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La dermatite da pannolino è un'infiammazione della pelle del neonato che sa stare seduto. Ecco quali sono i sintomi, come curarla e come prevenirla.
La pelle del lattante è estremamente delicata: il rischio di irritazioni è sempre dietro l’angolo. Basta poco perché si infiammi, soprattutto se non si presta attenzione ai prodotti che si usano. La dermatite da pannolino, infatti, è uno dei problemi che maggiormente affligge il neonato, in particolar modo tra i 9 e i 12 mesi.
La colpa, spesso, è affibbiata ai materiali che compongono la mutandina assorbente, ma non è sempre questa la causa che si cela dietro il fastidioso eritema. Scopriamo qualcosa in più sulla dermatite da pannolino, dai sintomi ai rimedi e come prevenirla per scongiurarla.
Riconoscere la dermatite da pannolino è assai semplice. Innanzitutto colpisce una zona ben precisa, che comprende sederino, genitali e parte alta delle cosce. L’epidermide appare palesemente arrossata, secca e irritata; nei casi peggiori può essere interessata da vesciche e può comparire pus. Al tatto l’eritema è caldo e infastidisce molto il neonato, che manifesta il suo disagio con un fragoroso pianto e grande irritabilità.
Normalmente la dermatite da pannolino compare nel neonato che è in grado di stare seduto, quindi in genere dopo i 5 mesi. Queste sono le cause più comuni:
Lo sfregamento dell’assorbente sulla pelle, unito alla sudorazione e alla macerazione, dovuta al ristagno delle urine, comporta la comparsa dell’eritema, che solitamente passa in poco tempo, se curato dovutamente. Se sottovaluto, o addirittura ignorato, rischia di infettarsi con batteri e funghi.
Quando il bambino ha la diarrea è più predisposto al rischio di dermatite. In questo caso, il contatto tra feci e urina aumenta il rischio che insorga la dermatite.
I prodotti per l’igiene del neonato, se particolarmente aggressivi, potrebbero favorire l’eritema, così come i pannolini, soprattutto se non sono della taglia giusta. La dermatite in questa zona si manifesta anche se si utilizzano pannolini di stoffa: non è tanto colpa del tessuto, quanto del detersivo, che va sostituito tempestivamente.
Batteri e funghi trovano l’ambiente giusto nel pannolino: caldo e umido. Ecco perché il rischio di infezioni, come la candida, o candidiasi, è altissimo.
Tra le cause della dermatite da pannolino bisogna considerare anche l’assunzione di antibiotici, di alimenti nuovi in caso di svezzamento, o fastidiosi se assunti dalla madre in caso di allattamento.
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Non esistono reali cure per rimediare all’irritazione da pannolino, ma ci sono consigli pratici che si possono seguire per preservare la pelle del piccolo.
Aria, barriera, pulizia, pannolino e istruzione sono i termini della traduzione dell’acronimo ABCDE, ovvero air, barrier, cleansing, diaper, education. Solo in questo modo si può realmente curare la dermatite da pannolino.
È sconsigliabile usare creme contenenti cortisteroidi nelle pieghe: anche se si osserva un miglioramento rapido, al termine dell’uso, si noterà un immediato peggioramento, perché la dermatite tende a recidivare, come fa notare la Dott.ssa Maya El Hachem dell’Ospedale Bambino Gesù.
Non possono mancare dei piccoli rimedi naturali per curare la dermatite da pannolino. Si possono usare sono: olio di cocco, che fa da barriera a microbi e funghi; olio di oliva, che idrata e lenisce la pelle arrossata; latte materno, da spruzzare direttamente sull’eritema per lenire la zona; amido di mais e aceto di sidro di mele, da mettere nella vaschetta da bagno del bambino.
Il primo e più efficace modo per evitare che il neonato sia affetto da dermatite da pannolino è quello di pulire la pelle e lasciarla asciutta il più possibile. Cambiare spesso il bambino e lavare la zona con acqua tiepida e, se necessari, detergenti delicati, è una buona norma.
Anche se il pediatra consiglia l’uso di paste all’ossido di zinco, è importante non esagerare con l’applicazione. In estate è consigliato liberare il lattante dalla mutanda assorbente, ma è raccomandabile premunirsi di teli e di una buona dose di pazienza.
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