L’analisi del liquido seminale è indispensabile sia nei casi di sospetta infertilità maschile, ma anche per verificare la presenza di infezioni o infiammazioni delle vie uro-genitali dell’uomo. E quando si parla di analisi del liquido seminale non bisogna pensare esclusivamente allo spermiogramma (l’analisi della quantità e della qualità degli spermatozoi), ma anche alla spermiocoltura, un esame altrettanto indispensabile, utile e fondamentale per fornire all’andrologo o all’urologo informazioni diagnostiche importanti.

Cos’è la spermiocoltura?

Il liquido seminale maschile è un composto organico nel quale sono presenti gli spermatozoi, il plasma seminale e altre sostanze di natura organica, tra cui ormoni, proteine, aminoacidi, fruttosio, fosforo e potassio.

La spermiocoltura, quindi, è propriamente un esame di laboratorio eseguito su un campione di liquido seminale con lo scopo di individuare la presenza di microrganismi patogeni quali micetti, microrganismi aerobi, gardnerella vaginalis e micoplasmi (ovvero in grado di causare una malattia) responsabili di infezioni, infiammazioni o altri problemi a carico di tutti quegli organi in cui scorre il liquido seminale, ovvero la prostata, l’uretra, l’epididimo e le vescicole seminali.

Spermiocoltura: quando si effettua

La spermiocoltura è un esame estremamente versatile che può essere prescritto in diversi casi. Uno dei più comuni è quello per lo screening per l’infertilità per la ricerca di tutti i microrganismi che in qualche modo possono alterare il liquido seminale e, quindi, compromettere la capacità dello sperma di fecondare.

Viene inoltre prescritto anche in preparazione alla fecondazione assistita. Oltre alle condizioni prettamente legate alla fertilità, una spermiocoltura si rivela utile quando l’uomo lamenta bruciore nella zona degli organi riproduttivi o riscontra un’eiaculazione con presenza di sangue o con un eiaculato anomalo.

Parallelamente la spermiocoltura si rivela un esame utile in caso di grave varicocele, per confermare il sospetto di tumore del testicolo e in abbinamento a uno spermiogramma qualora questo avesse evidenziato la presenza di globuli bianchi o caratteristiche che meritano di essere approfondite con un esame di questo tipo.

La spermiocoltura, invece, non è utile per la diagnosi di prostatite batteriche o per quella di orchi-epididimite, così come per individuare le infezioni sessualmente trasmesse.

Come si svolge l’esame e la sua preparazione

La spermiocoltura si svolge in due fasi: la prima riguarda la produzione di liquido seminale e la sua raccolta in un contenitore sterile, mentre la seconda è l’analisi vera e propria presso il laboratorio specializzato.

La parte più delicata e paradossalmente più importante è proprio la prima, quella relativa alla raccolta del campione. È la più delicata in quanto possono essere tanti i fattori che possono inquinare il campione rendendo il materiale oggetto dell’analisi non sterile come dovrebbe. I pazienti che si sottopongono a spermiocoltura dovrebbero, come indicato dalle linee guida del laboratorio, preferibilmente produrre il liquido seminale tramite masturbazione e all’interno del laboratorio stesso, riducendo quindi i tempi e le esposizioni del campione raccolto dalla sua produzione alla consegna al personale abilitato.

Prima della produzione del campione è necessario astenersi dai rapporti sessuali nei 3-4 giorni precedenti e aver terminato da almeno una settimana qualsiasi trattamento antibiotico. È fondamentale, dovendo produrre il campione di liquido seminale tramite masturbazione, che le mani siano correttamente pulite (così come i genitali esterni) per evitare contaminazioni da parte della flora batterica presente sulla cute. Deve essere utilizzato un contenitore sterile e con l’apertura sufficientemente larga per facilitare l’introduzione di tutto il liquido seminale prodotto durante l’eiaculazione.

La seconda fase della spermiocoltura, invece, prevede l’inseminazione del campione di liquido seminale nei terreni di coltura specifici per la ricerca dei microrganismi che si intende individuare (rilevati in quanto nella piastra utilizzata si verifica lo sviluppo di una colonia microbica). Nel caso in cui l’esito della spermiocoltura confermasse la presenza di batteri (ed è il caso più frequente) si procederà all’esecuzione di ulteriori test per verificare quali antibiotici sono più efficaci.

Spermiocoltura: i risultati e cosa fare

Le tempistiche per l’ottenimento dei risultati di una spermiocoltura variano generalmente da 2 a 6 giorni in base all’esito dell’esame. È richiesto più tempo, infatti, nel caso in cui è stata individuata la presenza di batteri nel liquido seminale e l’indagine viene concentrata nel trovare l’antibiotico efficace.

Il risultato della spermiocoltura può essere negativo (quindi con assenza di criticità nel liquido seminale) o positivo. In questo caso il laboratorio d’analisi produce e rilascia anche l’esito di un antibiogramma, ovvero il test di sensibilità batterica che indica la terapia antibiotica da seguire suggerendo quali utilizzare (e quali evitare).

Una volta ottenuto il risultato della spermiocoltura è importante sottoporre il referto al medico che ha prescritto l’esecuzione dell’esame. Sarà lui, infatti, a leggere nel dettaglio i valori, specialmente di una spermiocoltura positiva, e a capire i passi successivi da compiere per affrontare i problemi di infertilità o trattare le patologie a carico degli organi genitali maschili.

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  • Infertilità di Coppia