Lingua e cultura differenti sono i principali ostacoli per le mamme straniere che partoriscono in Italia; in più, molto spesso queste donne si ritrovano ad affrontare l’esperienza della maternità completamente sole.

Esistono però associazioni e reti di supporto a cui rivolgersi durante la gravidanza e dopo il parto. In più, il nostro Sistema sanitario prevede una serie di prestazioni mediche gratuite anche in assenza di un permesso di soggiorno.

Giovani e spesso senza lavoro, i dati sulle mamme straniere

Le donne straniere rappresentano il 52% del totale dei residenti stranieri in Italia e l’8,6% della popolazione femminile complessiva. Nel 2018 sono stati quasi 1.800.000 i permessi di soggiorno rilasciati. Le donne con cittadinanza extra-Ue provengono soprattutto da Albania, Marocco e Ucraina.

Il 23,3% dei nuovi nati nel 2018, circa 91.000 bambini, hanno una mamma straniera. Queste donne fanno in media 1,98 figli e diventano mamme in età più giovane. L’età media del parto è di 28,9 anni, quasi tre anni e mezzo in meno rispetto alle mamme italiane.

L’accesso alle strutture sanitarie è spesso difficoltoso a causa di barriere linguistiche e culturali; in genere la prima visita della gravidanza viene effettuata tardi (dopo il terzo mese).

Rispetto al mondo del lavoro, la percentuale di occupate cresce col crescere dell’età dei figli, in modo più consistente che per le italiane. La mancanza di una rete di sostegno familiare ne è la causa principale, e si riversa anche nel maggior ricorso al part-time.

Bonus e agevolazioni per mamme straniere

Il dato positivo è un’assistenza sanitaria accessibile a tutte le donne, con permesso di soggiorno o meno. In Italia, infatti, le visite e le cure per la gravidanza sono gratuite per tutte; non si paga il ticket.

Per ottenerle ci si può rivolgere al proprio medico o a un consultorio familiare (sono presenti su tutto il territorio italiano): da qui le future mamme e le neomamme sono indirizzate verso le prestazioni mediche o assistenziali necessarie.

Anche le donne straniere non in regola con il permesso di soggiorno hanno quindi diritto alle prestazioni gratuite previste. Esiste in aggiunta anche la possibilità di ottenere un permesso di soggiorno per cure mediche fino ai sei mesi successivi alla nascita del figlio.

Le prestazioni sociali rilevanti, come il bonus bebè, l’assegno di maternità, il bonus mamma domani, il bonus asilo nido sono invece riservate alle soggiornanti di lungo periodo; in alcuni casi, anche alle familiari non comunitarie di cittadini comunitari e titolari di protezione internazionale.

Assistenza in ospedale

Spesso le future e neo mamme straniere si trovano in condizioni di fragilità economica e isolamento; sono disorientate perché si trovano ad affrontare una realtà nuova. Per dare una risposta adeguata e tempestiva ai loro bisogni è nato il progetto di Save the Children “Fiocchi in Ospedale“.

Il progetto è strutturato come un servizio all’interno degli ospedali, di ascolto e accompagnamento ai futuri e neo genitori. Vi collaborano i reparti di ostetricia, ginecologia e neonatologia e le unità materno-infantili e i servizi territoriali.

Il target a cui si rivolge è costituito dai casi particolarmente critici: mamme sole, giovani, straniere, in condizioni di povertà o emergenza abitativa.

Oltre all’attivazione di uno sportello informativo nei reparti materno-infantili, è prevista la presa in carico della mamma e del bambino quando necessario. Viene inoltre fornito un sostegno materiale (pannolini, accessori e prodotti per la cura del neonato, soluzione di emergenze alimentari e domestiche).

L’obiettivo, concordato con la famiglia, è quello di migliorare le condizioni di benessere del bambino e tutelare i suoi diritti, ma anche di ridurre l’isolamento dei genitori, accompagnandoli e sostenendoli nel percorso nuovo della cura del bambino e dell’organizzazione della vita familiare.

Essere una mamma straniera: ostacoli e difficoltà

Alcune delle maggiori problematiche per le donne straniere che arrivano in Italia si riscontrato nell’ambito della salute e della maternità.

Spessissimo la gravidanza e il momento unico dell’attesa di un figlio sono vissuti in completa solitudine; manca una rete familiare e di amicizie su cui poter contare.

L’unico punto di riferimento per le donne straniere in Italia è solitamente rappresentato dai mariti, che si trovano a svolgere un ruolo che nel loro paese spetta al gruppo di donne della famiglia, come madre, zie, nonna e sorelle più grandi.

La lingua è una barriera insormontabile: quasi sempre le donne non riescono a comunicare con gli operatori sanitari negli ospedali; per questo motivo diventa necessario un mediatore.

In aggiunta al fattore linguistico, le differenze culturali sono profonde. Lontane dai propri riferimenti culturali relativi alla maternità, quasi sempre le pazienti non riescono a comunicare le proprie sensazioni in maniera diretta e sincera agli operatori sociali o sanitari.

Anche una semplice visita ginecologica può essere vissuta come una violazione della propria intimità e femminilità.

Corsi di italiano per mamme

Per trovare una soluzione a queste problematiche sono stati ideati dei corsi di lingua italiana sul tema della gravidanza e della maternità.

Parole di mamma è un corso di lingua italiana pensato per permettere alle mamme straniere di orientarsi nel complesso mondo sanitario; è volto al miglioramento della comunicazione e della relazione medico-paziente e per questo punta a insegnare nello specifico termini riguardanti la gravidanza.

Rappresenta inoltre uno spazio intimo dove le donne condividono dubbi e curiosità, in cui saperi e specifiche credenze possono trovare un terreno comune. Promuove l’incontro tra mamme straniere e italiane attraverso scambi di saperi sul maternage.

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