Free-Range Parenting: l’estate della libertà guidata per i bambini
Dalle critiche ricevute da una giornalista a un movimento che valorizza la libertà, la capacità di esplorazione e l'autonomia dei bambini. Conosciamo meglio il Free-Range Parenting.

Dalle critiche ricevute da una giornalista a un movimento che valorizza la libertà, la capacità di esplorazione e l'autonomia dei bambini. Conosciamo meglio il Free-Range Parenting.
Autonomia, fiducia in sé stessi e capacità di problem-solving sono alcuni degli obiettivi che si prefigge di trasmettere il Free-Range Parenting. Parliamo di uno stile educativo nato dalle critiche ricevute dalla giornalista Lenore Skenazy che, come riportato dal The Guardian, è stata definita come la mamma peggiore del mondo per aver permesso al figlio di 9 anni di tornare a casa da solo prendendo la metropolitana.
Da quelle critiche Skenazy ha deciso di partire per lanciare un movimento con il quale promuovere l’indipendenza dei bambini. Il Free-Range Parenting, quindi, non è uno stile fondato sulla negligenza o l’indifferenza, ma sulla volontà di favorire l’autonomia graduale dei propri figli tramite una supervisione meno diretta rispetto ad altri modelli genitoriali più restrittivi (come nel caso dei genitori elicottero).
Il Free-Range Parenting si basa innanzitutto sulla fiducia nelle capacità del bambino, convinti che essi siano in grado di affrontare determinate situazioni così da maturare autostima e sicurezza. Inoltre questo stile genitoriale incoraggia l’esplorazione dell’ambiente concedendo ai bambini l’opportunità di essere bambini. Da qui la libertà di arrampicarsi su un albero o sperimentare per la prima volta un’attività senza necessariamente l’intervento diretto dei genitori.
Un po’ come accade nella genitorialità FAFO, il Free-Range Parenting ha come principio base quello di permettere che i bambini imparino dai propri errori. Convinti che i bambini sappiano gestirsi autonomamente li si lascia provare, anche contemplando la possibilità che sbaglino, così da educarli a sviluppare capacità di responsabilità personale e a non arrendersi di fronte alle prime difficoltà.
Infine si punta molo sul gioco libero e non strutturato, possibilmente a contatto con la natura, capace di favorire lo sviluppo non solo fisico del bambino, ma anche quello cognitivo, emotivo e sociale.
Il periodo dell’estate, con le lunghe settimane di tempo trascorso senza gli impegni scolastici, può essere quello migliore per provare questo approccio educativo. Si può valutare di iscrivere il proprio bambino a uno dei centri estivi in stile “campi avventura” nei quali vivere a contatto con la natura insieme ad altri coetanei diverse attività che siano allo stesso tempo stimolanti e sicure. Oppure il Free-Range Parenting viene perseguito nella quotidianità priva di ritmi come conseguenza della libertà di annoiarsi. Sono i bambini a cercare come impegnare il proprio tempo con i genitori che, senza rinunciare al loro ruolo di supervisori, li lasciano fare come specifica scelta educativa.
Numerosi studi e ricerche evidenziano come l’indipendenza sia una componente fondamentale dello sviluppo di un bambino sicuro e con una buona autostima. Incoraggiare all’indipendenza sin dai primi anni, affidando ai bambini compiti e incarichi, normalizzando le paure e suggerire cose che possano fare da soli, è fondamentale per supportare la sua autonomia. Il Free-Range Parenting non è indifferenza o negligenza, ma una scelta per consentire che i bambini facciano i bambini e che esplorino le diverse possibilità senza che i genitori regolamentino tutto in maniera rigorosa.
Troppo spesso la paura e l’ansia dei genitori viene trasmessa ai figli che non hanno il tempo e il modo di crescere imparando dai propri errori e dalla sperimentazione di nuove attività. È di fronte a un ostacolo che il bambino sicuro di sé trova il modo di superarlo consapevole dei propri mezzi e di crescere in un contesto positivo orientato alla libertà.
Come tutto questo può essere concretizzato? I bambini non vanno abbandonati a loro stessi, ma messi nelle condizioni di vivere al meglio gli anni dell’infanzia. Questo significa costruire un ambiente a misura di bambino così da ridurre la costante necessità dei genitori di intervenire con “questo non si fa”.
È interessante anche ricordare che i genitori che seguono il Free-Range Parenting insegnano ai propri figli le competenze e le abilità necessarie per affrontare autonomamente quel compito. In questo senso molto dipende anche dal carattere del bambino sul quale il genitore sviluppa un’educazione di questo tipo tenendo conto, quindi, anche dell’individualità del figlio.
Un altro elemento importante da considerare è quello di stabilire, possibilmente insieme al bambino, delle regole analizzando in anticipo quelli che sono i possibili rischi. Bisogna poi procedere gradualmente aumentando le libertà concesse solamente in relazione all’età e alla maturazione del bambino.
Molto importante si rivela poi la comunicazione, che deve essere aperta e trasparente, consentendo ai bambini di esprimersi. Il partecipare alle decisioni familiari (sempre entro certi limiti per evitare forme di adultizzazione precoce) può aiutare il bambino a rafforzare la propria autostima e a crescere con fiducia nelle sue capacità.
Il Free-Range Parenting è un modo di insegnare a vivere permettendo però che siano i bambini a vivere quelle esperienze per le quali li si è preparati per tempo.