Anonimo

chiede:

Caro dottore,
mia moglie nel settembre 2005 alla 16° settimana di gravidanza ha
accusato
dei dolori con delle piccole perdite.
Dopo essere stata visitata e aver fatto un’ecografia al reparto di
ginecologia dell’ospedale, le è stato detto che non era niente di grave e
le
è stato prescritto un’iniezione di voltaren nel caso in cui i dolori si
acutizzassero e quindi dimessa, in serata i dolori si sono aggravati e la
somministrazione di tale farmaco non ha diminuito il dolore, perciò è
stata
riportata all’ospedale e dopo gli stessi controlli del pomeriggio le è
stato
diagnosticato una minaccia d’aborto. Il giorno dopo ha avuto un aborto
spontaneo, i medici le hanno detto che è stato un cedimento dell’utero,
consigliandogli per una gravidanza futura di fare un cerchiaggio.
Un altro ginecologo ha notato un fibroma di 3,5 cm vicino al collo
dell’utero,
già visto alla 4° settimana, a cui non fu data importanza e secondo lui la
posizione di questo fibroma ha contribuito a far venire le contrazioni e a
far perdere il bimbo.
Nel referto autoptico del bimbo c’è scritto nella diagnosi stasi
poloviscerale, immaturanza dei parenchimi e anectasia polmonare.
A tutt’oggi nessuno dei vari dottori che ho consultato ha saputo darmi
una
spiegazione del perché mia moglie ha perso il figlio e non so in futuro
cosa
si possa fare per evitare di perdere la ‘cosa’ più bella che possa
capitare
nella vita.
Adesso io e mia moglie abbiamo molti dubbi e non so se in futuro è meglio
farle subire un intervento di cerchiaggio o basta eliminare il fibroma e
sperare nella buona sorte.
Se possibile vorrei avere un parere da parte sua, anche se capisco che le
informazioni sono poche.
Grazie mille per la sua attenzione.

Effettivamente i dati non sono sufficienti per esprimere un parere. Quelle
che ha descritto sono solo ipotesi. Vediamo ogni giorno gravidanze portate a
termine con fibromi, centinaia di minacce d’aborto non seguite da aborto,
pazienti che abortiscono ugualmente con il cerchiaggio e quant’altro. Come
risultato i pareri controversi. Infatti si discute molto sull’utilità del
cerchiaggio. Occorrerebbero numeri maggiori per avere certezze, per esempio
una donna che ha tre aborti consecutivi al II trimestre senza dolori e un
cerchiaggio alla quarta gravidanza con successo per poter parlare di
utilità dello stesso. È ovvio che per chiunque è impensabile attendere 3
insuccessi per poi fare il cerchiaggio. Molti altri casi, non dovuti a
incontinenza cervicale, abortiscono per altri motivi irritativi e in questo
caso un cerchiaggio potrebbe essere addirittura dannoso. Io indagherei bene
su eventuali infezioni croniche cervicovaginali e proverei una nuova
gravidanza, con controlli più ravvicinati, osservando maggior riposo, prima
di prendere altri provvedimenti. Ma nessuno potrà fare previsioni precise.
Sua moglie potrebbe abortire di nuovo o addirittura non avere alcun problema
anche senza nessuna precauzione, neanche il riposo. Mi dispiace non poter
essere più preciso. Cordiali saluti.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

Fai la tua domanda Tutte le domande
Ti è stato utile?
Non ci sono ancora voti.
Attendere prego...

Specializzazione

  • Ginecologo