Anonimo

chiede:

Buongiorno dottore, le scrivo perché ho avuto un aborto interno all’ottava settimana, periodo durante il quale – avendo perdite di sangue – avevo effettuato una visita di controllo dal mio ginecologo che, parlando di minaccia di aborto, mi aveva prescritto progefikk e riposo. Poiché non ero tranquilla, sono andata in un altro centro qualche settimana dopo (12esima settimana), e durante la visita mi hanno detto che la crescita del feto si era interrotta tra l’ottava e la nona settimana. È possibile che il primo ginecologo non si sia accorto dell’aborto? E quali sono i rischi dell’aver fatto un raschiamento dopo svariate settimane dall’effettiva morte del feto? La ringrazio.

Dott. Luca Zurzolo

risponde:

Gentile signora, il primo ginecologo che ha consultato ha correttamente ravvisato la condizione di minaccia di aborto e le ha somministrato la terapia corretta per questa tipologia di evento. Se fosse ritornata nuovamente da lui più avanti avrebbe constatato egli stesso l’interruzione della gravidanza, pertanto può stare serena di aver ricevuto le giuste indicazioni. Non ci sono particolari rischi relativi a tempi cosi brevi di permanenza in utero post aborto. Cordiali Saluti

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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