Anonimo

chiede:

Salve, come madre posso rifiutare il test del DNA da parte del padre biologico di mia figlia? Mia figlia è stata riconosciuta dal mio compagno perché il padre biologico, essendo sposato, non voleva saper nulla della piccola e l’ha sempre rifiutata perché aveva paura di perdere sua moglie. Ora si è deciso a dirglielo, ma io non voglio che lui entri nelle nostre vite: non è mai stato presente e adesso vuole fare il test del DNA. Il mio compagno, tra l’altro, è all’oscuro di tutta la situazione.

Avv. Claudia Pace

risponde:

Gentile lettrice, la situazione che sta vivendo effettivamente è molto delicata, ed anche complicata, essendo Sua figlia già stata riconosciuta dal suo compagno. Avrebbe bisogno di una trattazione curata e approfondita.

Ad ogni modo da quello che scrive, deduco che la figlia sia ancora minorenne e che quindi Lei abbia ancora la responsabilità genitoriale per la stessa.
In tema di filiazione, la scelta del genitore deve sempre essere guidata dall’interesse per lo stato di benessere psicofisico del minore. In questo caso, il test genetico del padre biologico potrebbe rompere un consolidato equilibrio familiare. Il diritto del genitore naturale a vedersi riconosciuto appunto come padre, va bilanciato con quello della figlia, del suo diritto a conoscere la reale identità del padre biologico, ma anche di non veder turbato il suo equilibrio psichico affettivo e familiare.

Detto questo, non ho riscontro di normativa che vieti al padre di effettuare il test informativo senza il consenso della madre o al laboratorio di analisi di accettare una richiesta di analisi in caso di contrasto. È pur vero che l’esame così effettuato avrà unicamente scopo informativo e non avrà alcuna validità di accertamento legale. I risultati del test di paternità informativo sono utili per conoscenza personale e non per uso legale. I campioni vengono raccolti in maniera anonima e senza la verifica dell’identità dei soggetti a cui appartengono.

Il padre che richiede il test all’insaputa della madre del bambino, non potrà poi utilizzare il risultato in giudizio. Inoltre il prelievo di campione del figlio per effettuare il test, all’insaputa o in contrasto con i genitori che hanno la responsabilità del soggetto ancora minorenne, presenta molti profili di dubbia legittimità.

Invece il test di paternità legale non può essere eseguito all’insaputa di uno o dell’altro genitore – in questo caso di entrambi i genitori ad oggi riconosciuti. Se infatti tra i soggetti dell’indagine sono presenti minori è necessaria l’autorizzazione di entrambi gli esercenti la responsabilità genitoriale.
Nel Suo caso, essendo la figlia già stata riconosciuta dal suo compagno, un vero e proprio accertamento sulla paternità, con riconoscimento giuridico, sarebbe inammissibile, in quanto in contrasto con lo stato di figlio: prima occorrerebbe che tale stato cada, in seguito ad apposita azione (contestazione di legittimità, impugnazione di riconoscimento). Solo dopo potrà richiedersi il riconoscimento paterno, il quale comunque necessita o del consenso dell’altro genitore, oppure direttamente del figlio se ha compiuto 14 anni, e viene sottoposto al vaglio del giudice per la sua ammissibilità, valutandolo o meno corrispondente all’interesse del figlio.

Cari saluti.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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