Anonimo

chiede:

Buongiorno, sono all’inizio di una gravidanza considerata dal mio ginecologo a rischio. Non svolgo un lavoro fisicamente pesante, ma devo fare circa 3 ore di viaggio al giorno (tra andata e ritorno) per raggiungere la mia sede e la mia attività è molto stressante dal punto di vista mentale (straordinari continui, scadenze impossibili, etc.). Essendo reduce da svariati tentativi falliti di fecondazione assistita, il mio ginecologo ritiene preferibile che mi fermi. Tuttavia, in questo periodo, ho la possibilità di svolgere una collaborazione occasionale per uno studio professionale, attività che potrei svolgere a casa in tutta tranquillità. Per la retribuzione, dovrei emettere una semplice ricevuta soggetta a ritenuta d’acconto. Vorrei sapere se la legge mi consente di farlo, pur essendo in gravidanza a rischio e percependo quindi l’indennità INPS del caso.

Gentile Signora, se l’attività di collaborazione viene svolta in regime di partita Iva non c’è alcuna preclusione da parte della legge. Potrà, pertanto, tranquillamente svolgere il “secondo” lavoro in qualità di libera professionista, titolare di partita Iva ancorché in astensione per maternità anticipata. Cordiali saluti.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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