L’allattamento al seno previene il rischio di obesità nei bambini: a sostenerlo uno studio presentato dall’Organizzazione mondiale della sanità in occasione del Congresso europeo sull’obesità che si è tenuto negli scorsi giorni a Glasgow.

Nel corso del congresso è emerso ancora una volta come l’obesità infantile rappresenti un problema di salute pubblica che non accenna a diminuire, anzi. A sottolineare ancora una volta l’importanza della prevenzione e la vastità del fenomeno è l’Organizzazione mondiale della sanità, che in una nota evidenzia i pericoli dell’obesità infantile.

L’Oms riporta due diversi studi elaborati a partire dai dati della Childood obesity surveillance initiative (COSI) di cui fa parte anche l’Istituto superiore di sanità. Dati che evidenziano una crescita costante del trend di sovrappeso e obesità nei bambini, con forti differenze nei diversi Paesi presi in esame. Secondo il primo studio presentato a Glasgow circa 400mila bambini in 21 Paesi europei soffrono di obesità grave: 13,4 milioni di bambini tra i 6 e i 9 anni. La percentuale in Italia è del 4,3%.

Il secondo studio ha messo invece in correlazione il rischio di sovrappeso con l’allattamento materno. La dottoressa Bente Mikklesen, direttrice della Divisione delle malattie croniche e della promozione della salute dell’Oms, ha spiegato, come riporta il sito dell’Istituto superiore di sanità:

Più un bambino è stato allattato al seno più risulta protetto dal rischio di obesità. Questo dato può rafforzare i nostri sforzi nella prevenzione dell’obesità. Agire sul sovrappeso e sull’obesità durante l’infanzia può dare maggiori risultati non solo per la salute del bambino e il suo sviluppo, ma anche per il sistema sanitario nazionale. Per questo motivo dobbiamo fare tutto quello che possiamo per promuovere l’allattamento al seno.

Lo studio ha preso in esame circa 100mila bambini di 22 Paesi europei tra il 2015 e il 2017 per evidenziare le correlazioni tra allattamento e obesità. La media di bambini allattati al seno si attesta quasi ovunque intorno al 77%, con alcune eccezioni: in Irlanda quasi la metà dei bambini (il 46%) non è mai stata allattata al seno, in Francia il 38% e a Malta il 35%.

Solo 4 Paesi su 12 mostrano una prevalenza dell’allattamento al seno esclusivo (di 6 mesi o più) superiore al 25%, e sono Tajikistan, Turkmenistan, Kazakhstan e Georgia. Percentuali lontane da quelle auspicate dall’Oms, che consiglia l’allattamento al seno esclusivo per i primi 6 mesi di vita del bambino.

I motivi? Secondo l’Oms le politiche insufficienti e inefficaci nell’incoraggiare l’allattamento al seno, carenze nella preparazione dei professionisti della salute nel supportare l’allattamento al seno, il commercio intensivo di sostituti del latte materno e problemi di tutela della maternità.

La ricerca evidenzia quindi come i bambini allattati al seno per almeno 6 mesi mostrino un minore tasso di obesità (il 9,3%) rispetto a chi è stato allattato al seno per un periodo più breve (il 13,2%) o non è stato allattato affatto (quasi il 17% soffre di obesità).

Tra i principali rischi legati all’obesità infantile si trovano problemi cardiovascolari sia a breve che a lungo termine e conseguenze negative sul metabolismo e sulla salute in genere. Da qui l’importanza di agire preventivamente per tutelare la salute dei più piccoli: l’obiettivo dell’Oms è di aumentare la prevalenza dell’allattamento esclusivo al seno nei primi sei mesi di vita del bambino almeno del 50% entro il 2025.

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