L’apparato genitale maschile (composto non solo dal pene e dai testicoli, ma anche, tra gli altri, dall’osso pubico, dalla vescica, dall’uretra, dalla prostata e dall’ano) è quell’insieme di organi e strutture destinato alla riproduzione sessuale. Perché, fisiologicamente, l’organismo maschile contribuisca alla procreazione è necessaria non solo la produzione di spermatozoi, ma anche la loro espulsione in modo che, tramite l’apparato genitale femminile, possa raggiungere l’ovulo, fecondarlo e dare vita alla prima forma di embrione.

Perché questo accada è necessario che si giunga all’eiaculazione, una delle ultime fasi della risposta sessuale maschile, definita dalla Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità (SIAMS) come il processo fisiologico che consente l’emissione e l’espulsione del liquido seminale.

Nella fase di emissione, infatti, tramite l’orgasmo, si ha la produzione dello sperma e la chiusura del collo vescicale in modo che il liquido seminale possa essere espulso a seguito della contrazione ritmica dei muscoli pelvici.

Questo è quello che avviene normalmente, ma ci sono condizioni che possono influenzare negativamente questo fisiologico processo. Una di queste è la cosiddetta eiaculazione retrograda, a causa della quale non vi è l’espulsione verso l’esterno del liquido seminale. Per questo motivo, come precisato anche dalla rivista WebMD, questo fenomeno viene chiamato anche “orgasmo secco”.

Cos’è l’eiaculazione retrograda?

In condizioni normali, riassume l’Harvard Medical School, con l’eiaculazione si ha l’espulsione verso l’esterno del liquido seminale in quanto, grazie a un piccolo sfintere, viene chiuso l’ingresso della vescica e lo sperma fuoriesce dal meato uretrale, l’orifizio posto all’apice del glande tramite il quale passano sia lo sperma che l’urina.

La Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità inserisce l’eiaculazione retrograda tra i disturbi dell’eiaculazione (insieme all’eiaculazione precoce, l’eiaculazione ritardata e l’aneiaculazione) poiché con questa condizione lo sfintere vescicale non si chiude come dovrebbe durante l’orgasmo e lo sperma viene emesso nella vescica. Vi è quindi la produzione di liquido seminale (nonostante apparentemente somigli a un’aneiaculazione), ma questo rimane all’interno dell’organismo e viene espulso solamente con le prime urine dopo il coito.

Le cause dell’eiaculazione retrograda

Sono diverse le cause che possono determinare l’eiaculazione retrograda e, come fatto dal Mayo Clinic, possono essere classificate in chirurgiche, farmacologie e neurologiche. Nelle prime rientrano tutti gli interventi al collo della vescica, ai testicoli o alla prostrata che possono determinare un problema nel controllo del muscolo che controlla l’ingresso della vescica durante l’eiaculazione. Similmente vi sono farmaci e danni neurologici che come effetto collaterale possono condizionare il funzionamento dello sfintere.

Tra le principali condizioni responsabili dell’eiaculazione retrograda, troviamo gli interventi chirurgici alla prostata e alla vescica, la radioterapia della zona pelvica (per il trattamento del cancro), l’assunzione di farmaci per la gestione dei disturbi della prostata, quelli per l’ipertensione, così come quelli per la depressione.

Anche malattie come il diabete, il morbo di Parkinson, la sclerosi multipla o la lesione del midollo spinale possono danneggiare i nervi e influire sul funzionamento del muscolo che gestisce l’apertura della vescica,

La diagnosi e i sintomi

Il principale sintomo dell’eiaculazione retrograda è l’assenza di liquido seminale al momento del raggiungimento dell’orgasmo. Parallelamente la prima minzione successiva al coito sarà torbida proprio per la presenza di liquido seminale. Si sospetta un’eiaculazione retrograda o in evidente assenza di liquido seminale (azoospermia) durante la masturbazione o i rapporti sessuali o nei casi di insuccesso della ricerca della gravidanza.

L’eiaculazione retrograda può portare alla totale assenza di liquido seminale o a una sua ridotta quantità, per questo la diagnosi si basa, oltre che sull’anamnesi del paziente e su un approfondito esame fisico, su un esame delle urine dal quale si evidenzia l’eventuale presenza di liquido seminale e sull’analisi di un campione di sperma.

Le conseguenze sul concepimento

Di per sé, precisa il Manuale MSD, l’eiaculazione non è una malattia in quanto non è dannosa. Può essere uno dei sintomi di altri disturbi, ma la condizione in sé non rappresenta un problema di salute, anche considerando come gli uomini possono comunque raggiungere l’orgasmo.

Non vi è quindi un condizionamento della dimensione sessuale, sebbene vi sia una riduzione della quantità di sperma eiaculato. Questa situazione, unitamente al fatto che gli spermatozoi finiscono nell’urina, può essere causa di infertilità.

Come precisato in questo studio pubblicato su PubMed, nell’eiaculazione retrograda può essere previsto il recupero degli spermatozoi dall’urina per poi poterli utilizzare in una delle tecniche di riproduzione assistita. Il successo di queste procedure è però condizionato dalla regolazione del pH dell’urina e della quantità di spermatozoi vitali.

Eiaculazione retrograda: cure e rimedi

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Fonte: iStock

Il trattamento dell’eiaculazione retrograda si valuta esclusivamente nel caso in cui si sia alla ricerca di una gravidanza. La terapia più efficace (che determina il miglioramento in circa un terzo dei casi) è quella farmacologica, che però va somministrata sotto controllo medico in quanto associata a un aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa.

Nelle forme di eiaculazione retrograda causate da danni neurologici il trattamento farmacologico si rivela inefficace e l’unica strategia possibile per cercare una gravidanza è il ricorso alle tecniche procreazione medicalmente assistita come l’inseminazione intrauterina (IUI), la fecondazione in vitro (FIVET) e l’iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi (ICSI).

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  • Infertilità di Coppia