Anonimo

chiede:

Salve, mi chiamo Franca ed ho 33 anni. Ho avuto due aborti
diversissimi tra loro. Per la prima gravidanza ho preso il Clomid dato che
lo stress del matrimonio mi aveva fatto diventate anovulatoria, in un ciclo
che non è mai stato regolare. Ad 8 settimane mi è stato diagnosticato un
ovulo bianco con conseguente raschiamento a gennaio 2005. Dopo ho fatto il
Menogon e sono rimasta incinta ad aprile 2005, i primi tre mesi sono
trascorsi senza problemi, alla 14 settimana sono incominciate le contrazioni
e delle macchie di sangue. Mi fu detto che era perché c’è una “piaghetta”
sul collo dell’utero e non c’era nessun distacco di placenta. Però con
l’andare del tempo le macchie sono diventate perdite e poi emorragie con
continuo aumento di contrazioni. Ho preso Vasosuprina, fatto il lentogest e
lo spasmex a fiale. Ho fatto ecografie e visite ogni settimana e mi è stato
sempre detto che per il bambino non c’era nessun pericolo, che era un
ectropio sanguinante. Comunque, alla 17 settimana mi hanno trovato una
rottura delle membrane, con perdita completa del liquido amniotico, cosa che
io non ho capito avendo avuto sempre perdite di sangue. Sono stata
ricoverata in clinica per 15 giorni, nessun medico mi ha dato speranza per
la vita del bambino. Tutto ciò ad agosto 2005. Data la situazione, alla 19
settimana ho fatto un IVG con raschiamento. È stata un’esperienza
traumatica. Io vi chiedo, era possibile prevedere una rottura delle membrane
nelle mie condizioni? E tutto il sangue che io ho perso dalla 14 settimana
in poi era indicativo di un aborto (premettendo che dalle prime avvisaglie di
sangue sono stata a riposo)?? C’è correlazione tra i due aborti? C’è stata
leggerezza da parte del ginecologo? Adesso mi hanno prescritto tutti gli
esami, pap test, autoimmuni, genetici, ecc. Questa è una condizione che
potrà ripetersi? Vi ringrazio profondamente.

Cara Franca, mi dispiace tantissimo per le brutte esperienze che ha dovuto affrontare.
A volte la rottura delle membrane deriva da una infiammazione vaginale.
Io personalmente ritengo che in fase di programmazione di una gravidanza o anche al momento della sua diagnosi, vadano effettuate una serie di analisi complete comprensive di valutazione autoimmunitaria, coagulativa microbiologica ed endocrinologica, colposcopica ed ecografica di adeguato livello. In questa maniera si evitano spesso problemi. In altri casi purtroppo non è possibile contrastare una evoluzione sfavorevole.
Non credo che l’uovo chiaro possa essere correlato con la seconda brutta esperienza.
Ci sono buone probabilità che la prossima gravidanza proceda normalmente, a patto che vengano eseguiti i corretti accertamenti ed eventualmente intraprese le giuste precauzioni.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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