Diventare genitori è una scelta che interessa diverse sfere della vita, da quella emotiva e personale a quella professionale (specie per le donne), sociale e non ultima anche quella economica. Si tratta di una decisione personale che, soprattutto a partire dal secondo figlio, deve tenere conto anche di alcuni aspetti medici.

Chi prevede (programmandole o non impedendo che ciò possa verificarsi) di avere più figli, anche a distanza di poco tempo l’uno dall’altro, deve essere al corrente dei rischi che possono essere legati alle cosiddette gravidanze ravvicinate.

Quanto tempo dovrebbe passare tra due gravidanze?

È bene contestualizzare il discorso e partire dalla considerazione che quanto evidenziato dalle ricerche scientifiche condotte in materia di gravidanze ravvicinate rappresenta un’indicazione che tiene conto innanzitutto dell’età della donna. La Fondazione Umberto Veronesi, riportando le ricerche pubblicate su Jama Internal Medicine, evidenzia come il distanziamento ottimale dalla prima alla seconda gravidanza dovrebbe essere di 12-18 mesi.

L’aspetto anagrafico è da considerare sia “in eccesso” che “in difetto”, ovvero nelle gravidanze dopo i 35 anni e in quelle in cui le donne hanno meno di 18 anni. Le donne con più di 35 anni sono di per sé già considerate più a rischio di complicanze in quanto oltre la finestra fertile ottimale. Di conseguenza c’è una probabilità maggiore di cercare una seconda (o più) gravidanza in tempi ravvicinati per ridurre il rischio di esiti avversi o complicazioni.

Allo stesso tempo, come riportato in questo studio pubblicato su PubMed, le gravidanze ravvicinate tra ragazze con un’età inferiore ai 18 anni, aumenta il numero e la tipologia di rischi, sia per i neonati (basso peso alla nascita e parto pretermine) che per le donne stesse (anemia e fistola ostetrica).

Per questo le indicazioni sono di attendere almeno i 18 anni per cercare la prima gravidanza e attendere almeno 24 mesi prima di cercarne una successiva, in modo da ridurre i rischi sia per la donna che per il feto. L’attenzione al timing vale anche per un aborto, sia esso spontaneo o indotto; in questi casi è consigliato di attendere almeno 6 mesi prima di cercare una nuova gravidanza.

Gravidanze ravvicinate: i rischi e le conseguenze

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Fonte: iStock

Ma perché è così importante aspettare? Ci sono diverse evidenze mediche e scientifiche a sostegno di tale indicazione. Il Mayo Clinic riferisce come le gravidanze ravvicinate siano maggiormente a rischio di: parto pretermine, distacco della placenta, basso peso alla nascita, disturbi congeniti e anemia materna. Ci sono anche studi che suggeriscono come, specialmente nelle gravidanze con meno di 12 mesi l’una dall’altra, ci possa essere un aumento del rischio di autismo nei secondogeniti.

Perché avviene tutto questo?

Ci sono diversi elementi che spiegano le ragioni legate ai maggiori rischi nelle gravidanze ravvicinate. L’organismo femminile ha infatti bisogno di recuperare lo stato nutrizionale, le energie e una forma psicofisica tale da consentire una sana gravidanza. Se non si consente questo recupero si può andare incontro a un esaurimento delle riserve di nutrienti, specialmente dei folati, e di una mancata guarigione dell’infiammazione del tratto genitale tipica della gravidanza che creerebbero condizioni sfavorevoli per la gestazione successiva.

Come detto l’indicazione è quella di attendere tra i 12 e i 18 mesi prima di cercare una successiva gravidanza, ma l’attenzione deve essere maggiore nell’evitare gravidanze ravvicinate a meno di 6 mesi da quella precedente. Uno studio i cui risultati sono riportati sul portale Univadis mostra come una gravidanza a meno di 6 mesi dalla precedente ha un aumento del rischio di mortalità e morbilità materna grave nelle donne con più di 35 anni. Il rischio di esiti avversi fetali e infantili è invece maggiore nelle donne tra 20 e 34 anni che tra quelle con più di 35 anni, mentre il rischio di parto pretermine spontaneo è elevato in tutte le fasce d’eta.

Per questo motivo si può affermare che maggiore è la distanza tra una gravidanza e l’altra e minore è il rischio di mortalità e morbilità infantile e materna. È interessante notare come il Mayo Clinic ponga l’attenzione anche non solo sulle gravidanze ravvicinate, ma anche quelle eccessivamente distanziate tra loro. Intervalli lunghi tra le gravidanze possono esporre la donna a un maggior rischio di preeclampsia.

Gravidanza ravvicinata dopo il cesareo

Discorso più articolato per quel che riguarda il parto cesareo. Il più delle volte vi si ricorre come alternativa al parto naturale per la presenza di condizioni critiche che con un parto vaginale potrebbero causare conseguenze gravi. Questo significa che una gravidanza successiva a un parto cesareo (per quanto non è impossibile ricorrere al parto naturale) è potenzialmente condizionata da una storia medica in cui ci sono già state delle complicazioni.

C’è poi da considerare una maggiore difficoltà a ottenere una gravidanza dopo un cesareo. Come riferito da questo studio pubblicato su JAMA Network Open il primo parto cesareo è associato a un tasso inferiore di concepimento durante i primi 36 mesi dopo il primo parto. In generale i rischi di una gravidanza ravvicinata dopo il parto cesareo sono i medesimi di quelli di un parto naturale per quanto, come riportato in un documento dello United Lincolnshire Hospitals, vi è la possibilità di maggiori problemi alla placenta (sia nel funzionamento che nel posizionamento), di un travaglio prematuro e di un lieve aumento del rischio di natimortalità.

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