Anonimo

chiede:

Ho un contratto a tempo determinato cominciato a giugno 2014 che scadrà a giugno 2015. Essendo incinta (lo sapevano prima della stipula del contratto) ho usufruito della flessibilità e sono andata in maternità obbligatoria a novembre. Nonostante la data del parto presunta fosse il 6 dicembre ho continuato a lavorare da casa tutto novembre e parte di dicembre (la bimba è nata il 16 dicembre io dal 27 dicembre ho ripreso a ricevere e-mail). A gennaio non solo ho continuato a rispondere ad e-mail, ho anche presenziato ad una fiera in Germania di 6 gg (8 complessivi) portandomi dietro figlia da allattare e marito, affinché accudisse la piccola nelle 10 ore di fiera. Ho continuato a lavorare anche dopo, recandomi in ufficio per seguire visite di clienti e riunioni. Risultato? Non ho lavorato a sufficienza! Sono stata cazziata perché non sono abbastanza presente e sul pezzo. La mia domanda è: far lavorare durante la maternità obbligatoria è reato? Se lo è, che reato si configura? Quali azioni legali si possono intraprendere? Grazie

Gentile Signora, non spetta al Suo datore di lavoro decidere se Lei abbia diritto al congedo per maternità obbligatoria, ma all’Inps, a cui va presentata apposita domanda nei termini di legge. Direi che, in base alle informazioni che propone, l’indennità di maternità obbligatoria Le sarebbe senz’altro dovuta. Il datore di lavoro che adibisce la lavoratrice al lavoro durante il periodo di maternità obbligatoria commette un reato perseguibile penalmente. Le consiglio di rivolgersi a qualche sindacato o patronato o, eventualmente, ad un legale. Cordiali saluti.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

Fai la tua domanda Tutte le domande
Ti è stato utile?
Non ci sono ancora voti.
Attendere prego...

Specializzazione

  • Avvocato