Allattare il proprio bambino è la strada naturale per mantenere e coltivare il rapporto instaurato tra mamma e figlio già in gravidanza. Ma perché il latte materno è così importante?

Innanzitutto, è l’alimento più adatto al neonato: sempre pronto, alla temperatura ottimale, cambia nel tempo a seconda dei bisogni del bambino.

Lo nutre in modo completo, proteggendolo da patologie e infezioni. Vediamo com’è composto, le sue proprietà e la corretta conservazione.

Latte materno: com’è composto?

Prodotto già durante le ultime fasi della gravidanza, il latte materno ha delle caratteristiche specifiche che lo rendono perfetto per il neonato. Contiene tutto quello di cui il bambino ha bisogno per crescere forte e sano nei primi 6 mesi di vita.

Il latte cambia nel tempo sia nella composizione che nel colore. Subito dopo la nascita, è di colore più giallo che bianco. Si tratta del colostro, il primissimo liquido che le ghiandole mammarie producono dopo il parto. È denso ed è prodotto in piccole quantità, esattamente quelle di cui ha bisogno il neonato.

È benefico per l’organismo del bambino perché contiene preziose sostanze che gli forniscono calorie sotto forma di zuccheri e proteine.

Dopo qualche giorno il latte materno cambia e appare chiaro e bianco, con differenze di colore e composizione tra l’inizio e la fine della poppata e nei vari momenti della giornata. È più trasparente e ricco di zuccheri e proteine di mattina; più bianco e ricco di grassi alla fine della poppata e della giornata.

Proprietà e qualità del latte

Sono molti i benefici del latte materno per il bambino. Allattare naturalmente minimizza il rischio di contrarre infezioni urinarie e respiratorie, quello di sviluppare allergie o asma, malattie cardiovascolari, di contrarre il diabete o pericolose leucemie; inoltre riduce la percentuale di bambini obesi e il rischio di sindrome della morte in culla (SIDS).

Sono diversi anche i benefici dell’allattamento per la mamma. Innanzitutto allattare aiuta a ritrovare il proprio peso forma; riduce i casi di sanguinamento post-partum e malattie cardiovascolari; abbassa il rischio di anemia e quello di contrarre tumori al seno, all’ovaio e all’endometrio.

La produzione del latte materno

Quando il neonato si attacca al seno stimola in modo naturale la produzione di latte, che sarà dunque prodotto proprio nelle quantità giuste per le necessità del bambino.

Questo meccanismo perfetto nasce dalla suzione del bambino, attraverso cui il cervello recepisce il segnale di produrre più latte. Anche la velocità con cui si produce il latte aumenta di pari passo al latte che fuoriesce.

Saltare una poppata con l’idea di “accumulare” e “mettere da parte” il latte per la poppata successiva è una pratica diffusa ma controproducente; va assolutamente evitata perché rende più difficile l’allattamento. Contrariamente a quanto si pensa comunemente, meno si allatta e meno latte verrà prodotto.

Allo stesso modo, somministrare aggiunte artificiali inibisce la naturale spinta alla suzione e rallenta il processo di produzione di latte (riducendo di conseguenza la quantità di latte che viene prodotto).

Conservazione del latte materno

Il latte materno si può conservare in molti modi, basta conoscere alcune piccole regole per metterlo da parte e poi utilizzarlo correttamente.

Spesso il bambino non può prendere il latte direttamente dalla mamma. È il caso di bambini che non riescono ad attaccarsi al seno; ma, molto più frequente, è il caso di mamme lavoratrici, che non possono chiaramente essere presenti al momento della poppata. In questi casi è bene conservare il latte e fare piccole scorte perché il bambino ne possa beneficiare quando e quanto vuole.

Inoltre, può succedere che la produzione di latte sia eccessiva rispetto alle effettive necessità del bambino; in questi casi il latte può essere tirato per evitare il problema degli ingorghi, e conservato per i giorni successivi.

Ad alte temperature, è naturalmente minore il tempo di conservazione del latte. Il latte si può tranquillamente conservare in frigo e anche congelare in freezer. In frigo (quindi a una temperatura tra gli 0 e i 4 gradi) si conserva dai 5 agli 8 giorni.

Il latte si può conservare in recipienti di vetro oppure in appositi sacchetti monouso per la raccolta di latte (quando gli spazi sono piccoli o per le grandi scorte).

Un decalogo per l’allattamento

La Società Italiana di Neonatologia (Sin) ha predisposto un decalogo per le mamme che allattano.

1. Informarsi

Per capire i numerosi benefici dell’allattamento al seno bisogna informarsi il più possibile.

2. Creare un legame col bambino

Per creare un forte legame tra la mamma e il neonato è molto importante che la prima poppata avvenga subito dopo la nascita (nelle prime ore), e che si trovi subito la posizione più adatta e comoda per il bambino e la mamma.

3. Perdita di peso del bambino

Si dovrebbe allattare a richiesta, senza limiti in termini di numero di poppate e durata. Bisogna capire quali sono i segni con cui il bambino cerca il seno e non aspettare il suo pianto per allattarlo. Se c’è necessità di aggiunte, la prima scelta deve essere il latte materno estratto.

4. Il ciuccio va evitato

Il ciuccio andrebbe evitato nel periodo in cui l’allattamento si sta ancora consolidando.

5. Latte artificiale

Il latte artificiale dovrebbe essere somministrato al bambino solo in caso di assenza di latte materno o in presenza di malattie per cui l’allattamento è sconsigliato. Chi non può allattare può ricorrere alle banche del latte.

6. Banche del latte

Grazie a tante donatrici volontarie e ben selezionate, le cosiddette “banche del latte” offrono il latte gratuitamente ai bambini nati prematuri che si trovano nelle terapie intensive.

7. Dieta sana e varia

La mamma dovrebbe optare per una dieta varia e salutare, adeguata alle esigenze sue e del bambino.

8. Neonati pretermine

Quando il latte materno non è disponibile per i neonati prematuri, il latte donato viene considerato come un farmaco essenziale.

9. Empty breast

Per facilitare l’attaccamento al seno del neonato prematuro si spreme la mammella prima di iniziare la poppata; successivamente si integra il latte spremuto. Se la spremitura è fatta con un tiralatte, va operata contemporaneamente da tutti e due i seni.

10. Falsi miti

Se durante l’allattamento si formano lesioni sul capezzolo si può dare al neonato il latte estratto con un tiralatte. In caso di influenza o altre infezioni, la decisione se sospendere l’allattamento spetta alla mamma.

Bere tanto non aiuta a produrre più latte (è un luogo comune); e l’allattamento non comporta un calo della vista. Anche l’insorgere di una nuova gravidanza non giustifica una precoce interruzione dell’allattamento.

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