Ogni anno dal 1° al 7 Ottobre la SAM – Settimana Mondiale dell’allattamento materno – raggruppa insieme governi ed enti per sensibilizzare l’opinione pubblica e per generare sostegno sul tema dell’allattamento al seno.

Come suggerito dall’ISS, l’Organizzazione mondiale della sanità, l’Unicef e le associazioni mediche di tutto il mondo raccomandano l’allattamento materno esclusivo per i primi 6 mesi di vita, seguito da un allattamento al seno complementare fino ai 2 anni e oltre.

Scopriamo il tema, le statistiche e i relativi obiettivi della Settimana dedicata all’allattamento materno.

Settimana Mondiale dell’allattamento materno (SAM): Il tema e gli obiettivi

La Settimana mondiale dell’Allattamento materno (WBW) si celebra ogni 1-7 ottobre e dal 2016 è allineato con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). Due anni dopo, nel 2018, una risoluzione dell’Assemblea mondiale della sanità ha approvato la WABA (World Alliance for Breastfeeding Action), un’importante strategia di promozione dell’allattamento al seno.

Il tema della Settimana Mondiale dell’allattamento materno è lanciato dalla WABA, World Alliance for Breastfeeding Action che protegge, promuove e sostiene l’allattamento al seno, basata sulla Dichiarazione degli Innocenti e la Strategia Globale per l’Alimentazione dei Neonati e dei Bambini dell’OMS e dell’Unicef.

Questo anno, il motto che accompagna la Settimana dell’Allattamento al seno è:

Proteggere l’Allattamento, una responsabilità da condividere.

Ed è proprio l’obiettivo della SAM quello di promuovere l’allattamento al seno nei primi 6 mesi di vita del neonato sostenendo non solo a livello individuale la mamma, ma informando e coinvolgendo l’opinione pubblica come sistemi sanitari, luoghi di lavoro e la comunità in generale che l’allattamento al seno deve essere considerato un problema di salute pubblica che richiede investimenti globali.  Ad oggi, i Paesi che partecipano attivamente alla celebrazione della settimana mondiale sono 120 in tutto il mondo.

Allattamento al seno: le statistiche e i numeri

Le statistiche riferiscono che i bambini allattati al seno durante il percorso di crescita ottengono risultati migliori nei test di intelligenza. Non solo, hanno meno probabilità di essere sovrappeso o soffrire di obesità infantile.

Entro il 2025, l’Assemblea mondiale della sanità (WHA) ha come obiettivo di incrementare, di almeno il 50%, l’allattamento al seno. Come evidenzia l’OMS, nell’ultimo anno, nel mondo, c’è stato un aumento dell’allattamento al seno in modalità esclusiva pari al 50%.

Si stima che a godere dei benefici dovuti all’allattamento al seno in tutto il mondo siano stati oltre 900 milioni di bambini.

Come si legge dal sito dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità):

In Italia, l’associazione Ibfan Italia, composta dai sostenitori italiani dell’International Baby Food Action Network, si propone di migliorare le pratiche alimentari di neonati e bambini, favorendo l’eliminazione delle pratiche scorrette di commercializzazione di tutti gli alimenti sostitutivi del latte materno e degli accessori per la loro somministrazione.

I numeri riferiti all’importanza del latte materno come sostentamento alla vita del bebè e fonte principale di proteine, vitamine, minerali e acidi grassi essenziali per un sano sviluppo riferiscono che:

  • i bambini di 6-8 mesi ricevono oltre il 70% del fabbisogno energetico dal latte materno;
  • i bambini di 9-11 mesi ricevono il 55% del fabbisogno;
  • i bambini di 12-13 mesi ricevono il 40% del fabbisogno.

Come sottolinea il report del WABA sui tassi di allattamento a livello mondiale, questi si confermano bassi:

  • solo il 43% dei neonati avvia l’allattamento nella prima ora dalla nascita;
  • il 41% dei bambini sotto i 6 mesi è allattato in maniera esclusiva.

Dunque, nonostante il 70% delle donne allatti per almeno un anno, la percentuale scende al 45% a due anni. Tale situazione varia a seconda del paese per via del contesto socioeconomico differente e dei diversi gruppi etnici di provenienza.

SAM: le soluzioni e le strategie per proteggere l’allattamento materno

Per trovare una soluzione a livello globale e proteggere così l’allattamento esclusivo al seno, servirà un ulteriore investimento di 5,7 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni o di 4,70 di dollari per neonato, in tutti i paesi a basso e medio reddito.

Occorre, dunque, dare priorità all’allattamento e alla salute materno-infantile. Adottare, nell’ambito della sanità pubblica, strategie basate sulle prove apporterebbe una notevole differenza nei tassi e nelle pratiche di allattamento nelle comunità.

I programmi nazionali devono prevedere alcuni elementi specifici al fine di migliorare le condizioni che favoriscono l’allattamento, come quelli indicati nel Breastfeeding Gear Model (BFGM):

  • azioni di difesa fondate su basi scientifiche;
  • impegno politico e leggi appropriate;
  • formazione continua del personale;
  • programmi a livello di comunità (peer counseling e sostegno all’allattamento);
  • avviare campagne di comunicazione volte a modificare l’atteggiamento;
  • coordinare i diversi settori mettendo in campo un organismo nazionale che si occupi di allattamento in maniera decisa, favorendo la possibilità di prendere decisioni tempestive a livello locale e nazionale.

In ultimo, il punto di svolta più importante sarebbe quello di ottenere una pari tutela sociale, restituendo il potere decisionale ai genitori. Bisogna ricordare che l’assistenza, che la madre e il neonato ricevono nei primi giorni post parto, è destinata a influenzare l’andamento dell’allattamento, la loro salute e le loro vite. Per questo motivo è fondamentale avere tutela e proteggere l’allattamento.

Infatti, per tutelare le mamme che allattano, il Mami (Movimento allattamento materno italiano) che fa parte della WABA, assicura a ogni neonato l’allattamento al seno come un diritto di ogni madre perché proteggere l’allattamento è una responsabilità di tutti.

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  • Allattamento