L’esame del Dna del feto attraverso il prelievo di sue cellule ematiche presenti nel sangue della madre: è una nuova tecnica, rapida e non invasiva, di diagnosi prenatale di malattie genetiche realizzata da un gruppo di centri di ricerca di Catania, che hanno lavorato con il Columbia Genome Center di New York e un istituto di ricerca giapponese.

Con un sistema di micro aghi, del tipo di quelli utilizzati per la fecondazione artificiale ma opportunamente modificati – spiega Ernesto Falcidia, responsabile del centro Fertilia – riusciamo a prelevare singolarmente le cellule fetali escludendo quelle materne che alterano le analisi“. “La difficoltà – aggiunge – era separare le cellule madri da quelle del feto, che sono pochissime, e noi ci siamo riusciti con un particolare strumento, un “micromanipolatore” collegato ad un microscopio“.

La tecnica prevede l’utilizzo di globuli rossi fetali nucleati, quindi provvisti del corredo cromosomico del feto, che permette la coltura e la stesura del Dna del nascituro. I risultati ottenuti sono stati più che soddisfacenti: è stato individuato con esattezza il sesso del nascituro e la presenza di alcune malattie genetiche.

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