambini più grandi può incidere l’assunzione di bevande gassate, mentre negli adolescenti anche i cibi piccanti e il consumo di bevande alcoliche che hanno un effetto irritante sulla mucosa che riveste lo stomaco.

Cosa significa quando il singhiozzo è frequente?

Tutti i neonati solitamente presentano episodi di singhiozzo nei primi mesi di vita, e anche se alcuni bambini sono più inclini di altri non è la comparsa del singhiozzo che dovrebbe destare preoccupazione. Se questi episodi sono transitori e occasionali, il singhiozzo è un fenomeno innocuo, mentre se dura per più di 24/48 ore, si ripete con una certa frequenza ed è associato a malessere generale del bambino è necessario consultare il pediatra.

Scopo della visita medica è quella di approfondire la diagnosi escludendo la presenza di patologie quali il reflusso gastroesofageo, le gastriti, le pericarditi e le lesioni del nervo frenico o quelle neurologiche cerebrali.

Come far passare il singhiozzo al neonato: 4 rimedi

1. Attenzione all’allattamento

La miglior forma di prevenzione e cura del singhiozzo nel neonato è legata all’allattamento, sia esso al seno o artificiale. Come spiegato dall’Associazione Italiana Massaggio Infantile l’alimentazione è molto importante per prevenire il singhiozzo. Durante l’allattamento è necessario prestare attenzione che il bambino mangi in modo regolare e lentamente. Il consiglio è quello poi di allattarlo in un ambiente tranquillo in modo da ridurre le distrazioni che potrebbero impedire al bambino di concentrarsi solamente sulla poppata.

Molto utile si rivela anche la distanza tra una poppata e l’altra: nei bambini particolarmente voraci meglio ridurre l’attesa tra un pasto e l’altro in modo che insieme al latte non inghiotta troppa aria. Durante l’allattamento è importante prestare attenzione all’attaccamento e, nell’allattamento artificiale, che la tettarella sia della dimensione adeguata e non abbia fori troppo grandi e che sia completamente piena di latte e senza aria quando il bambino sta mangiando.

Al termine di ogni poppata è utile tenere il bambino in posizione verticale per favorire la digestione permettendo che faccia un ruttino con il quale libererà l’aria accumulata nello stomaco.

2. No ai “rimedi casalinghi”

Tradizioni popolari e leggende metropolitane hanno diffuso l’idea che per far passare il singhiozzo al neonato sia utile dar loro delle gocce di limone o di aceto, fare il solletico, stimolargli le narici per farlo starnutire o farlo spaventare provocando un suono forte. Nessuno di questi metodi è realmente efficace.

3. Acqua e latte

L’unico modo realmente efficace per far passare il singhiozzo al neonato è allattarlo (al seno o al biberon) o dargli qualche cucchiaino d’acqua tiepida. La deglutizione, infatti, favorisce il rilassamento del diaframma contrastando il singhiozzo.

4. Il massaggio

Anche il massaggio infantile con i suoi movimenti tipici può essere un buon rimedio per rilassare la muscolatura dell’addome e, quindi, anche la zona del diaframma.

Le migliori posizioni per alleviare il singhiozzo

In termini di posizioni è importante ricordare come durante l’allattamento è preferibile tenere il bambino in posizione verticale (o obliqua) in modo da avere un attacco corretto e impedire all’aria di entrare e di stimolare il diaframma. Parallelamente è utile tenere il neonato in braccio in posizione verticale per almeno una ventina di minuti dopo ogni poppata massaggiandogli la schiena così da incoraggiare la fuoriuscita dell’aria.

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