Ferro in gravidanza, un valore da tenere sotto controllo

Durante la gestazione, la futura mamma deve effettuare una serie di analisi e controlli per accertarsi che tutto vada bene, e tra gli elementi di cui tenere conto c’è il ferro. Quali sono i valori corretti del ferro in gravidanza e cosa succede se sono sotto o sopra la media?

Parte dell’emoglobina, mioglobina e altri enzimi presenti nell’organismo, il ferro è un elemento fondamentale per la salute. Può essere di due tipologie: ferro eme, facilmente assimilabile e presente negli alimenti di origine animale, e ferro non-eme, di origine vegetale.

I valori di ferro nel sangue non dovrebbero mai essere troppo alti o troppo bassi. Durante la gravidanza può succedere però che la presenza di ferro risulti inferiore a quella necessaria: in questo caso la donna può soffrire di anemia. Cosa fare se accade?

Ecco tutto quello che c’è da sapere sui valori del ferro in gravidanza, quali sono le cause di una diminuzione o anche di un aumento di questo elemento e come risolvere il problema.

Ferro in gravidanza: i valori corretti

Il ferro serve per produrre l’emoglobina, proteina che, presente nei globuli rossi, trasporta l’ossigeno nel corpo. Quotidianamente il corpo umano, come riporta l’Istituto Superiore di Sanità, ha bisogno di 10-12 milligrammi di ferro, ma in caso di gravidanza è necessaria una quantità maggiore, circa 30 milligrammi al giorno.

I valori si abbassano proprio a causa della gravidanza, perché in questo periodo le richieste di ferro aumentano drasticamente a causa dello sviluppo del feto, della placenta dell’espansione del numero dei globuli rossi.

In alcuni casi, invece, è possibile che i valori siano molto alti, più della norma e bisogna ugualmente agire per ristabilire l’equilibrio.

Ferro basso in gravidanza: cause, rimedi e rischi

Il ferro basso in gravidanza è conosciuto meglio come anemia da carenza di ferro. L’anemia, come comunica l’ISS, “deve considerarsi accertata (diagnosticata) quando i valori di emoglobina nel sangue sono al di sotto di 12 grammi per decilitro (g/dL) nelle donne e di 13,4 g/dL negli uomini”.

Le cause della carenza di ferro sono spiegate anche dall’associazione ginecologi italiani, AOGOI:

  • emodiluizione fisiologica: durante i 9 mesi della gravidanza il volume del plasma materno cresce progressivamente fino al 40-60% mentre la massa eritrocitaria aumenta fino al 20%, per rispondere alle aumentate richieste metaboliche di gestante e feto. L’emodiluizione si verifica maggiormente fra 6 e 24 settimane di gravidanza ed è proporzionale al peso fetale;
  • aumentata richiesta metabolica: richieste della gestante sommate a quelle del feto;
  • aumentato fabbisogno di sostanze non completamente soddisfatte dal regime alimentare;
  • placenta previa;
  • gravidanza gemellare e plurima;
  • gravidanza a distanza di meno di 2 anni dalla precedente;
  • tiroidite;
  • ipotiroidismo.

Per evitare l’abbassamento di ferro nell’organismo, che ricordiamo va monitorato con le analisi del sangue, controllando i valori di ferritina e sideremia, bisogna seguire poche e semplici consigli che valgono anche per prevenire l’eventuale anemia, ovvero preferire una dieta sana ed equilibrata, prediligendo alimenti più ricchi di ferro (eme e non-eme), in particolar modo carne e pesce e integrare le riserve di ferro sotto consiglio medico.

Se l’anemia dovesse persistere possono presentarsi delle complicazioni, suggerisce l’ISS:

  • stanchezza;
  • sonnolenza;
  • maggiore possibilità di contrarre malattie infettive, perché il sistema immunitario risulta alterato;
  • parto prematuro;
  • peso corporeo basso del neonato alla nascita
  • ritardo psico-motorio del neonato

Ferro alto in gravidanza: cause, rimedi e rischi

Capita però anche di riscontrare valori alti di ferro in gravidanza. Di solito, sottolinea l’ISS, sono dovuti a un eccessivo uso di integratori di ferro o di acido folico. In altri casi i livelli alti di ferritina derivano da cause patologiche:

  • malattie del fegato;
  • emocromatosi (malattia genetica);
  • infezioni acute o croniche;
  • ipertiroidismo;
  • diabete;
  • talassemia;
  • malattie autoimmuni, tra cui artrite reumatoide, lupus eritematoso;
  • forme tumorali dei polmoni, del pancreas, del colon, del seno, del rene, leucemie, neuroblastoma, linfoma di Hodgkin
  • eccessive trasfusioni di sangue.

Inoltre, l’accumulo eccessivo di ferro può essere la causa del diabete gestazionale.

I rimedi prevedono la risoluzione delle cause, ovvero capire perché il ferro è diminuito e cercare di agire direttamente sul singolo problema, senza generalizzare. Se, come nella maggior parte dei casi accade, l’eccesso è dovuto agli integratori, basta smettere di assumerli, sempre dietro parere del ginecologo. Se, invece, le cause sono altre, bisogna risolverle sotto consiglio medico, che saprà indirizzare la gestante verso il percorso adeguato.

Nel caso in cui si verificasse una sideremia (concentrazione di livello di ferro nel sangue) che supera i valori normali, si possono riscontrare alcuni disturbi, tra cui:

  • disturbi al sistema nervoso;
  • stati di ansia e depressione;
  • battito cardiaco irregolare;
  • alterazione del colore della pelle;
  • problemi alla tiroide;
  • sviluppo del diabete.

Per questi motivi è importante, durante la gravidanza, tenere monitorati i livelli di ferro nel sangue.

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