
Intervista a Giulia Telli, che sul suo blog Mammachelibro dispensa consigli per mamme e future mamme e parla del rapporto con lo stress in gravidan...
Un ormone di estrema importanza che, specie in gravidanza, va monitorato con attenzione per evitare conseguenze significative prima sul feto e poi sul bambino.
Questi, a loro volta, sono legati al ruolo del cortisolo in gravidanza, un ormone che svolge diverse funzioni e i cui livelli, stando agli studi più recenti, sono associati a diverse condizioni e patologie per il feto prima e il bambino poi.
Intervista a Giulia Telli, che sul suo blog Mammachelibro dispensa consigli per mamme e future mamme e parla del rapporto con lo stress in gravidan...
Il cortisolo è un ormone glicocorticoide che viene prodotto dalle ghiandole surrenali. Questo ormone è coinvolto nel controllo del metabolismo (di grassi, proteine e zuccheri) e allo stesso tempo contribuisce a regolare la pressione del sangue.
Tutte queste innumerevoli funzioni
fanno sì che il cortisolo venga implicato nella modulazione delle funzioni cardiovascolari, nella ritenzione dei liquidi, nel metabolismo, nel sistema immunitario e nelle funzioni cerebrali.
Lo stress è un fenomeno molto particolare, che può avere cause sia fisiche (come un dolore o un trauma) che emotive e psicologiche. In tutti i casi di fronte a un evento stressante, il nostro organismo risponde in modo da difendersi e affrontare quella tensione.
A questo proposito l’Istituto Superiore di Sanità sottolinea come sia stato dimostrato che “negli individui sotto stress di qualunque tipo e/o causa, si ha un incremento di GC, in particolare di cortisolo”.
Questo perché il cortisolo è responsabile “dell’aumento del rilascio nel sangue di glucosio e lipidi che forniscono l’energia necessaria a sostenere la reazione di attacco o di fuga. Il cortisolo, inoltre, riduce alcune funzioni del corpo considerate in quel momento non indispensabili, come la digestione e la riproduzione, per dare sostegno ad altri organi vitali, quali il cervello”.
C’è da sapere che i livelli di cortisolo “aumentano immediatamente dopo il risveglio e raggiungono il picco dopo circa 30-45 minuti; la presenza di uno stato psicologico alterato influenza soprattutto il livello del cortisolo al risveglio, aumentandolo”.
Per questo motivo l’esame per misurare i livelli di cortisolo in gravidanza viene fatto su un campione di sangue prelevato la mattina presto. Alle donne che si sottopongono al test è richiesto di arrivare tranquille e preferibilmente senza aver svolto attività fisiche o stressanti nelle 24 ore precedenti l’esame.
I valori di riferimento del cortisolo in gravidanza sono i seguenti:
Si tratta di valori di riferimento che possono subire delle modifiche in funzione del metodo di analisi utilizzato. Per questo la lettura del referto clinico deve essere fatta comparando i risultati con i valori di riferimento utilizzati da quel laboratorio.
Come abbiamo anticipato gli alti livelli di cortisolo in gravidanza generano diverse conseguenze, non solo sulla mamma, ma anche sul bambino. Tanto che sono stati condotti diversi studi che dimostrano gli effetti sulle capacità cognitive e sui problemi comportamentali. Valori alti di cortisolo potrebbero incidere sulla crescita sia nel medio che nel lungo termine del bambino.
L’importanza del cortisolo è legata anche al metabolismo, tanto che è associato anche a un “maggiore aumento del grasso corporeo infantile” nei primi mesi di vita. I prodromi del fenomeno dell’obesità infantile possono essere individuati sull’effetto “del cortisolo materno sulla adiposità infantile”, specialmente nel terzo trimestre di gravidanza.
In questi casi il consiglio è quello di ridurre l’ansia materna e di rinunciare alle abitudini che possono essere alla base dello stress. Tra questi rientrano lo smettere di fumare, la moderazione nell’assunzione di caffeina, dormire un numero sufficiente di ore e condurre uno stile di vita il più possibile sereno e tranquillo.
Nel caso di valori bassi, le cause potrebbero essere individuate in malattie del fegato, insufficienza surrenalica, ipotiroidismo o ipoglicemia. In questi casi bisogna riequilibrare i livelli di cortisolo nel sangue provvedendo con la somministrazione di farmaci. Questi compensano la produzione degli ormoni che i surreni da soli non sono in grado di produrre in maniera adeguata.
Ovviamente l’assunzione di questi farmaci deve avvenire dietro prescrizione e controllo medico, anche per evitare conseguenze più gravi di quelle che si vorrebbero evitare.
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