Anonimo

chiede:

Egr. Dottore,
sono Elisabetta e vorrei sottoporvi la mia sequela di inconvenienti.
Ho 39 anni e ad agosto 2005 ho avuto una morte intrauterina del mio
primo bimbo alla 37 settimana. La gravidanza è stata splendida e
tutti gli esami hanno sempre confermato ciò anche se nonostante sia
arrivata all’ospedale con i dolori e dilatazione completa subito dopo è
stato verificato ecograficamente la morte del feto. Diagnosi: infarto
placentare. Mi sono state prescritte le analisi per la verifica della
coagulazione del sangue (lupus…..). Tutto nella norma. Dopo 30 gg
ripresa regolare del ciclo. Dicembre 2005 sono rimasta incinta
(contemporaneamente ho fatto gli esami cito+toxo e parvovirus che
poi è
risultato positivo). Gennaio 2006 prima eco con verifica della
gravidanza in corso e controllo beta (camera esistente). Dopo 15 gg
alla
seconda ecografica risultato sospetto mola, confermata oggi con
risultato esame istologico dopo raschiamento in: mola vescicolare
completa.
Mi è stato detto che non c’è correlazione fra i vari eventi, ora
cerco
di guardare con serenità quella che invece mi sembra un accanimento
di
sfortuna in chi desidera tanto un bimbo. Ora seguirò l’andamento
del
beta ed eventualmente mi verrà prescritta una cura farmacologica.
Quanto tempo dovrò aspettare per poter riprovare con apparente
serenità ad una nuova gravidanza? C’è qualcosa ulteriore che posso
fare per capire eventuali correlazioni? (nel frattempo io e mio
marito a
titolo di scrupolo abbiamo fatto la mappa cromosomica e fibrosi
cistica
con risultati normali).
Grazie!

Gentile signora Elisabetta, sicuramente non v’è correlazione tra i due
eventi, tuttavia penso anche che chi è interessato qualche dubbio possa
esprimerlo. Il primo però è dovuto ad una malfunzionamento placentare
il secondo ad una patologia del villo. Il consiglio che le do è quello
di non aver fretta nella ricerca della terza gravidanza, anche se la
sua età non è più tanto giovanile, altri test mi sembrano inutili.
Auguri

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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