Rosa

chiede:

Gentile dottore, avrei bisogno di un suo parere. Durante il mio secondo parto ho avuto una forte emorragia dovuta a placenta accreta, fortunatamente sono riusciti a salvarmi l’utero, ma il mio ginecologo mi ha assolutamente vietato una futura gravidanza perché secondo lui molto probabilmente non sarei più così fortunata da sopravvivere. È davvero così? Dopo un caso di placenta accreta, automaticamente tutte le successive gravidanze vanno incontro a questo problema?

Buongiorno Rosa, la placenta accreta è una placenta particolarmente adesa, che determina un ritardo nel secondamento della placenta. La funzione placentare è normale, ma l’invasione della placenta stessa si estende oltre il limite normale invadendo lo spessore della muscolatura dell’utero.

Quando l’invasione della placenta è confinata al mimetrio si dice che la placenta è increta, mentre si parla di placenta percreta se la sua invasione si spingesse oltre il miometrio e invadesse le strutture circostanti ad essa quali la vescica o il retto. In tali casi, la rimozione manuale della placenta, sebbene scrupolosamente eseguita, provoca un’emorragia post-partum massiva.

La diagnosi prenatale si fa con l’ecografia talvolta accompagnata dall’approfondimento diagnostico di una risonanza magnetica nucleare. Il trattamento consiste solitamente nel taglio cesareo programmato seguito da isterectomia (scelta consigliata). Nel suo caso, dal momento che il collega è stato particolarmente bravo a fare in modo di lasciarle l’utero credo che attenersi al suo consiglio sia cosa buona e giusta per la sua storia clinica.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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