Per la prima volta in un decennio, l’American Academy of Pediatrics (AAP) ha aggiornato la propria guida sull’allattamento al seno. Mentre il breastfeeding esclusivo continua ad essere raccomandato almeno fino ai sei mesi d’età (una linea guida invariata dal 2012), l’organizzazione, in una nuova dichiarazione, ha sostenuto di continuare ad allattare al seno fino ai due anni – o più – d’età, se “reciprocamente desiderato da madre e bambino“. Non si possono dimenticare, tuttavia, quelle donne che non possono, o non vogliono, allattare al seno per un così lungo periodo di tempo.

Il breastfeeding è infatti molto impegnativo e rende la madre – che deve anche conciliare questa pratica con tutti gli altri impegni della vita quotidiana, dal lavoro alla vita sociale – l’unica persona nel nucleo familiare in grado di nutrire il neonato.

Nonostante una donna sia libera di scegliere se allattare al seno il figlio (o meno), non sempre la società in cui viviamo rende possibile questa pratica, a maggior ragione per un periodo di tempo così lungo. Allattare in pubblico è purtroppo ancora un tabù e, spesso, gli impegni lavorativi occupano la stragrande maggioranza delle giornate delle persone.

In una nota, AAP ha sottolineato quindi la necessità di un maggiore supporto sociale e lavorativo, per poter rendere possibile questa pratica, affidando ai pediatri il ruolo chiave di richiedere politiche migliori per le madri che allattano al seno. Joan Younger Meek, la dottoressa autrice nuove raccomandazioni, ha dichiarato al New York Times:

Abbiamo bisogno di cambiamenti sociali che aiutino a sostenere questa pratica, come congedi retribuiti, maggiore supporto per l’allattamento al seno in pubblico, nelle strutture di assistenza all’infanzia e sul posto di lavoro.

Seguici anche su Google News!
Ti è stato utile?
Non ci sono ancora voti.
Attendere prego...

Categorie

  • Allattamento