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Desiderio di cibo improvviso e inaspettato che, se non soddisfatto, provoca conseguenze sul bambino. È davvero così? Cosa dicono le ultime ricerche scientifiche sulle voglie in gravidanza?
Intorno a questo argomento si sono radicate convinzioni che, oltre ad alimentare le ironie in materia (con i partner costretti a orari improbabili della notte a recuperare il cibo desiderato), condizionano la vita delle future mamme.
È quindi necessario capire cosa si intende quando si parla di voglie in gravidanza e cosa c’è di vero. In questa direzione sarà fondamentale distinguere tra verità scientifica e verità culturale dove la seconda, pur non avendo evidenze suffragate da prove, studi e ricerche, ha un peso che non può essere ignorato.
Non c’è un vero e proprio “inizio”, un istante che segni un prima e un dopo, nel manifestarsi delle voglie in gravidanza. Si tratta di un fenomeno associato ai cambiamenti ormonali di questo periodo e che quindi può presentarsi già all’inizio, nelle prime settimane, magari insieme alle nausee, o anche successivamente. Una delle caratteristiche di questo fenomeno è che può continuare per tutto il corso della gravidanza, senza una vera e propria “giustificazione”.
L’esperienza mostra come le voglie si presentino improvvisamente e perlopiù associate ad alimenti ricchi si carboidrati e grassi. L’altra particolarità delle voglie in gravidanza è che non c’è una quantità che riesca a soddisfarle del tutto. Se questo da una parte è legato all’unicità dell’organismo di ogni donna, dall’altro anticipa un elemento importante da considerare per la comprensione del fenomeno.
È utile partire da un dato: non c’è unanimità nell’individuare la causa delle voglie in gravidanza. Ci sono studi e ricerche che evidenziano l’assenza di responsabilità esclusivamente biochimiche, tanto da far sospettare che questo sia un fenomeno anche di natura culturale e psicologica.
Il desiderio di cibo non è mai associato solo alla fame ed è spesso condizionato dall’emotività. Basti pensare a tutti quegli aspetti emotivi legati al mangiare di cui tutti siamo protagonisti. Ovvero tutti i cambiamenti delle abitudini alimentari che subiamo quando si è tristi o felici e che ci permettono di intuire cosa può accadere a una donna durante la gravidanza.
C’è quindi da considerare come quello delle voglie sia un fenomeno legato anche a cosa non è possibile mangiare durante la gravidanza. Il pensiero della privazione di quel cibo, infatti, porterebbe, come reazione, a scatenare quel fenomeno noto come le voglie in gravidanza.
Inoltre, come anticipato, non vanno dimenticati nemmeno gli aspetti culturali, essendo stato riscontrato un comportamento diverso nelle donne in base alla cultura di provenienza. Una differenza non solo nel tipo di cibo desiderato, ma anche nella percezione sociale del fenomeno. Tanto che non è da sottovalutare l’aiuto nell’affrontare la gravidanza da parte del partner che deriva dal procurare e preparare il cibo desiderato dalla futura mamma.
Non c’è quindi un’unica causa, ma un complesso di tensioni, cambiamenti, pensieri, abitudini e condizioni che portano le donne a provare questo improvviso desiderio alimentare.
Quella delle voglie in gravidanza è una materia complessa. Non tanto dal punto di vista biochimico in sé, quanto perché, come abbiamo visto, coinvolge aspetti emotivi, psicologici e percettivi di difficile definizione e quantificazione. Ma su tutti questi componenti che incidono sul fenomeno delle voglie durante la gravidanza, cosa c’è di vero dal punto di vista scientifico?
Innanzitutto un maggiore rischio di aumentare di peso così come un superiore apporto energetico. Allo stesso tempo è stato riscontrato come il fumare prima dell’inizio della gravidanza è associato a un aumento dell’intensità del desiderio alimentare.
Di sicuro c’è che le cause delle voglie non sono da individuare nel comportamento fetale o in altre teorie prive di conferme scientifiche, come il caso delle famose macchie cutanee. Queste sono comunemente chiamate con il nome di voglie e la loro formazione sarebbe provocata dall’insoddisfazione della voglia alimentare della mamma. Niente di più falso dal punto di vista scientifico:
Non è possibile prevenire la formazione delle lesioni cutanee definite voglie. Sono spesso geneticamente determinate o legate a meccanismi non prevedibili o controllabili che si verificano nella vita in utero.
Queste macchie sono invece un accumulo di melanociti, di vasi linfatici o vasi sanguigni.
Non essendoci un’unica causa a provocare questo fenomeno il consiglio è quello di muoversi sempre con prudenza. La gravidanza non è una malattia e, salvo alcune accortezze, le future mamme devono vivere le loro giornate con tranquillità e regolarità.
Per quel che riguarda le voglie è fondamentale seguire un’alimentazione adeguata. Questa è fatta di equilibrio e può prevedere strappi alla regola (soddisfare le voglie), ma sempre con moderazione. L’importante è prestare attenzione al peso, all’apporto calorico e all’assunzione di cibi (come i salumi freschi o il pesce crudo) che possono essere pericolosi per lo sviluppo del feto.
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