Nella prime 48-72 ore di vita, il neonato viene frequentemente attaccato al seno della madre e assume solo soluzione glucosata (acqua e zucchero). Ciò viene fatto per stimolare precocemente la ghiandola mammaria a produrre il primo latte, il colostro, e per evitare che, nelle prime ore di vita, il latte artificiale venga a contatto con la mucosa del tratto intestinale, ancora pervio al passaggio di alcune sostanze ivi contenute.

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Successivamente, il neonato si alimenta unicamente con il latte materno, se questo è presente in quantità  sufficiente; se invece è insufficiente, il neonato assume piccole quantità  di latte artificiale, al fine di contenere il calo fisiologico; ad esempio 6 pasti da 20-40 grammi ciascuno, ogni 3 ore e mezza circa durante il giorno, per lasciare un periodo più lungo durante la notte.

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Se esiste una familiarità per allergie (entrambi i genitori o un genitore e un fratellino), e se non c’è latte materno, viene somministrato al neonato un latte artificiale particolare “dietetico” che non contenga proteine intere di origine animale: un latte cioè con proteine di origine vegetale (latte di soja) oppure con proteine preventivamente trattate, non allergizzanti (idrolisato proteico). Se dopo i primi giorni il latte materno manca totalmente o è insufficiente, il neonato continua la sua alimentazione con il latte dietetico, in caso di familiarità per allergie, oppure con un latte formulato normale, se non c’è tale familiarità.

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