Anonimo

chiede:

Buongiorno,
mi chiamo Barbara e sono alla 23esima settimana di gravidanza. Sono
assunta regolarmente con un contratto commercio a tempo indeterminato e
sono in gravidanza anticipata obbligatoria dal 20 novembre per
ipercontrattilità uterina e successive coliche renali. Quando ho
comunicato al mio datore di lavoro che avrei dovuto anticipare la mia
maternità, mi ha comunicato che era da un po’ di tempo che stava pensando
di interrompere la nostra collaborazione di lavoro, che non era
soddisfatto del mio operato e che aveva fatto “un’opera pia” ad
assumermi.
Mi ha anche consigliato di “farmi un esame di coscienza” e di pensare di
chiedere le dimissioni. La mia domanda è :”che cosa posso fare in una
condizione del genere?” Da quel giorno non ho più avuto contatti con il
mio capo in quanto delusa e umiliata da queste affermazioni. Percepisco
regolarmente il mio stipendio, ma non so assolutamente cosa farò in
futuro.
Come posso tornare in ufficio dopo quanto successo? So che non posso
essere licenziata ma, finito il termine del periodo di astensione, sarò
comunque obbligata a licenziarmi. Lavoro in una Fondazione con altri 4
colleghi e ho rapporti quotidiani con il mio capo. Si tratta di una
situazione molto difficile e che mi sta procurando molto stress a causa
dell’incertezza che mi riserva il futuro. La ringrazio per l’attenzione
che mi ha riservato e colgo l’occasione per porgerLe i miei migliori
saluti.

Salve, è vero che non può essere licenziata ed il comportamento del suo datore di lavoro non lascia dubbi. Ad ogni buon conto lei può rientrare al lavoro regolarmente al termine del periodo di maternità, può usufruire di permessi per allattare il figlio e così via. Trattandosi di un contratto a
tempo indeterminato può darsi che il suo datore di lavoro inizi una forma di “pressione”. Ebbene in questo caso, lo faccia subito richiamare da un
avvocato. E così via tutte le volte che viene adottato un comportamento
finalizzato, per così dire, a velate minacce.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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