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L'Università di Huston ha indagato sugli effetti devastanti che lo stress da pandemia sta avendo su madri e i figli e lancia un allarme. Lo studio psicologico indica anche i nuovi metodi per affrontare l'isolamento e lo stress materno.
Una nuova ricerca sviluppata dall’Università di Huston evidenzia come lo stress da pandemia nonché l’isolamento sociale causato dalla situazione in corso, abbia un impatto negativo non solo sulle madri ma anche sui propri figli.
A darne conferma Amanda Venta, professoressa associata di psicologia presso l’Università di Houston, la quale lancia l’allarme in relazione alla pandemia da Covid-19 in uno studio pubblicato sulla rivista Child Psychiatry & Human Development.
Lo stress aggiuntivo che un disastro può causare sullo stato psicofisico di una madre ricade, successivamente, sul figlio il quale assorbe da quest’ultima gli stati d’animo ansiosi e invalidanti.
Lo studio sviluppato dalla ricercatrice Amanda Venta mette in chiaro il legame che sussiste tra mente, corpo e lo stress materno. Questo legame ha effetti infiammatori tossici non solo sulle madri ma anche sui bambini e non sono da meno le donne in dolce attesa, poiché anche in questo caso, il feto può assorbire alcune infiammazioni. A riguardo, la Prof.ssa Venta ha spiegato:
Il sistema immunitario di una mamma incinta si traduce nel suo bambino, quindi quando rilascia citochine infiammatorie, che possono essere in risposta allo stress, queste vengono trasmesse al bambino sia prima della nascita che attraverso il latte materno.
Quando vediamo elevate citochine infiammatorie nei bambini, sappiamo che c’è un aumento del rischio di problemi di sviluppo successivo.
Nella ricerca attuale, la Prof.ssa Venta ha utilizzato uno degli studi che in passato aveva analizzato gli effetti dell’esposizione in utero a vari livelli di stress materno prenatale derivanti dalla tempesta di ghiaccio avvenuta nel Quebec nel 1998. Lo studio in questione prende il nome di “Project Ice Storm”.
Il campione di bambini esaminato in quel contesto e seguito sino all’età di 19 anni aveva mostrato effetti significativi su temperamento, comportamento, sviluppo motorio, sviluppo fisico, QI, attenzione e sviluppo del linguaggio.
La stessa ricercatrice ha dichiarato in merito alla pandemia da Covid-19:
Sebbene non ci siano ancora dati che colleghino lo stress delle madri durante la pandemia Covid-19 agli esiti infantili, ora è il momento di iniziare a fare il punto.
Cosa fare affinché le mamme superino l’isolamento sociale e diminuiscano lo stress associato alla pandemia da Covid-19? Questa è uno dei quesiti che la ricerca medica-scientifica si pone come obiettivo primario a cui dare una valida risposta.
L’importanza di sviluppare relazioni sociali soddisfacenti attraverso la famiglia, il partner, gli amici e sentirsi supportati da essi, possono ridurre nella madre l’infiammazione tossica causata dallo stress da pandemia.
Anche nel caso di una gravidanza in corso, sentirsi seguite psicologicamente dal ginecologo o l’ostetrica di fiducia è un percorso che aiuta la gestante a non entrare in isolamento e a gestire meglio stati emotivi altalenanti che in fase prenatale sono accentuati. Gli effetti psicologici del Covid sulla maternità possono essere devastanti se non capiti e supportati da una rete familiare e amicale solida.
Nel rapporto finale stilato dalla Prof.ssa Venta sulla ricerca effettuata si sottolinea come sia necessario nelle future ricerche un intervento psicologico e biologico dello stress e dell’isolamento sociale su madri e bambini in modo da intervenire efficacemente dove ve ne sia bisogno.
Dobbiamo muoverci rapidamente per comprendere il rischio di avversità a lungo termine per queste famiglie e, di conseguenza, identificare i fattori protettivi che possono essere sfruttati per mitigare la catastrofe di esiti avversi per questa coorte di nascita.
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