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Il singhiozzo è un evento comune sia negli adulti che nei bambini, ma nei neonati può essere più frequente e fastidioso. Scopriamo perché e cosa è possibile fare.
Inoltre è stato dimostrato come il singhiozzo nel neonato possa influenzare la respirazione in modi clinicamente rilevanti, motivo per cui è importante conoscerne le cause e i rimedi, soprattutto nelle forme più frequenti che possono essere associate a condizioni di malessere del bambino.
Quando si parla del singhiozzo nel neonato, ma anche nell’adulto, si fa riferimento a un fenomeno involontario che si manifesta in maniera improvvisa a seguito dell’irritazione del cosiddetto nervo frenico. Questo è il nervo presente nel diaframma, il muscolo che separa l’addome dal torace e che con le sue contrazioni controlla la respirazione. Durante il singhiozzo oltre al diaframma sono coinvolti anche l’ipotalamo e i centri di controllo della respirazione.
È per questo insieme di caratteristiche che il singhiozzo ha il caratteristico suono “hic” che si ripete continuativamente e ritmicamente, in quanto le contrazioni del diaframma provocano la chiusura rapida della glottide. Il singhiozzo ha una durata variabile che può andare da qualche minuto anche a più ore.
I meccanismi che provocano il singhiozzo nel neonato non sono del tutto noti, tanto che è un fenomeno che si può manifestare in qualsiasi momento. Si tratta comunque di una realtà fisiologica legata allo sviluppo del cervello e della respirazione del bambino.
Sembrerebbe che il singhiozzo sia l’effetto di un processo che consente l’emissione dell’aria in eccesso presente nello stomaco. La contrazione del diaframma, infatti, crea una pressione negativa che determina l’aspirazione dell’aria che si trova nello stomaco, portandola nell’esofago e infine espellendola dalla bocca. Nei neonati quindi il singhiozzo sembrerebbe un riflesso utile a espellere la quantità di aria in eccesso ingerita con la suzione e favorire una maggiore assunzione di latte durante la poppata.
La frequenza degli episodi di singhiozzo nel neonato varia da bambino a bambino e ci sono neonati maggiormente esposti a questo fenomeno. Ci sono inoltre una serie di elementi che spiegano come mai il singhiozzo è così comune nei primi mesi di vita. Tra le principali cause è da considerare l’immaturità del sistema digestivo del neonato, la rapidità di suzione e il pianto frequente che comportano l’ingerimento di una grande quantità di aria.
Anche gli sbalzi di temperatura, l’affrontare eventi stressanti e la presenza del reflusso gastroesofageo rappresentano cause che possono provocare il singhiozzo nel neonato.
Nella stragrande maggioranza dei casi il singhiozzo nel neonato si risolve spontaneamente entro 5-10 minuti. Solo raramente può durare per più tempo e in questi casi il ricorso al pediatra è necessario per individuare l’eventuale presenza di una causa patologica.
Anche una costante frequenza del singhiozzo può rappresentare un campanello d’allarme da monitorare. Condizioni patologiche associate al singhiozzo sono molto rare, ma non sono del tutto da escludere. Il singhiozzo, infatti, potrebbe essere il segnale di un grave problema all’apparato digerente e gastriti così come il sintomo di una pericardite, di una lesione neurologica cerebrale e della presenza di cisti nella gola.
La principale causa del singhiozzo nel neonato è legata all’eccessiva quantità di aria che ingerisce. Per prevenire la comparsa del singhiozzo, quindi, è utile evitare poppate troppo lunghe o l’utilizzo di biberon con una tettarella con fori troppo grandi che fanno passare troppa aria. Nei neonati più soggetti al singhiozzo è consigliato anche evitare di far passare troppo tempo tra una poppata e l’altra in quanto potrebbero arrivare troppo affamati e, nell’alimentarsi con foga, ingerire troppa aria.
Parallelamente può essere utile cambiare la posizione di allattamento preferendone una nella quale il bambino non stia completamente sdraiato in modo che possa ingerire meno aria. Anche il tenere il neonato in posizione verticale dopo l’allattamento può essere utile per prevenire la comparsa del singhiozzo.
Anche in virtù di una durata relativamente breve, spesso non è necessario intervenire per trattare il singhiozzo, in quanto si risolve spontaneamente nel giro di pochi minuti. Laddove fosse più duraturo o responsabile di malessere e fastidio nel neonato si può provare a provocare uno starnuto (facendogli il solletico sotto il naso) o, se non ha mangiato da poco, offrirgli il latte.
Un altro rimedio può essere quello di offrire al neonato un cucchiaino di acqua tiepido che ha l’effetto di provocare la deglutizione contrastando la contrazione del diaframma. Anche favorire il ruttino e l’utilizzo del ciuccio possono aiutare a rilassare il diaframma e risolvere gli episodi di singhiozzo.
Per i neonati che hanno nell’allattamento la forma di alimentazione esclusiva, altri rimedi come acqua con gocce di limone o aceto sono da evitare, così come il causargli uno spavento.
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