Il baby talk è quella forma di linguaggio che, inconsapevolmente, utilizziamo nei confronti dei neonati. Scopriamo come funziona e fino a quando v...
Uno studio, condotto da Jonathan O’Muircheartaigh e colleghi della Brown University di Rhode Island (Stati Uniti) e del King’s College di Londra, pubblicato sul Journal of Neuroscience, ha scoperto importanti dettagli sulle modalità con cui l’anatomia del cervello influenza l’acquisizione del linguaggio nei bambini.
=> I circuiti del linguaggio sono già attivi nei neonati
Gli scienziati hanno scoperto che l’esplosione dell’acquisizione del linguaggio che si verifica solitamente nei bambini fra i 2 e i 4 anni non si riflette in sostanziali cambi nell’asimmetria cerebrale. Le strutture che supportano le abilità linguistiche tendono a localizzarsi nella parte sinistra del cervello e per questo i ricercatori si attendevano di vedere più mielina che si sviluppava in quell’emisfero durante il periodo critico dell’acquisizione del linguaggio. Ma non è avvenuto esattamente così. “In realtà quello che abbiamo notato è che l’asimmetria della mielina in effetti non era così evidente, anche nei bimbi più piccoli, di un anno di età. E piuttosto che amplificarsi, queste asimmetrie rimanevano costanti nel corso del tempo”, ha spiegato O’Muircheartaigh.
Ma mentre l’asimmetria di mielina nei due emisferi cerebrali è rimasta costante nel tempo, il rapporto tra asimmetrie specifiche e capacità linguistiche è cambiato. Per indagare questo rapporto, i ricercatori hanno preso in esame tramite un’innovativa tecnica di risonanza magnetica lo sviluppo del cervello di 108 bambini sani di età compresa tra 1 e 6 anni, puntando l’attenzione sull’associazione tra lo sviluppo di mielina e le capacità di linguaggio. Infatti, durante l’infanzia non si assiste solo alla sviluppo della materia grigia, ma anche a quello della mielina, guaina che, avvolgendo i prolungamenti dei neuroni, facilita la trasmissione dell’impulso nervoso.
Inoltre, la ricerca ha anche evidenziato come l’età migliore per imparare una lingua è quella compresa tra i 2 e i 4 anni del bambino: in questo periodo il cervello si trova in una fase critica per lo sviluppo del linguaggio, durante la quale l’influenza degli stimoli che circondano il bambino è massima e il cervello si sviluppa consentendo di processare nuove parole.
Secondo gli autori questa scoperta spiega perché i bambini piccoli imparano più facilmente anche più lingue e raccomanda che i disturbi che causano difficoltà nello sviluppo del linguaggio dovrebbero essere trattati tempestivamente. “Ciò – ha sottolineato Jonathan O’Muircheartaigh – potrebbe essere importante per molti disturbi dello sviluppo, come l’autismo, perché un ritardo nel linguaggio è una loro caratteristica comune precoce”.
I ricercatori sperano dunque che questo studio riesca a fornire un’utile base di partenza per la futura ricerca, volta a individuare le strutture del cervello che potrebbero essere interessate da disturbi dello sviluppo.
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