Secondo i risultati ottenuti da uno studio pubblicato online su Obesity, i secondogeniti risultano essere più a rischio di sviluppare obesità nei primi 12 mesi di vita rispetto ai primogeniti.

L’articolo scientifico ribalta gli studi precedenti dove si evidenziava che fossero i primi figli a essere maggiormente esposti a obesità nella primissima infanzia. La motivazione dell’obesità nei secondi figli in questo secondo studio sembra provenire dalla poca attenzione dei genitori.

Perché i secondogeniti sono più a rischio obesità dei primogeniti

Lo studio intitolato “INSIGHT” suggerisce che l’intervento educativo genitoriale per i primogeniti risulta essere molto forte da influenzare il peso dei secondogeniti. I risultati rendono il programma Intervention Nurses Start Infants Growing on Healthy Trajectories il primo intervento educativo per la prevenzione precoce dell’obesità nonché per dimostrare come un aumento di peso possa incidere negativamente sulla salute dei secondi figli.

La Dott.ssa Jennifer S. Savage, Prof.ssa presso il Dipartimento di Scienze nutrizionali della Pennsylvania State University, direttrice del Center for Childhood Obesity Research nonché autrice corrispondente dello studio, afferma:

I dati inerenti gli studi precedenti hanno suggerito che i primogeniti hanno una maggiore prevalenza di obesità rispetto ai secondogeniti nati dagli stessi genitori. C’è una mancanza di prospettiva, tuttavia, all’interno degli studi sui fratelli per ciò che riguarda la letteratura sull’obesità.

Al contrario, i risultati dello studio longitudinale prospettico da noi analizzato mostrano che i secondogeniti tendono ad avere maggiore peso, in media, dei loro fratelli maggiori nel primo anno di vita.

La principale spiegazione di questo aumento di peso nei secondi figli, secondo gli autori della ricerca, sembra provenire da un calo delle attenzioni genitoriali nei confronti dei figli successivi al primo.

Lo studio che spiega il perché i secondi figli rischiano l’obesità rispetto ai fratelli maggiori

Nello studio randomizzato controllato reattivo sono stati inclusi 117 primogeniti e i loro fratelli secondogeniti arruolati, questi ultimi, in uno studio ausiliario di sola osservazione. Ai genitori dei primogeniti con curriculum reattivo sono stati dati:

  • una guida sull’alimentazione;
  • una sul sonno;
  • un gioco interattivo;
  • una guida sulla regolazione delle emozioni.

L’antropometria, ovvero lo studio statistico dei caratteri misurabili del corpo umano, è stata misurata in entrambi i fratelli all’età di 3, 16, 28 e 52 settimane di vita.

I risultati ottenuti hanno mostrato differenze di peso nell’indice di massa corporea (BMI) rispetto ai controlli tra i due gruppi di bambini:

  1. i primogeniti che avevano ricevuto l’intervento genitoriale reattivo presentavano un indice di massa corporea inferiore di 0,44;
  2. i secondogeniti che avevano ricevuto lo stesso intervento genitoriale reattivo presentavano un BMI (Indice di Massa Corporea) inferiore di 0,36

Se i tassi di crescita del BMI per entrambi i gruppi di fratelli primogenite erano simili, i secondi figli avevano un indice di massa corporea media maggiore a 1 anno di età. Si è evidenziato che alla nascita sia dei primogeniti che dei secondogeniti non c’era alcuna differenza di peso o nella differenza di sesso dei nascituri.

La Prof.ssa Allison Ventura della California Polytechnic State University, San Luis Obispo (non associata alla ricerca), ha riferito:

Questi risultati suggeriscono che le risorse che investiamo nella prevenzione primaria dell’obesità all’interno dei contesti familiari possono avere effetti duraturi. Lo studio supporta l’idea che il passaggio alla genitorialità sia un’ottima opportunità per sostenere i neo genitori.

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