
Isterosalpingografia: a cosa serve l'esame dal nome (quasi) impronunciabile
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La sonoisterosalpingografia è un esame diagnostico utile nella ricerca delle cause di infertilità della donna per valutare la salute delle tube. Che cos'è, come ci si deve preparare e i possibili effetti collaterali.
Nella valutazione delle cause di infertilità femminile, la sonoisterosalpingografia è un esame diagnostico utile per valutare la pervietà tubarica. Secondo il Registro Nazionale sulle tecniche PMA nel 2016, il fattore tubarico rappresenta la seconda causa di infertilità nella donna con il 9,3% dei casi.
Come definito dal Ministero della Salute, per fattore tubarico si intende una “anomalia della morfologia e della funzionalità delle Tube di Falloppio (o salpingi)”. Le tube sono organi femminili indispensabili per favorire l’incontro tra i gameti femminili (oocita) e maschili (spermatozoi). Per questo motivo, le tube devono possedere quattro caratteristiche:
Tra le più frequenti cause di problemi alle tube si riscontrano le infezioni pelviche e la salpingite acuta, la Chlamydia trachomatis e la Neisseria gonorrhoeae.
Nelle donne in cui si riscontri una sospetta infertilità correlata ad un fattore tubarico, in assenza di fattori di rischio, si consiglia uno screening approfondito delle tube. Il primo step è l’esame diagnostico isterosalpingografia (con raggi X) oppure la sonoisterosalpingografia (ecografia) per la valutazione delle salpingi.
La sonoisterosalpingografia è un esame clinico diagnostico che studia la pervietà tubarica, utile nella diagnosi di infertilità femminile. Questo tipo di indagine serve per approfondire la conoscenza della salute e conformazione delle tube della donna. La salute delle tube è, infatti, un elemento fondamentale per il corretto percorso degli spermatozoi verso l’oocita e la sua eventuale fecondazione.
La sonoisterosalpingografia (SHG) è un metodo alternativo alla isterosalpingografia (HSG). È una tecnica di imaging tridimensionale ad ultrasuoni (Doppler) che fa uso di un contrasto ecografico (echovist, aria, soluzione fisiologica sterile, etc.) iniettato nell’utero. È un esame ambulatoriale, delicato se eseguito lentamente da personale esperto, richiede poco tempo ed è a basso costo.
Si esegue, inoltre, senza anestesia e non espone a radiazioni. La sonoisterosalpingografia, infine, risulta meglio tollerata e con minori effetti collaterali.
L’esame richiede di presentarsi con la vescica svuotata, ha una durata di circa 20 minuti e si esegue ambulatorialmente, senza anestesia né antidolorifici. L’esame inizia con l’introduzione di uno speculum nella vagina per raggiungere con più facilità il collo dell’utero. All’interno della cavità uterina viene gonfiato un piccolo palloncino posto all’estremità di un sottile catetere.
A questo punto, viene rimosso lo speculum e, sotto guida ecografica, iniettato un liquido ecoriflettente “di contrasto”. È proprio in questo momento che avviene l’osservazione di come il liquido riempie la cavità uterina e passa attraverso le tube di Falloppio fuoriuscendo dalla cavità peritoneale. Attraverso il Doppler e la tecnica di imaging 3D è possibile esaminare l’eventuale ostruzione tubarica, la parete interna dell’utero ed eventuali miomi, sinechie o polipi.
L’esame termina in breve tempo ed è possibile lasciare l’ambulatorio dopo circa un quarto d’ora dalla fine dell’esame.
Nella fase preparatoria, si consiglia di svuotare la vescica. È possibile la somministrazione, spesso di routine, di mezza fiala di atropina (per prevenire gli effetti vaginali) e un eventuale antibiotico (per evitare eventuali complicanze). Per maggior sicurezza, può essere utile eseguire un tampone vaginale per escludere eventuali infezioni in corso prima di sottoporsi all’esame. Le ultime linee guida, comunque, non prevedono né l’antibiotico, né il tampone vaginale.
Questo esame si effettua in fase proliferativa e preovulatoria, quindi tra il 5° e il 12° giorno del ciclo. Se il ciclo è regolare, si consiglia di effettuare l’esame tra il 10° e il 12° giorno del ciclo.
L’esame richiede l’astinenza dai rapporti sessuali dal giorno dell’ultima mestruazione fino a quello dell’esame. L’esame non deve essere svolto in caso di sospetta gravidanza o gravidanza in corso.
La sonoisterosalpingografia non si esegue in caso di infezioni vaginali, infiammazioni pelviche e patologie a carico del sistema cardio-respiratorio poiché potrebbero verificarsi complicazioni in caso di riflessi vagali. Prima dell’esame, si richiede di firmare il consenso informato.
Tra gli effetti collaterali di questo esame risultano un certo dolore di intensità variabile durante l’esame. Possono verificarsi, inoltre, episodi di nausea, vomito o sudorazione. In casi più importanti, può verificarsi brachicardia o lipotimia. Dopo l’esame, può comparire nausea, vomito e lievi perdite ematiche.
Tra le complicanze, febbre alta, infezione pelvica e peritonite.
È stato osservato che, con l’introduzione di alcuni approcci innovativi, la sonoisterosalpingografia ha mostrato effetti particolari su alcune patologie tubarie o uterine. Le nuove tecniche, infatti, prevedono che al posto della classica miscela di aria e soluzione salina, venga utilizzato ossigeno allotropico. Quest’ultimo possiede proprietà antibatteriche e antivirali in grado di condurre una vera e propria disinfezione, migliorando così la salute della cavità uterina e dell’apparato riproduttivo.
Si contano casi in cui la sonoisterosalpingografia ha sortito un effetto terapeutico. L’ipotesi al momento più accreditata è che la disinfezione effettuata dal liquido iniettato e la pressione esercitata meccanicamente su utero e tube possa essere benefico. Tanto da rendere possibile, in alcuni casi, l’instaurarsi spontaneo di una gravidanza nei mesi successivi all’esame.
Articolo originale pubblicato il 18 marzo 2019
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